Quante volte
ho già salito questa cresta? Una da allievo, 3 da istruttore, un altro paio di
volte, ma si sale sempre volentieri. E chissà coi corsi del CAI di Carpi quante altre volte
la salirò! Oggi l'inusuale occasione di salirla fuori dai corsi, anche se in
preparazione alla prossima uscita del corso A1 2018! Insomma, un corso in mezzo c'è sempre..
Logistica a
cura di Stefania, Roberto che a mezzanotte ci avvisa "Ci sono
anch'io!", colazione al solito bar di Toscolano Maderno, quello che non fa
delle paste al pistacchio, ma delle bombe al pistacchio. Con mia sorpresa al
parcheggio siamo quasi da soli, io che temevo la folla!
Dal
parcheggio la cresta è già evidente, la Maestra Stefania conduce me e Roberto
verso l'attacco. Carichi come muli per una big wall, in modo da poter fare il
più possibile in conserva. All'attacco si odono altre voci, arriva dopo poco un
solitario che gentilmente chiede se può passare e gentilmente gli rispondo
"aspetta almeno che Stefania arrivi in sosta.."
Meteo
clementemente nuvoloso: si temeva la pioggia e invece saremo tranquilli e
sereni tutt'oggi. La ragazza sale tranquilla procedendo a tiri, io e Roberto
seguiamo facendo gli asini. Altre cordate salgono, e allora le risate diventano
contagiose, così come le prese in giro "ah ma vi fate portare su da una ragazza,
vita comoda la vostra" "ma trattela bene quella ragazza". Il
circo in via..
Superati da
un paio di cordate, e dopo un po' di conserva, Stefania mi lascia passare
davanti. Chissà, deve avermi visto scalpitare come un cavallo ai box di
partenza dell'ippodromo.. Vado! Prendo tutto il materiale possibile, conserva
lunga, e..eh accidenti a me e la golosità, prendo forse dei tratti un po' impegnativi
del normale, ma almeno non mettendoci protezioni per lasciarli liberi di
passare dove vogliono.
Giunto nei
pressi dell'anticima prima della possibile discesa prima di affrontare la seconda
metà, tocca far sosta, la corda tira troppo. Discesa (e qui avrebbe tirato da
matti), e si riprende la cresta verso quella che amo chiamare la "balena
bianca". E qui, casca l'asino (quello che prima era un cavallo): ohi, io
mi ricordo di esser sempre passato di qua, ma in effetti III non è. Nemmeno IV.
Salgo la balena, ma poi sosto sotto la variante.
Gli
accidenti che non sento arrivare dai mie due compagni di cordata.. Frasi
indicibili, sarei bannato da google. Meno male quando mi raggiungono il clima
si smorza e stempera e si torna a ridere allegramente tutti insieme. Stefi,
ripassa avanti!
La cresta
ora diventa meno continua, con parecchio tratti da camminare. Conserva lunga
che frega, nuova sosta della ragazza e ripasso davanti, visto che non capiamo
bene dove siamo. Fatta tante volte, ma ammetto che in questa "zona"
deve esser cambiato qualcosa. Forse un po' di vegetazione in più che non ci ha
fatto trovare la strada, chissà.
Mi faccio
furbo, da asino torno cavallo. Accorcio la conserva facendomi addosso un buon
20-25m di corda (comodo!). Spengo il cervello e vado avanti a testa bassa. Questa
infinita cresta del Gaino.. La paura della pioggia annunciata ma che non verrà,
la voglia di tornare a casa presto, traino il gruppo mettendo poche protezioni
nella speranza di arrivare in cima senza fare soste.
Praticamente
divento un mulo da soma. Le corde tirano (mica han colpa i miei compagni, è
abbastanza normale) e segano i..quelli. E fan male a..quello. La fatica non
esiste, e devo andare avanti. Evito le varianti, ci manca solo quello, e
qualche barlume di memoria "tra poco dovresti trovare quel passaggio, poi
quello" mi assistono nella fatica.
Ecco la
vetta, ed ecco ancora la cresta da percorrere. Piegato in pausa ad aspettare
che le corde smettano di tirare (magari mentre io cammino, loro arrampicano..),
sospiri, ohmmm, ripartire, con calma (qualche urlaccio lo sento adesso). Poche
protezioni rimaste, me le farò bastare.
In vista
dell'ultimo "muro" appoggiato, butto a terra la bambola per salire
qualche metro in libertà: che goduria. Che finisce presto. Ziobono che
sfacchinata! In realtà ci eravamo forse illusi che non lo sarebbe stato, la
mente non se lo aspettava e..patatrac.
Croce,
vetta, sosta. Recupero i due, arrivano. Poca gioia, prima c'è da riprendersi. Bere
e mangiare e sdraiarsi. Ci vuole un pochetto prima di ricominciare a parlare e
quasi scherzare. Eh no, non ce l'aspettavamo così!
Uno sguardo
al panorama, qualche foto di gruppo forzata, e poi discesa. Cagnetti che ci
seguono, e finalmente alla macchina. Una riga di testo, ma ben più minuti di
cammino. Si scende verso valle, primo bar preso d'assalto per una birra e..una
pizza: vista l'ora e la fame, ci sta! tanto il traffico..siamo al Lago di Garda,
l'ultimo giorno festivo diun ponte di 4..è scontato il traffico. Tola dolsa.
Qui altre
foto.
Qui report.
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