Dopo la cena alla Forst, ci incuneiamo
nella Val Martello, per dormire e tentare domani una bella salita e
discesa. Giunti nei pressi dell’albergo Genziana, con nostro
stupore troviamo il parcheggio super affollato, e la cosa ci fa ben
sperare per domani (se c’è tanta gente, vuol dire che è
fattibile). Buonanotte, con panza piena.
Suona la sveglia, ma il meteo non è
buono, si volta gallone, e intanto vediamo i fari di un'auto che
arriva. Risuona la sveglia, il meteo non è cambiato, le cime sono
coperte da nuvole, ma arrivano altre due auto, ok, forza e coraggio,
alzarsi. Poca fame vista la cena di ieri.
Sci ai piedi si inizia su un toboga
ghiacciato da risalire che mi fa temere una Cima Pissola bis in discesa, ma non sarà così. Di gente ne sale,
sarà di buon auspicio si spera, il meteo è dato in miglioramento
nella seconda metà della mattina, se questo è rispettato il nostro
timing è corretto.
Ben presto siamo in vista del Rifugio
Corsi, e di due bei cascatoni di ghiaccio che mi risvegliano la
voglia di artigli metallici come propaggini dei mie arti. Non oggi
però, anche perchè chissà in che condizioni sono: doveva essere un
inverno in cui volevo salire mille cascate e provare lo scialpinismo,
è stato il viceversa.
Prima piana, poi si arriva al corsi per
un traversino che in discesa mi farà cacare a dosso, ma che supererò
con maestria innata, e i primi che scendono, chissà. Si supera il
Corsi e la traccia si insinua sotto colatine di ghiaccio. Si giunge
sulla seconda piana, che pena a scendere dover spingere tra qualche
ora!
Lassu il Rifugio Martello, ma per
trovare un itinerario più facile, e magari deviare su una cima
prima, noi svoltiamo a destra a risalire la valle che porta alla
Vedretta Lunga. Davanti a noi una comitiva di tedeschi che supereremo
tra poco.
Ma le nuvole stanno li, a 3100metri
circa. Ma risalendo questa valle, che freddo, sembra il cielo si
rischiari, dai che ce la facciamo! Dopo
la delusione di ieri poi.. Siamo fiduciosi, ancora per poco però. Di
gente ce ne è tanta, sia che saliva al Rifugio martello, sia qui,
oltre e noi e alla comitiva di una dozzina di persone, altri quattro,
e dopo altri.
Svolta a sinistra per risalire una
pendenza che potrebbe essere l'inizio del ghiacciaio, non vedo
barlumi di neve divertente da scendere. Inizio a pensare che sia
molto meglio lo scialpinismo invernale in dolomiti che il primaverile
su ghiacciaio. E il tempo non migliora.
Ormai non siamo tanto bassi rispetto al
limite delle nuvole, ma proviamo a continuare, davanti anoi quattro
tedeschi e dietro una dozzina, ma la neve dura e il vento che spazza,
rendono la traccia poco visibile, e non mi piace tanto.
Arriviamo verso quota 3000, ci sarebbe
da traversare sotto un naso roccioso, ma.. Le nuvole calano, al
visibilità si riduce a 25m, inizia a nevicare. Sono le 10, il meteo
doveva migliorare, ma qui è peggiorato. Va a cagare weekend di
merda, torniamo giù.
La nevicata si infittisce oltremodo,
gli altri continuano, ma non ci interessa, troppo inesperti noi per
rischiare. Almeno me la cavo meglio di quello che credevo su questa
neve non proprio morbida e farinosa. Doverosa la maschera, ma faccio
fatica a distinguere le profondità, non è bello.
Qualche minuto e siamo fuori dalle
nuvole, si vede un po' più lontano. Uffa, giornata in vacca, tante
aspettative e nessuna (o poche) soddisfazione. Vediamo di goderci la
discesa il più possibile! Riccardo mi aspetta, lui è più sgaggio
su questa neve, e ne approfitta per mettermi in trappola con qualche
filmato, ma non ci casco!
Qualche bella caduta non scappa,
troverò lo scarpone sfregiato dalla lamina, ma pazienza, fa parte
del gioco. Tocca pure spingere in questa valle, cercare di evitare
certi traversi fatti in salita, e cercare la neve migliore.
Ormai siamo di uovo in vista del
Rifugio Martello, ma bisogna che ci lasciamo andare, o la seconda
piana sarà un agonia da spingere tutta, e infatti. Intanto il meteo
non accenna a migliorare: come si dice, mal comune mezzo gaudio.
Per arrivare al Corsi iniziano certi
passaggini stretti e ripidi e ghiacciati che mi mettono a dura prova,
ma riesco meglio di quello che credevo! E dal Corsi deviamo a
sinistra invece che scendere per dove siamo saliti, alla ricerca di
un pendio che abbiamo visto stamani. Eccolo! Ripido, ma la neve perdona, e
ce la caviamo bene, per poi spingere di nuovo sulla piana.. Ora resta
il toboga ghiacciato, ma Riccardo lo evita, filando dentro il bosco
troppo dritto, ovvero arrivando più bassi dell'auto.
Il meteo resta plumbeo, che palle,
speriamo nella prossima, anche se temo che questa sia l'ultima
scialpinistica dell'anno: speravo coronare una stagione di
iniziazione, e invece, ciccia..
Qui altre foto.
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