Giro
ripetuto mille volte (qui, qui, qui, qui e poi mi fermo), perciò stavolta avrei l’idea di aggiungerci la visione dell’alba, ma
aletto si sta bene, e mi ritrovo a mettermi in cammino quando l’alba è già
iniziata. Temperatura frizzante a Prada Alta, il termometro della seggiovia in
disuso segna +4. Tempo 5 minuti e metto i guanti che le mie povere dita non ne
possono più!
La visione
del Carè Alto mi suscita sempre un voglioso amaro in bocca, ma un girono (si
spera presto) pareggeremo i conti con quella piramide adamellica. Cerco di
salire a spron battuto, voglio far presto per due motivi: 1. Esser a casa in
tempo per concedermi qualche ora di sonno e non essere uno straccio stasera. 2.
Esser in tempo per una colazione a un orario da colazione. 3. Essere alla
macchina prima della perturbazione. 4. Darmi una bella stancata in velocità.
Avevo detto tre? Beh erano quattro.
Perciò vado
vado, ma la fatica che faccio mi lascia pensare che sto andando ben più piano
di quello che credevo di poter fare. Per la visione dell’alba dalla cima avevo
preventivato di incamminarmi due ore prima della stessa, ovvero 5e40. Mi sa che
a salire ci metto più di due ore. Va beh, pace e amen.
Marmotte da
ogni cantone, mi sa che anche loro guardano il calendario per capire se dal
letargo si sono svegliate troppo presto o troppo tardi. Camosci lassù stagliati
verso il cielo. Ora che c’è poca gente in giro (nessuno a parte me) la natura
da il meglio di se.
Arrivo
all’altezza del Rifugio Fiori del Baldo che sono ancora all’ombra, il sole sta dietro, e qui ho
la conferma che la patinina bianca su ogni cosa è ghiaccio. Mi sa che siamo
sotto zero, e si sente. A maggio. Continuo a salire e trovo una bella galaverna
sull’erba del Baldo.
Invece che
passare per i due rifugi, ho cercato di evitare di salire subito in cresta per
soffrire meno il vento che soffia, che combinato al freddo ha un effetto wind
chill che se posso evitare non mi dispiace. Ma ora che ci sono, la galaverna da
il meglio di se, con il lato est del Baldo al sole e quindi bagnato e senza
ghiaccio, di un bel verde erba rigogliosa primaverile, mentre il lato ovest è
bello bianco di ghiaccio su erba rinsecchita autunnale.
Ed eccomi in
cima, ad ammirare le cime adamelliche e brentiane, lontane e agoniate, uffa.
Doveva essere un giro del menga, e invece marmotte e galaverna gli han dato un
fascino inaspettato: la montagna riserba sempre sorprese, a volte belle. Guardo
l’ora, oh la peppa! Ci ho messo 1h20 a salire! E io che temevo di esser lento e
stando.. adesso capsico perché mi sentivo stanco.
Qualche foto
al panorama e poi giù. Il sole è alto, poche nubi in giro a dispetto delle
previsioni. Altre marmotte in giro, belle infreddolite anche loro mi sa!
Alle 8 sono
alla macchina, alle 8e40 davanti a me si materializza un latte macchiato e una
pasta al cioccolato: oh yeah! Poi di corsa a casa per andare a letto e
svegliarmi per i preparativi delle nozze.
Qui altre
foto.
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