martedì 1 maggio 2018

Un'insolita cresta del Gaino, ma altrettanto "equina"

Quante volte ho già salito questa cresta? Una da allievo, 3 da istruttore, un altro paio di volte, ma si sale sempre volentieri. E chissà coi corsi del CAI di Carpi quante altre volte la salirò! Oggi l'inusuale occasione di salirla fuori dai corsi, anche se in preparazione alla prossima uscita del corso A1 2018! Insomma, un corso in mezzo c'è sempre..

Logistica a cura di Stefania, Roberto che a mezzanotte ci avvisa "Ci sono anch'io!", colazione al solito bar di Toscolano Maderno, quello che non fa delle paste al pistacchio, ma delle bombe al pistacchio. Con mia sorpresa al parcheggio siamo quasi da soli, io che temevo la folla! 

Dal parcheggio la cresta è già evidente, la Maestra Stefania conduce me e Roberto verso l'attacco. Carichi come muli per una big wall, in modo da poter fare il più possibile in conserva. All'attacco si odono altre voci, arriva dopo poco un solitario che gentilmente chiede se può passare e gentilmente gli rispondo "aspetta almeno che Stefania arrivi in sosta.." 

Meteo clementemente nuvoloso: si temeva la pioggia e invece saremo tranquilli e sereni tutt'oggi. La ragazza sale tranquilla procedendo a tiri, io e Roberto seguiamo facendo gli asini. Altre cordate salgono, e allora le risate diventano contagiose, così come le prese in giro "ah ma vi fate portare su da una ragazza, vita comoda la vostra" "ma trattela bene quella ragazza". Il circo in via.. 

Superati da un paio di cordate, e dopo un po' di conserva, Stefania mi lascia passare davanti. Chissà, deve avermi visto scalpitare come un cavallo ai box di partenza dell'ippodromo.. Vado! Prendo tutto il materiale possibile, conserva lunga, e..eh accidenti a me e la golosità, prendo forse dei tratti un po' impegnativi del normale, ma almeno non mettendoci protezioni per lasciarli liberi di passare dove vogliono. 

Giunto nei pressi dell'anticima prima della possibile discesa prima di affrontare la seconda metà, tocca far sosta, la corda tira troppo. Discesa (e qui avrebbe tirato da matti), e si riprende la cresta verso quella che amo chiamare la "balena bianca". E qui, casca l'asino (quello che prima era un cavallo): ohi, io mi ricordo di esser sempre passato di qua, ma in effetti III non è. Nemmeno IV. Salgo la balena, ma poi sosto sotto la variante. 

Gli accidenti che non sento arrivare dai mie due compagni di cordata.. Frasi indicibili, sarei bannato da google. Meno male quando mi raggiungono il clima si smorza e stempera e si torna a ridere allegramente tutti insieme. Stefi, ripassa avanti! 

La cresta ora diventa meno continua, con parecchio tratti da camminare. Conserva lunga che frega, nuova sosta della ragazza e ripasso davanti, visto che non capiamo bene dove siamo. Fatta tante volte, ma ammetto che in questa "zona" deve esser cambiato qualcosa. Forse un po' di vegetazione in più che non ci ha fatto trovare la strada, chissà.

Mi faccio furbo, da asino torno cavallo. Accorcio la conserva facendomi addosso un buon 20-25m di corda (comodo!). Spengo il cervello e vado avanti a testa bassa. Questa infinita cresta del Gaino.. La paura della pioggia annunciata ma che non verrà, la voglia di tornare a casa presto, traino il gruppo mettendo poche protezioni nella speranza di arrivare in cima senza fare soste.

Praticamente divento un mulo da soma. Le corde tirano (mica han colpa i miei compagni, è abbastanza normale) e segano i..quelli. E fan male a..quello. La fatica non esiste, e devo andare avanti. Evito le varianti, ci manca solo quello, e qualche barlume di memoria "tra poco dovresti trovare quel passaggio, poi quello" mi assistono nella fatica.

Ecco la vetta, ed ecco ancora la cresta da percorrere. Piegato in pausa ad aspettare che le corde smettano di tirare (magari mentre io cammino, loro arrampicano..), sospiri, ohmmm, ripartire, con calma (qualche urlaccio lo sento adesso). Poche protezioni rimaste, me le farò bastare.

In vista dell'ultimo "muro" appoggiato, butto a terra la bambola per salire qualche metro in libertà: che goduria. Che finisce presto. Ziobono che sfacchinata! In realtà ci eravamo forse illusi che non lo sarebbe stato, la mente non se lo aspettava e..patatrac. 

Croce, vetta, sosta. Recupero i due, arrivano. Poca gioia, prima c'è da riprendersi. Bere e mangiare e sdraiarsi. Ci vuole un pochetto prima di ricominciare a parlare e quasi scherzare. Eh no, non ce l'aspettavamo così! 

Uno sguardo al panorama, qualche foto di gruppo forzata, e poi discesa. Cagnetti che ci seguono, e finalmente alla macchina. Una riga di testo, ma ben più minuti di cammino. Si scende verso valle, primo bar preso d'assalto per una birra e..una pizza: vista l'ora e la fame, ci sta! tanto il traffico..siamo al Lago di Garda, l'ultimo giorno festivo diun ponte di 4..è scontato il traffico. Tola dolsa.

Qui altre foto.
Qui report.

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