Idea che mi è frullata nella testa guardando le previsioni
per domenica: piogge su Alpi e Appennini, e anche in pianura nulla di positivo.
Ma c’ho voglia di sgamabare, è troppo tempo che non faccio un po’ di
resistenza. E poi mi devo allenare per un progetto che ho in mente da un
annetto, altro che questi 200km!
La sveglia non suona, o meglio, faccio un casino
nell’impostare le due che ho, e finisce che invece che svegliarmi alle 4, mi
sveglio (colpo di culo) alle 5: poco male, non dovrò percorrere nessun tratto a
buio. Colazione e via sull’argine sinistro del Secchia in direzione Po, con
l’alba che inizia. Strano osservare un’alba dal mio argine, ha tutto un suo
fascino vivere certi posti in modo inconsueto.
Nulla è cambiato su questo itinerario dall’anno scorso
(l’argine sinistro del Secchia fino al Po l’ho già percorso altre volte), e
come da copione il tratto più attritico è tra Sant’Antonio-Concordia e
Bondanello, dove vige ancora l’erba e la terra, mentre dopo sarà tutto asfalto
fino a Ferrara.
Un volpone trotta imbarazzato nell’erba alta dell’argine,
che spettacolo. Lepri si assottigliano al suolo e tirano giù le orecchie per
nascondersi, sperando che così io non riesca a vederle: illuse (ma chissà
quante mi hanno fregato con questa tecnica!). Altre lepri giocano a rincorrersi
incuranti della mia intrusione.
Viste le previsioni spero almeno di arrivare fino a Mirasole
senza pioggia, poi mi aspetto una pioggerella leggera, di quelle bastarde, e
dal pomeriggio giù catinelle! Ma a quel punto potrei chiedere l’aiuto da casa..
E invece niente pioggerella bastarda, al km 80 (a Felonica mi pare) inizia a
piovere bene, e fino a Ferrara sarà acqua a intermittenza.
La solitudine inizia a farsi sentire, me ne accorgo quando
inizio a parlare da solo, o meglio, a riflettere a voce alta. Inizia a farsi
sentire anche la sella, oh che male! Oggi, probabilmente visto il meteo,
viaggio molto in solitaria: nonostante debba essere un itinerario, anche solo a
tratti, molto frequentato, oggi incontro davvero poca gente, sia a piedi che in
bici che in auto. E tutto ciò rende magica la giornata, in quanto inaspettata
tutta questa calma nella pianura padana. Lo scorrere del Po diventa calmo
calmo, nonostante la corrente sia frenetica.
A Ferrara arrivo che sono un pulcino: dalla cintura in giù
per la pioggia, dalla cintura in su per il sudore sauna dentro
all’impermeabile. Veloce giretto per qualche foto col castello, con il duomo, e
poi non vedo l’ora di ripartire. Sono solo le 12, e siamo a 134km, ma temo gli
acquazzoni pomeridiani, e ormai voglio finire senza aiuto da casa.
E invece smette di piovere, posso addirittura cambiarmi
sotto la tenda di un negozio, che bello una maglietta asciutta. Spuntino e via
che si riparte alla ricerca del canale Burana. Magnifica ciclabile, certo,
piena di zanzare tra pochi giorni, ma affianca un canale, è sempre in ombra
grazie ai grandi pioppi che la circondano. E che neve di piumini.
Da Bondeno finiscono le ciclabili, e mi ritrovo su strade
provinciali, ma con mia sorpresa nemmeno troppo trafficate. La sella sta
diventando un salasso, ma ormai vedo solo la birra che mi aspetta a casa.. E la
tocco e sorseggio alle 15e45, dopo 210km di MTB, aver inseguito le acque del
Secchia e del Po, aver girato molto furtivamente Ferrara, aver risalito il
Burana, e aver percorso il grigiore dei collegamenti viari della bassa
modenese.
Qui altre foto.
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