martedì 14 agosto 2012

Alla conquista dei 4mila del monte Rosa, giorno 2/3

Puntata precedente qui .

Sveglia alle 2, mi alzo, guardo fuori, siamo in mezzo alle nubi. Sveglia alle 3, stessa storia. Sveglia 4e30. Oh finalmente, è ora di partire! Lasciamo nel Bivacco Rossi e Volante gli altri ospiti, mentre noi ci accingiamo al secondo giorno di traversata dei 4mila del Monte Rosa. Cielo limpido, stellato, cosa vuoi di più?
Essere in forma! Già, perché la giornata di ieri è stata una fatica più grossa del previsto, e io in particolare non sto bene. Domani è il giorno cruciale della traversata, ma iniziamo ad avere paura di non farcela. Ma andiamo, siamo qui, non ha senso non provarci.
La sveglia della salita alla Roccia Nera è davvero traumatica: che salita! Le nostre condizioni fisiche non sono al massimo, altrimenti ce la mangeremmo questa montagna. La traccia sale senza tanti tornanti.. Ma eccoci spuntare sulla cresta, ed è come nascere: che spettacolo al di là, sul versante svizzero. Il delineamento delle montagne verso il blu scuro del cielo che inizia a prendere luce. Un' alba a 4mila metri, un'esperienza indimenticabile.
Qualche passo verso est e siamo in cima alla Roccia Nera (4075m), e tre. Altre meringhe e cornici sul versante nord di queste montagne. Nonostante non stia ancora bene (non ho mangiato ieri sera e nemmeno stamattina) siamo arrivati su. Che sia colpa dell'acqua di fusione raccolta nella roccia a fianco del bivacco? Di certo abbiamo imparato che è meglio portarsi dei sali minerali o qualcosa per rendere l'acqua meno “pura”.
E adesso via verso il Gemello del Breithron, mentre albeggia intorno a noi, mentre le cime si scoprono, tolgono il loro velo notturno per mostrarsi ai nostri occhi nel loro splendore e maestosità. Riccardo conduce la salita, e dopo un po' di roccia arriviamo in cima al Gemello del Breithron (4106m). Che freddo alle mani, ho calzato le moffole poco fa, e adesso arriva il momento terribile: le dita si scaldano, e sono dolori! Solo chi ha provato la stessa cosa può capire il dolore delle dita quando dopo un freddo intenso si scaldano di colpo.
Ora il programma vorrebbe la salita al Breithorn Orientale. Ma visto che non ci sentiamo troppo in forma, puntiamo alla giornata di domani, abbiamo paura di fare tardi ad arrivare al Rifugio Quintino Sella, siamo dubbiosi sul da farsi. Vado avanti a buttare un occhio oltre il saltino roccioso che vediamo. Crestina nevosa e altro salto. Va beh, il Breithorn Orientale torneremo a farlo, la ciliegina sulla torta deve essere la traversata dei Lyskamm, teniamoci per quella.
Via giù allora, mentre scrutiamo le prime cordate che si apprestano a salire sul Ghiacciaio di Verra: dobbiamo salire il Castore, è un male necessario per poter arrivare al nostro posto tappa. Dico “male necessario” perché l'abbiamo già salito a giugno, e quindi lo potremmo anche evitare.. Tra l'altro vediamo già da lontano che la via di salita è cambiata, non è più diretta per sbucare fuori dalla cornice sulla cresta nord (dove poi in discesa ho messo le gambe nella crepaccia terminale), ma piega verso destra per andare a prendere la cresta sud-ovest.
Siamo ringalluzziti dalla discesa, dal meteo, dai quattro 4mila messi in saccoccia, e giungiamo così ai piedi della parete sud-ovest del Castore. Io inizio a stare meglio, che sia l'effetto "l'appettito vien mangiando"?! Iniziamo a salire pian piano, ma come è cambiato lo scenario rispetto a un mesetto fa! Più crepacci, più seracchi, meno neve.. Inizio a sentirmi meglio, ma cerchiamo di imporci di salire con calma: non c'è fretta e dobbiamo conservarci per domani. Nonostante ciò, siamo frenati da una cordata davanti a noi..
Sali e fermati perché quelli davanti van piano, non riusciamo a trovare spazio per superarli, sali e fermati, infine arriviamo in cima al Castore (4226m), dove cerchiamo un po' di posto per fermarci a fare sosta. Mamma mia che giornata anche questa, nubi basse, sole alto, montagne scoperte. Siamo in mezzo al regno dei ghiacci, dove l'uomo è un puntino nero nel bianco candore, candore che sa però mangiarti vivo se pecchi di superbia.
Osserviamo la discesa verso il Rifugio Quintino Sella, che vediamo mezzo avvolto tra le nubi: la cresta di discesa non sembra male, nel senso che sembra carina! E lungo tutta la cresta ammireremo i Lyskamm, alti, forti e possenti, che domani vogliamo vincere. Ma in montagna non si vince, si pareggia, è questo lo spirito!
Al Colle del Felik osserviamo la traccia di salita. Non sembra così difficile, aerea e esposta la traversata, chissà! Il morale è alto, sogniamo una birra, un pasto decente, acqua buona (costi quel che costi) dopo quella di fusione che probabilmente ha fatto stare male un po' tutti, chi più chi meno.. E tutto ciò sta per arrivare, dobbiamo solo arrivare laggiù, al Rifugio Quintino Sella. E come al solito sarà fato ridendo, scherzando, cantando.
La faccenda si fa crepacciata. Dopo la Barre des Ecrins i crepacci mi spaventano un po' meno siccome li ne abbiamo visti e attraversati di davvero grossi. Ma son quelli che non vedi che dovrebbero spaventarti di più! Osserviamo anche il primo tratto di salita del giorno dopo non sarà di facile orientamento: traccia sparsa, ghiacciaio piatto, ghiaccio duro che non permette una traccia marcata.. ma va bene, ce la faremo! Ci sentiamo forti!
Arriviamo così al rifugio, dove ci spogliamo, mangiamo il panino di domenica e ci beviamo una meritata birra. Siamo a cinque 4mila saliti in 2 giorni, di cui quattro nuovi, un'alba eccezionale a 4mila metri, due giornate di panorami fantastici, siamo stanchi ma stiamo tenendo botta. Siamo ringalluzziti da tutto ciò! Domani ce la faremo!

Qui altre foto.
qui relazione coi tempi.

L'avventura continua qui.

1 commento:

  1. eseguire la salita al Castore è sempre una emozione grande!!!!!!!!!!!

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