Aprile, si può ancora andare a salire
cascate di ghiaccio senza trovarle già mezzi torrenti? Che ne so io,
le salgo da un anno, e pure poche. Ma se l'esperto
dice che si può andare, andiamo. Peccato che poi l'esperto si
ricordi a metà settimana che è già impegnato (finirà a masticare
della resina) e tutto si complica. Le riserve vengono sciolte venerdì
sera alle 21e30: alle 2e30 si parte.
La giornata inizia pure bene: appena
entrati a Campo Tures troviamo un bar con luci accese, la tizia fuori
che pulisce, “scusi, è aperto” “no apre alle 6 (erano le 5e30)
ma se volete entrate pure che vi serviamo”, il tutto detto con uno
spiccato accento tetesco che avremmo ripetuto tutto il giorno. E la
colazione, con paste al plutonio, inaspettata si fa. E non è una
cosa ovvia, molte volte con questi orari, tranne in autogrill, non
trovi nulla.
Ci incamminiamo che nevischia: beh, che
ce frega, sabato scorso
pioveva! Mi preoccupa solo che se le nubi si abbassano non troveremo
la cascata a vista..ma sarà tracciata la neve! 'Ste palle! Siamo
belli carichi, le cordate saranno io
con Riccardo e Mirko
con Roberto:
io e Mirko dobbiamo fare gli esperti oggi, e questa è una parola
grossa. Ma va bene, la cascata è data con possibilità di trovare sempre del facile, ce la facciamo! 'Ste ripalle! Andremo a cercare le varianti migliori..
Seguiamo
gli sciatori, Rifugio Roma, un strada, ma dopo un po' di salita
capiamo che stiamo andando dalla parte errata. E torna giù in mezzo
al bosco. Dopo aver saggiato la neve al parcheggio e nella sicurezza
che vista la classicità di questa cascata, ci sarà una trincea che
ci porta alla sua base, abbiamo deciso di lasciare le ciaspole in
macchina. 'Ste palle!
Finiamo
su un sentiero che pare già migliore come direzione, continua a
nevischiare, ma non ci preoccupiamo. Ci preoccupa il caldo che fa, ma
la guida dice che è una cascata che si mantiene fino a stagione
inoltrata. Stavolta niente “'Ste palle”, sarà così. E fino
quasi alla malga Furth,
basta non uscire dalla traccia e riesci a galleggiare: se esci di
5cm, brum giù. Ma dalla malga, dalla quale i bimbi che aspetto
smaniosi il cioccolato vedono già la cascata (che pare pure grassa e
di un bel colore, anche se un po' coperta di neve), niente tracce.
Va
beh, se vedi la meta, non ti resta che fare tu strada! Cerco dopo la
malga ma non vedo nulla, Roberto dice di girare a destra prima del
ponte che abbiamo superato per arrivare alla malga. Parte per
saggiare la neve, quattro passi con lo stesso esito: giù fino
all'inguine. Poi va meglio e lo seguiamo. D'altronde che dobbiamo
fare? La montagna da Maometto non ci va di sicuro, occorre sudarsela!
E così sarà.
Ci
scambiamo, passo davanti io. Come diremo alla fine “l'80% dei passi
riesci a rimanere su e affondare poco (ma solo se adotti il passo
dell'usignolo), il 20% delle volte giù fino a metà coscia”. Già,
ma quel 20% pesa enormemente di più del 80! Dove sono le
ciaspole..ah già, 'ste palle. Ma la vogliamo questa cascata, perciò
avanti. Si fatica a tirare su il peso di tutto il corpo con un
quadricipite solo che tra l'altro si trova in posizione leggermente
scomoda (ovvero piede alla stessa altezza del culo, visto che l'altra
gamba è affondata), ma c'est la vie, e l'abbiamo scelta noi.
Dopo
un po' trovo una debole traccia nascosta dalla neve fresca fatta, la
seguo: permette di galleggiare un po' di più, diciamo che ha
permesso di arrivare alla media 20-80, altrimenti eravamo a 40-60. E
solo grazie al passo dell'usignolo, ovvero lento e delicato. Usciamo
dal bosco, finiamo l'argine del ruscello, e voilà, siamo alla base.
Sì, alla base del conoide nevoso da risalire. Questa cascata è
vicina, ma si allontana sempre..
E
via su per il ripido su neve fresca, e qui non c'è debole traccia
che tenga, occorre gattonare a volte. Ma sapete cosa vi dico?
Alleluja! Finalmente una cascata con dell'ingaggio! Così si che mi
sento davvero alpinista, altrimenti sabato scorso mi pareva di essere
quasi un falesista. Nulla da togliere ai falesisti, ci vado anche io,
ma oggi ho voglia di qualcosa di lungo e completo. E così sarà.
Con
una certa fatica (avremo ancora forze per la bestia di ghiaccio?)
arriviamo alla base. Nevischia ancora, ho lasciato il coprizaino a
casa, perciò opto per recarmi verso la nicchia sotto la roccia per
lasciare al riparo i nostri zaini. Ma questi ultimi metri di salita
sono in realtà con già il ghiaccio sotto..delicati! Sotto sì, ma
sotto un metro di neve da spostare! E tira calci, e scollina sulla
cornice, arrivo sotto, oh leh! Arriviamo tutti, l'avvicinamento ci ha
fatto spendere due ore e mezzo: un'ora fino alla malga, il resto
nella neve da tracciare. E siamo solo noi. Cosa abbastanza
abitudinaria, e che ogni volta mi lascia pensare.
Ci
prepariamo con calma e attacchiamo. Parte Mirko, e in 4 pieno. Forse se invece che dalla nicchia avessimo attaccato ben più
a sinistra, ma ormai siam qui. Il ghiaccio sembra buono, ma non è
tutto buchi come a Sottoguda,
qui la picca va lanciata e estratta! Dai Mirko, che poi tocca a me,
fremo ma non so ancora cosa mi aspetta. Fatico non poco, ma supero il
tiro e giungo alla sosta, attrezzata, altro motivo per il quale
abbiamo scelto questa cascata.
E
il secondo tiro sarebbe quello? Mah, ok che sembra che ci siano vari
punti per riposarsi, ma ci sono dei bei tratti verticali pare. E
tocca agli altri due tirare, ed è la prima volta che tirano da
primi.. Vedremo. Roberto arriva maledicendo le sue dragonne, un po'
provato, ma decide comunque di provare ad affrontare la lunghezza
successiva. Riccardo anche. Bene, che Dio sia con voi.
Parte
Roberto e sale dritto, Riccardo dopo un po' lo raggiunge e prende più
a sinistra, “perchè non voglio intrecciare troppo le corde” “ok,
ma guarda che li mi sembra più difficile” “beh vedo quando
arrivo li sotto”. Roberto con qualche resting prosegue e sale e
sale e arriva in sosta. Riccardo lo sento maledire la sua scelta, e
guardo un po' sbigottito.. Poi tocca a me.. Intanto di fianco a noi,
nella parte più a sinistra della cascata, vengono giù le prime
scariche di neve..
Mirko
parte, poi vado io. Accidenti a Riccardo, guarda te che cazzo di tiro
è andato a fare! Ok, che stare molto più a sinistra era facile
facile, però.. Verticale, alcune leggere pance, e pure un traverso
(per tornare sulla linea di Roberto)! In sosta mi dirà “ti ho
pensato mentre eri sul traverso, che mi tiravi degli accidenti”.
Però, che pelo. O che incoscienza. In ogni modo, chapeau. Il
ghiaccio almeno era buono per i piedi, anche se per le picche un po'
esplosivo. Adrenalina.
Bene,
siamo alla seconda sosta, quasi coperta dalla neve, fiuu. Mi conferma
il fatto che la cascata è bella imbiancata dalla neve fresca! Mirko
è già partito quando arrivo in sosta, lo vedo che va verso destra
su ghiaccio un po' esile. Andiamo e vediamo se seguirlo o stare più
a destra. Quando arrivo al bivio tentenno un po', ma poi opto per una
strada diversa, per mantenere il trand dato dal secondo tiro.
Sembrava
facile, e invece.. In traverso sbilenco, perchè io dovrei andare
dritto, ma il ghiaccio sale e piega verso la mia sinistra ma storto,
cioè alla mia sinistra va in basso. E col mezzo metro di neve fresca
sopra..è tutto un'emozione! Arrivo vicino a una serie di candele
alla mia destra, cerco per mettere un chiodo o fettuccia nella
candela, quando sento la corda tirare verso il basso, strizza nei
pantaloni, afferro la candela e mi tengo su. Era Roberto che è
scivolato sulla parte più facile..che caga! Poi salirà senza troppi
problemi.
Bene
riparti, sali ancora un po su questa linea che spinge verso sinistra
basso e poi su verso destra verso Mirko. Qualche altro passo e mi
ritrovo a piantare la picca con estrema forza per trovare un po' di
ghiaccio sotto il metro di neve. Poi non c'è più nemmeno quello,
fidati dei piedi.. Pino, sosta, evviva! Finita, spetacol. Poco più
di 3 ore e mezza per vederci tutti fuori. Il tempo è volato.
Aspettiamo
con le congratulazioni, meglio calarsi prima, che di scariche se ne
continuano a vedere, e non ti lascia tranquilla la cosa. Anche se
tutto il nostro itinerario pare al riparo, vedere intorno cosa accade
ha sempre il suo perchè. Prima doppia, poi alla seconda io e
Riccardo finiamo fino alla nicchia, Roberto e Mirko faranno doppia
anche dalla prima sosta. Non sto a spiegare i tecnicismi della cosa.
Una
sete e una fame, che tutti e quattro la prima cosa che facciamo è
rifocillarsi agli zaini. Poi con calma il resto, tra cui partire per
tornare indietro. Il tempo è volato si, ma è comunque trascorso. Io
la frontale non la vorrei usare.. Ok, se eravamo alla Funicolare,
davo per certo il suo uso, ma qui no..
Scendiamo,
e ora la neve fresca (su pendenza) di prima diventa divertente invece
che una fatica. Oddio, si fatica anche ora, ma meno. Trovo un pezzo
di ghiaccio, voglio fare un gioco.. Lo lancio giù sperando che
raccolga neve, diventi una palla e rotoli fino al ruscello. Il pezzo
di ghiaccio di partenza sarà stato 20 kg. Dopo qualche decina di
metri si ferma, inciccionito. Farlo ripartire adesso è un bello
sforzo.. Uh! Uh! (che imbecille che sono, quando sono nella neve
fresca) Uh! E riparte! Stavolta fa più strada, cresce, fa una bella
traccia che sfrutteremo a scendere, ma poi si ferma. Sarà un metro
cubo adesso. Dai che voglio che riparta! Uh! Uh! Ma stavolta nulla da
fare. Nemmeno con l'aiuto di Riccardo.
E
tornando sui nostri passi, comunque qualcuno finisce col culo a
contatto con la neve, e la gamba sempre distesa. Invece che le nostre
tracce, a un certo punto seguo l'esile traccia che avevamo trovato
dopo il totale ravanamento iniziale. Ci conduce dietro la malga: ma
non l avevo vista prima?! Va beh, pace, ci siam divertiti uguale.
Adesso poi il cielo si apre un po' e mostra sopra la nostra cascata
una cima maestosa, triangolare, con un bel paretone. Acquolina in
bocca.
Anche
il rientro dalla malga, che sembrava sicuro, ci porta a vari dubbi
sulla strada da prendere. All'andata abbiam fatto della strada in
più, vogliamo capire dove abbiamo sbagliato. Ma ciò ci porta a
sbagliare ancora! Ma poi riprenderci.. Speriamo che nessuno segua le
nostre tracce o gli parrà di girare un po' in tondo. E intanto si riceve la telefonata dell'invidia..
Arriviamo
alla macchina che sono le 17: che giornata piena! Mi ci voleva! Messa
in ordine l'attrezzatura, cambiati e puliti (circa) ci infiliamo nel
bar ristornate di fronte per una mezza pizza a testa e una birra.
Questa è vita.
Qui altre foto.
Qui report su on ice.
Ehh bravi.
RispondiEliminaInvidia a mille per non essere stato con voi.
Molto felice ed orgoglioso di avervi ben consigliato.
E' veramente un bel flusso !