In questo
maggio meteorologicamente pazzerello occorre davvero tirare fuori conigli dal
cappello per concedersi uscite di svago. Meno male c’è chi è davvero mago in
questo,
Nicola.
Partiamo quindi alla volta dell’entroterra marchigiano, mai così a sud per
cercare un posto che dovrebbe essere asciutto, almeno fino alle 14, quando dopo
danno pioggia debole.
Via del Grande Traverso alle Balze della Penna.
Ma al nostro
arrivo un vento gelido soffia, vento che costringe il buon
Paolo all’inseguimento
della relazione che scappa sulla statale, mentre Nicola e Gianluca sono già sul
sentiero verso l’attacco. Partiamo anche noi, ma abbondiamo il sentiero CAI
troppo presto, e siamo costretti a salire in mezzo alla vegetazione, e oggi
machete non ne abbiamo. Partiamo bene! Ma queste Balze della Penna sono davvero estetiche, belle
forme, tanta voglia.
Ma alla
partenza della via Paolo è già dubbioso. Le nuvole sulle colline a fianco già
avanzano, il sole sta nascosto, il freddo ci morde. La va presenta dal terzo
tiro al sesto tiro un traverso che non lascerebbe possibilità di fuga in corda
doppia, e beccarsi un temporale o della roccia bagnata su un traverso di IV+
non è nella mia to do list. Insomma, sappiamo già come andrà a finire.
Gianluca parte con Nicola
che gli fa sicura, ma quando sarebbe ora di traversare a sinistra, preferisce
andare su dritto, finendo chissà dove. Si avventura sulla parete, finché non
parte anche
Roberto,
che correttamente traversa e in seguito si mette alla ricerca della sosta con
Gianluca in alto e lui in basso. Morale della favola: Gianluca disarrampica,
scende un po’ e arriva in sosta con Roberto. E noi a tremare di freddo..
Finalmente
Nicola e Paolo possono partire (
Paolo dopo una pisciatina in sicura) e
io a ruota, così mi scaldo
un po’. Delicato supero le difficoltà del primo tiro, e arrivo quasi in sosta,
non fosse che quella suocera di Nicola non vuole che arrivi li finché lui e
Paolo non sono ripartiti. E aspetta i loro comodi, con
Mirko giù che mi urla che ha freddo e vuole
partire.. Finalmente i due bisbetici partono per il secondo tiro e io posso
dare il nulla osta a Mirko.
Paolo e
Nicola si eccitano su qualche passaggio del secondo tiro (ovviamente le cordate
sono state scelte per separare i più forti, e il primo a partire di ogni
cordata in modo che i tiri duri se li beccassero i più forti), mentre sempre
più forte cresce la convinzione della calata strategica per preservare
l’asciutto dei nostri abiti. Poi partono anche Roberto e Gianluca, che
passeranno il tempo a districare i nodi creati dai loro primi con le corde,
mentre a Mirko toccherà aspettare per poter proseguire.
Non faccio
in tempo a partire per il secondo tiro, che Nicola e Gianluca mi passano a
fianco calati in doppia. Giusto così, non ci va di metterci in trappola. E dopo
poco anche io mi ritrovo alla base della parete dopo una calata da 55m e Nicola
che implora “togli il freno togli il freno che mi bruci la corda nuova”. Che
famo? Dai, qualche monotiro aspettando che inizi a piovere ci sta.
Nicola e
Gianluca partono all’improbabile esplorazione della ricerca di monotiri,
dimenticando (volendo dimenticare) che ci siamo passati davanti prima. Parto io
su “1 Rosso”, Paolo a fianco su qualcosa altro, che arrampica con le scarpe da
avvicinamento (lui che è bravo), e poi arrivano anche Nicola e Gianluca dopo la
fallita esplorazione.
E qui scatta
la Nicolata. Se quella di prima era la Paolata (ritirata in seguito a gufata,
ma ben condivisa da tutti), adesso facciamo di tutto per prendere il temporale,
e ci riusciremo! Nicola parte su un monotiro, arriva in sosta e dice a Gianluca
di salire anche lui, non di calarlo, e “prendi lo zaino”. Come su “1 Rosso” da
cui sono appena sceso, si vede che proseguono verso l’alto questi tiri. E noi?
Dico a Mirko che sta salendo a sua volta “1 Rosso” di proseguire che vediamo
com’è. E Paolo dice a Roberto che adesso si lanceranno all’inseguimento molesto
della cordata Nicola-Gianluca. Il dado è tratto.
Tutti
saliamo in modo disordinato, senza sapere su cosa e verso dove, in ogni caso su
terreno facile. Mi alterno a Mirko e salgo verso Nicola che è già alto (quarta
sosta per lui? Mirko ha concatenato due tiri di “1 Rosso”) e che ha traversato
vistosamente per giungere sopra di me. Paolo insegue Gianluca. Arrivo da Nicola
in sosta e cosa vedo? Veh che bella grotta li sopra, solo 7m, io vado li a far
sosta, c’è una catena e un albero!
Salgo li, mi
siedo comodamente sull’ albero, sono al riparo dal vento, sto al caldo, e in
seguito starò al riparo temporaneo dalla pioggia. Arriva anche Gianluca che
però sui appende alla catena. Poi dal malumore e l’invidia di chi sta sotto di
noi (ormai un po’ tutti) capisco che sta piovendo. Ritirata! D’altronde la via
è finita, a meno che si voglia tentare di uscire da questa grotta in vistoso
strapiombo sul liscio.
Ci facciamo
calare in sosta dove c’è Nicola, che lancia le corde nella speranza che
arrivino fino giù: 55m di calata, per un pelo. Pioggierella per il momento, ma
cielo minaccioso e vento freddo. E l’impermeabile ce l’hanno solo Nicola, Paolo
e Roberto, gli altri han lasciato giù tutto. Giù Nicola, giù Gianluca (la cui
giacca giù alla base sta proteggendo la mia roba e quella di Mirko), giù Paolo,
tocca a me, e giù acqua, ora piove serio.
Via svelti,
raccogli gli zaini, sistema un po’, metti l’impermeabile, e ci si incammina
verso la macchina. Un lampo, 5 secondi, tuono. Mmm, vicino. Camminiamo. Altro
lampo, 2 secondi, tuono, meglio spicciarsi, aumenta il passo cercando di non
scivolare. Altro lampo, 1 secondo, tuono, corri! E men che non si dica siamo
alla macchina.
Butta tutto
dentro, sali in macchina chi ancora con l’imbraco, vai a far metano e dopo comodamente sotto la tettoia del
distributore di benzina successivo a cambiarci e sistemarci. Sulla SS sembra di
essere a guadare un torrente, ma non possiamo andare a casa senza birra, e
partiamo alla volta di Fano alla ricerca di una pizzeria/piadineria bar.
Trovata! Ma
non ha il bagno.. Finiamo, caffè, ma non qui, andiamo in un bar così andiamo in
bagno. Ma nemmeno al bar hanno il bagno! Oh, a me scappa.. Facciamo un giretto
in spiaggia.. Il tempo di arrivare sulla riva, tirare due sassi in acqua, e in
fila aumentiamo il livello idrico e salino dell’acqua del Mar Adriatico.
Qui relazione della via iniziale (molte altre sullo stesso sito).
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