“quattro coglioni che partono lo
stesso”, questo l'appellativo col quale chiudiamo la consueta mail
settimanale delle proposte per il weekend dedicato alla nostra
passione. I quattro siamo io, Mirko, Nicola, Gianluca, e siamo coglioni perché le
previsioni meteo sono inclementi anche questo weekend. C'è da
spingersi a nord per trovare una possibile finestra di tempo non
piovoso al mattino, ma ciò vuol dire quattro ore di macchina. E
secondo i miei canoni, sarà dura far giornata iin questo modo!
Ritrovo alle 2 al parcheggio, riesco a
dormire una mezz'oretta in macchina dopo l'uscita con gli amici.
Carichi come delle pile dell' IKEA partiamo, nella speranza di
riuscire a fare qualcosa. Alla sosta in autogrill ci appare la luna e
il cielo stellato: miraggio. Poi avvicinandoci ai monti i primi
cappelli sulle cime ci fan capire che le previsioni non devono aver
cosi sbagliato. Passiamo di fianco al Pelmo e ne ammiriamo le prime
luci che lo illuminano. Che lunga la salita al Pelmo.. Poi una foto
da cartolina con la luna che si corica dietro delle cime.
Però non fa freddo, e di ghiaccio se
ne vede poco. Le aspettative già basse, calano. Destinazione
Sottoguda, li di roba ce ne è , dovremmo poter passare la giornata a
fare i criceti, finchè non piove. Ma Gianluca pensa già solo a
mangiare alla fine.. Si parcheggia, ci si cambia con calma col cielo
ancora sereno. Zaini scarichi, non siamo proprio in ambiente, sembra
più una falesia. E adesso entriamo nei Serrai di Sottoguda..
Bellissimo, un canyon bello scavato e
stretto, più del Bletterbach, (qui e qui),
e colate di ghiaccio a destra e a manca. Però un po' magre..
terrore, riusciremo a fare qualcosa? Passiamo di fianco a una bella
colata, con partenza nel ruscello con salto per piantare le picche da
una roccia dall'altra sponda. Passiamo di fianco a La Cattedrale, ma
sul secondo tiro si vede una crepa della madonna, pronta a cadere
questa! Poi arriviamo da Excalibur. È lei.
Ora torniamo carichi, anche se il muro
iniziale è notevole.. Cordate io e Mirko, Nicola e Gianluca, in
alternanza, ma Nicola e Mirko partono per primi, l'esperienza
davanti! Ma tutti aspettiamo Nicola, e quando lo vediamo brasarsi e
ghisarsi dopo pochi metri, ci viene da chiederci “ma quanto è
dura?!”. Però bel posto, solo il rumore impetuoso del ruscello
(che non fa sentire la comunicazione tra cordate) e le nostre
minchiate sparate per sdrammatizzare. “ma dai, è pieno di buchi”
dico io.
Nicola invece fatica la salita, ma poi arriva su. Mirko lo segue, anche lui fatica, ci sta,
è un 4+, io non l'ho mai salito un 4+. Poi viene la volta di
Gianluca, al quale dico “ma come mai ci siamo solo noi?”, è una
domanda che mi faccio spesso alle nostre uscite.. E adesso, tocca a
me, libidine!
Zaini lasciati alla base, siamo in
versione leggera, fortuna che però la giacca l'ho già messa, se no
tra un'oretta mi bagnerei come un pulcino nella lavatrice. Cerco di
sfruttare tutti i buchi che trovo per le picche, inutile la fatica di
piantare e poi di estrarre. Si si, fatica, ma non mi pare così arduo
come dicevano. Beh, da secondo cambia tutto, in più non devo
piantare le viti, anche se però devo estrarle.. Me gusta!
Verso metà tiro capisco che Gianluca è
partito per il secondo, come? Mi arriva un blocco di ghiaccio sulla
crapa, segno indistinguibile di triurator. Riesco pure a farmi
qualche foto, ma molta salita tutta di braccia a sollevarsi sulle
picche. Ed arrivo in sosta, dove non faccio in tempo a dire due
cagate che già Mirko vuole farmi ripartire, ok.
Attacco io, tiro più facile, ma non
banale. Però non so perché oggi mi sento in forma, non ho paura
(non tanta almeno) e sono sciolto nell'arrampicata. Non sono certo
tecnico, visto che della progressione a tre passi ne varò fatto solo
mezzo metro, il resto a cercare le piazzole per i piedi, con passi
sempre brevi (prrr): Nicola dice “un triangolo evoluto!”, ma mica
tanto. Voglio strafare, pianto le viti io, non sfrutto quelle di
Gianluca. E picca picca, rampone rampone, arrivo a vedere Gianluca,
che sosta su tre chiodi e due picche, dicendomi “la mia sosta fa
cagare, ma gli spit non li ho trovati”.
Pensa pensa, cerca sotto la neve gli
spit ma nulla. Guarda gli alberi a sinistra, ma sono un po esili e
per arrivarci c'è da rischiare la neve sulla roccia. Ok, vado a
destra da quel bel pino, quindi un bel traverso scendendo e poi
risalendo, le cose da cercare di evitare insomma! E nei pressi del
pino scorgo anelli di calata, questo è buono.
Nicola e Mirko ci raggiungono, anche
una pioggerella fine, due palle. Nicola parte e lo vediamo serio e
concentrato, ma come, duro anche qui? Vai Mirko vai, anche se oggi
non sei in forma te la cavi bene e sali concludendo il tiro. Resto
solo a salire, Gianluca è già su, e devo attraversare prima di
arrivare sotto la linea di salita, obbligata dalle protezioni in
loco.
Mirko da bravo non mi tira lungo il
traverso, e mi porto alla base del muretto tutto contento, si
riparte. Eh, mica facile nemmeno qui, un po meno buchi, ma oggi
ramponi e picche lavorano da dio, e anche i bicipiti stanno bene.
Nicola è già li che cala in doppia, parte per farmi qualche foto,
poi dall'alto per rendere le foto più estreme, iniziano a lanciarmi
neve, maledetti, “fa più Monte Bianco” dice Gianluca (video).
Te lo do io il Monte Bianco!
Esco, delicato, finita, spit, doppia.
Scende la prima cordata, poi vado io, alla fine ci caliamo verso gli
anelli che avevo visto dal pino, poi in diagonale verso la prima
sosta, e sotto la pioggia alla base della cascata, mentre una cordata
guida e cliente sale (e noi rigorosi ce ne stiamo con fatica a destra
per non disturbarli!).
Che facciamo ora? Si va a mangiare. Ci
starebbe un altro tiro da qualche parte, ma c'è chi auspica i piedi
sotto il tavolo, chi non vuole più bagnarsi, chi è soddisfatto a
pieno da una giornata che poteva concludersi con un dietrofront fin
dal parcheggio. E così posso pure riuscire a fare qualche mio giro
stasera!
Via coi piedi sotto il tavolo, un
ristornate gelateria li vicino, vinello scelto dal sommelier
Bertolani e tutti allegri mangiamo con quattro risate al seguito.
Fuori piove, ma dentro splende una stellata di stronzate. In fondo di
cosa si parla? Delle nostre due grandi passioni: montagna e donne, o
donne e montagna, per non ledere la sensibilità dell'ordine..
Qui altre foto.
Qui le foto di Nicola
Qui e qui relazioni.
Qui video del terzo tiro, con i corvi che lanciano neve.
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