domenica 20 maggio 2012

Tessari, corso A1, un serpente nel lavandino bagnato


Desidero ringraziare prima di tutto il terremoto, che mi ha fatto dormire un'ora in meno (e dopo la tirata di ieri, anche mezzora era preziosa). Faccio lo scemo, ma sono stato via tutto il giorno, perciò ancora non mi rendo conto di quello che abbia comportato come danni.. Passiamo alle cose frivole.

Uscita che doveva tenersi la scorsa domenica, rinviata a oggi causa pioggia, e oggi..pioverà!

Purtroppo niente foto, le previsioni mi fanno ben pensare di evitare di esporre apparato elettronici alle intemperie, e viste la carenza di immagini, meglio esser breve con le lettere, per non tediare. Ma il titolo rebussiano dovrebbe indurre in curiosità: mo' mi spiego.

L'uscita era preannunciata come una strage: 22 allievi per 7 istruttori, ovvero 6 cordate con un istruttore e 3 allievi, e una con 1 istruttore e 4 allievi. Maledetta matematica, non mi piace quando fai così. Alla fine per un motivo o per l'altro invece, gli allievi sono molti meno. E così mi ritrovo in cordata con Matteo: cordata da due, bene, si va meglio che in tre!

Si parte con la Via del Porce, tutto regolare, riesco pure a usare il nut mignon! E all'ultimo tiro si spiega parte del rebus. Tessari, falesia famosa per le vipere. Lego un cordino a una pianta come ancoraggio, salgo, 50cm distante da essa..un cilindro scuro che finisce affusolato prende il sole: la testa è nella roccia, ma il corpo c'è tutto. “ehm, Matteo, quando vieni su passa più a destra, c'è un serpente” poi penso un attimo e mi volto “sì, ma non è una vipera!”

Il cielo regge, dovrebbe reggere fino alle 18, quando invece si scatenerà l'inferno. Sono le 11, scendiamo a fare un'altra via. Questa l'ho fatta, questa sono 6 tiri, andiamo in questa. Ma non ne trovo l'attacco. “Facciamo qualcosa di divertente” dice lui. Ve beh, andiamo a fianco, Cip&CO_03, V grado..

E partiamo bene: due passi, appoggio la mano su qualcosa che mi pare solido, inizio a trazionare e..rumore pessimo, e la ghiaia sotto si muove. Ferma tutto. Sposta la matassa di corda, “Matteo spostati un attimo, tiro giù un sassolino”. Mani in buona presa, piede sinistro ben appoggiato, piede destro sul lato del sassolino. Leggera spinta, e viene giù un lavandino. Da adesso tasterò con doviziosa cura ogni appiglio.

Prima sosta, qualche goccia, che si fa? Caliamoci. No ha smesso, andiamo. Seconda sosta, riprende. Va beh, son tre tiri, finiamo e amen. Poche protezioni per esser svelto, ma non esco, altra sosta. Recupera. Inizia a piovere serio. La roccia passa da un bianco sporco e un grigio bagnato. Forza Matteo, ora si vola, fammi sicura. Via come un razzo verso l'uscita, 30m, due protezioni, entrambe fidandomi di cordoni già in loco nelle clessidre. All'uscita Matteo mi dirà “ma te la sei fatta in free?”, si lo so, da criminale, ma a volte la velocità è la migliore sicurezza che c'è.

Uff, siam fuori, bagnati. E il rebus è finito, la giornata anche. Matteo è (credo sia) contento, e io anche, tutto sommato bella giornata. Ora potrò riposare almeno un po'????

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