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Sveglia alle 2, mi alzo, guardo fuori, siamo in mezzo alle nubi. Sveglia alle 3, stessa storia. Sveglia 4e30. Oh finalmente, è ora di partire! Lasciamo nel Bivacco Rossi e Volante gli altri ospiti, mentre noi ci accingiamo al secondo giorno di traversata dei 4mila del Monte Rosa. Cielo limpido, stellato, cosa vuoi di più?
Sveglia alle 2, mi alzo, guardo fuori, siamo in mezzo alle nubi. Sveglia alle 3, stessa storia. Sveglia 4e30. Oh finalmente, è ora di partire! Lasciamo nel Bivacco Rossi e Volante gli altri ospiti, mentre noi ci accingiamo al secondo giorno di traversata dei 4mila del Monte Rosa. Cielo limpido, stellato, cosa vuoi di più?
Essere in forma! Già, perché la
giornata di ieri è stata una fatica più grossa del previsto, e io
in particolare non sto bene. Domani è il giorno cruciale della
traversata, ma iniziamo ad avere paura di non farcela. Ma andiamo,
siamo qui, non ha senso non provarci.
La sveglia della salita alla Roccia
Nera è davvero traumatica: che salita! Le nostre condizioni fisiche
non sono al massimo, altrimenti ce la mangeremmo questa montagna. La
traccia sale senza tanti tornanti.. Ma eccoci spuntare sulla cresta,
ed è come nascere: che spettacolo al di là, sul versante svizzero.
Il delineamento delle montagne verso il blu scuro del cielo che
inizia a prendere luce. Un' alba a 4mila metri, un'esperienza
indimenticabile.
Qualche passo verso est e siamo in cima
alla Roccia Nera (4075m), e tre. Altre meringhe e cornici sul versante nord
di queste montagne. Nonostante non stia ancora bene (non ho mangiato
ieri sera e nemmeno stamattina) siamo arrivati su. Che sia colpa
dell'acqua di fusione raccolta nella roccia a fianco del bivacco? Di
certo abbiamo imparato che è meglio portarsi dei sali minerali o
qualcosa per rendere l'acqua meno “pura”.
E adesso via verso il Gemello del
Breithron, mentre albeggia intorno a noi, mentre le cime si scoprono,
tolgono il loro velo notturno per mostrarsi ai nostri occhi nel loro
splendore e maestosità. Riccardo conduce la salita, e dopo un po' di
roccia arriviamo in cima al Gemello del
Breithron (4106m). Che freddo alle mani, ho calzato le moffole
poco fa, e adesso arriva il momento terribile: le dita si scaldano, e
sono dolori! Solo chi ha provato la stessa cosa può capire il dolore
delle dita quando dopo un freddo intenso si scaldano di colpo.
Ora il programma vorrebbe la salita al
Breithorn Orientale. Ma visto che non ci sentiamo troppo in forma,
puntiamo alla giornata di domani, abbiamo paura di fare tardi ad
arrivare al Rifugio Quintino Sella, siamo dubbiosi sul da farsi. Vado
avanti a buttare un occhio oltre il saltino roccioso che vediamo.
Crestina nevosa e altro salto. Va beh, il Breithorn Orientale
torneremo a farlo, la ciliegina sulla torta deve essere la traversata
dei Lyskamm, teniamoci per quella.
Via giù allora, mentre scrutiamo le
prime cordate che si apprestano a salire sul Ghiacciaio di Verra:
dobbiamo salire il Castore, è un male necessario per poter arrivare
al nostro posto tappa. Dico “male necessario” perché l'abbiamo già salito a giugno, e
quindi lo potremmo anche evitare.. Tra l'altro vediamo già da
lontano che la via di salita è cambiata, non è più diretta per
sbucare fuori dalla cornice sulla cresta nord (dove poi in discesa ho
messo le gambe nella crepaccia terminale), ma piega verso destra per
andare a prendere la cresta sud-ovest.
Siamo ringalluzziti dalla discesa, dal
meteo, dai quattro 4mila messi in saccoccia, e giungiamo così ai
piedi della parete sud-ovest del Castore. Io inizio a stare meglio, che sia l'effetto "l'appettito vien mangiando"?! Iniziamo a salire pian
piano, ma come è cambiato lo scenario rispetto a un mesetto fa! Più
crepacci, più seracchi, meno neve.. Inizio a sentirmi meglio, ma
cerchiamo di imporci di salire con calma: non c'è fretta e dobbiamo
conservarci per domani. Nonostante ciò, siamo frenati da una cordata
davanti a noi..
Sali e fermati perché quelli davanti
van piano, non riusciamo a trovare spazio per superarli, sali e
fermati, infine arriviamo in cima al Castore (4226m), dove cerchiamo un po' di posto per
fermarci a fare sosta. Mamma mia che giornata anche questa, nubi
basse, sole alto, montagne scoperte. Siamo in mezzo al regno dei
ghiacci, dove l'uomo è un puntino nero nel bianco candore, candore
che sa però mangiarti vivo se pecchi di superbia.
Osserviamo la discesa verso il Rifugio
Quintino Sella, che vediamo mezzo avvolto tra le nubi: la cresta di
discesa non sembra male, nel senso che sembra carina! E lungo tutta
la cresta ammireremo i Lyskamm, alti, forti e possenti, che domani
vogliamo vincere. Ma in montagna non si vince, si pareggia, è questo
lo spirito!
Al Colle del Felik osserviamo la
traccia di salita. Non sembra così difficile, aerea e esposta la
traversata, chissà! Il morale è alto, sogniamo una birra, un pasto
decente, acqua buona (costi quel che costi) dopo quella di fusione
che probabilmente ha fatto stare male un po' tutti, chi più chi
meno.. E tutto ciò sta per arrivare, dobbiamo solo arrivare laggiù,
al Rifugio Quintino Sella. E come al solito sarà fato ridendo,
scherzando, cantando.
La faccenda si fa crepacciata. Dopo la Barre des Ecrins i crepacci
mi spaventano un po' meno siccome li ne abbiamo visti e attraversati
di davvero grossi. Ma son quelli che non vedi che dovrebbero
spaventarti di più! Osserviamo anche il primo tratto di salita del
giorno dopo non sarà di facile orientamento: traccia sparsa,
ghiacciaio piatto, ghiaccio duro che non permette una traccia
marcata.. ma va bene, ce la faremo! Ci sentiamo forti!
Arriviamo così al rifugio, dove ci
spogliamo, mangiamo il panino di domenica e ci beviamo una meritata
birra. Siamo a cinque 4mila saliti in 2 giorni, di cui quattro nuovi,
un'alba eccezionale a 4mila metri, due giornate di panorami
fantastici, siamo stanchi ma stiamo tenendo botta. Siamo
ringalluzziti da tutto ciò! Domani ce la faremo!
Qui altre foto.
qui relazione coi tempi.
L'avventura continua qui.
eseguire la salita al Castore è sempre una emozione grande!!!!!!!!!!!
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