Oggi proprio non posso negaglierla: Nicola la corteggiava da
anni, il meteo incerto e il mio coprifuoco non permettono di avere
piani più ambiziosi dal punto di vista dell' ”ambiente”. Già, perchè questa cascata è davvero bella, ma se ci si guarda alle spalle
si vedono le piste da sci, ogni tanto si sente della musica "tunz tunz" dei bar..
Insomma mica tanto alpinistico come luogo, ma bella è bella.
Ore 3 ritrovo al casello, ma mentre
sono fermo al semaforo vedo dietro di me arrivare un catorcio con i
fari a un qualche strano gas da tamarro di Fast and Furious, mi si
affianca, chi vuoi che sia, il capo, che mi dice “iniziamo male,
Christian è rimasto a letto”. Aspettarlo un'ora o partire? Il mio
coprifuoco vacillerebbe, ma gli darei la mia benedizione ad andare
solo loro due. Però troverebbero cordate sulla loro testa.
Telefonata al dormiglione che ci dà la sua di benedizione e..si parte.
Nonostante le poche ore di sonno, si
resta abbastanza svegli con argomenti che ci tengono vivo lo spirito.
Poi però un cambio guida alla fine ci vuole, e così mi perdo lo
zonzo tra passi dolomitici desertici di bianco. Si inizia a cercare un bar ma
non si trova, ci accontenteremo del tè di Nicola coi suoi Gran
Cereale.
Al parcheggio del Ristorante Mesoles ci
aspetta Fiorella, in vacanza in Val Badia: oggi opta per il
ghiaccio al posto dello sci in pista. Colazioniamo insieme osservando
la cascata che dal parcheggio si vede bene, anche se Nicola resterà
dubbioso fino alla fine che sia davvero lei (all'inizio un po' anche io..). La Torre Exner che svetta, sapere che là dietro c'è un paradiso escursionistico, tutto attorno a noi uno
arrampicatorio. Vacca boia che fame di montagna che mi viene!
Le piste ancora chiuse danno un
aspetto un po' più montano a questo angolo di Dolomiti, le attraversiamo puntando il flusso di ghiaccio, estetico da
matti, e da lontano parecchio vertiginoso. Si cerca la via migliore visto che appena si mette piede sulla neve “sbagliata” si sprofonda giù 40
cm (ovvero fino al suolo): ecco la traccia, mi sa che ce ne è di gente che
viene a farla.. Speriamo non trovare caos!
Ma fortunatamente siamo i primi, e dietro di noi
arriverà solo un'altra cordata (tra l'altro modenesi anche loro).
Alle 7e30 siamo alla base, il sole illumina la parte alta, ma sta per
girare e andarsene, anche perchè la perturbazione è li
dietro, la si vede bene. Estetica Lujanta, eh già, con questo paretone
di roccia alla sulla destra orografica che la protegge e le fa scudo dal
sole.
Imbragati e preparati, Nicola parte per il
primo tiro, mentre da basso io gli faccio sicura e Fiorella zompetta
a far foto e scrutare se verso l'alto vede la sosta. Il ghiaccio
sembra spaccoso sulla linea scelta, d'altronde a sinistra sembra
pisciante, vuoto, candeline e delicato. I primi 10-15 metri belli
dritti, ma lui ha alle spalle cascate tipo Rio Pelosus e Sogno del
Canadese, questa gli fa una pippa.
Le difficoltà calano, e mentre individuiamo la sosta in foto (ovvero Fiorella scatta una foto e poi
zooma per cercare la sosta), lui la trova dal vivo, anche se vedo che armeggia delicato
sul traverso. È la nostra ora, cioè, è il nostro turno. Fischia però se
è dritta! Parto io, tolgo le viti per rendere la vita della
novellina più facile, ma inizio a ripensare alla mia proposta di
tirare io il secondo tiro da primo..
Sembrano le solite scuse del climber, ma mi convinco che l'anno prossimo bisognerà cambiare ramponi: mog
fatiga! Ma quanto mi diverto lo stesso: durante la giornata farò la
macchietta lamentosa, ma ora che scrivo non serve, le risate fatte su Lujanta
sono rimaste la!
Si sale, si sale, per fortuna qualche
aggancio c'è, e dopo la parte dritta finalmente scorgo il mio amico,
ora è tutta in discesa, ehm..volevo dire, ora è più facile. Capisco tuttavia la sua titubanza sul traversino breve ma infido per arrivare
in sosta. Fiorella è dietro, e arriva anche lei.
Osservo il prosieguo. Il secondo tiro
dovrebbe essere il più facile, potrei provarci, ma la fatica accusata sul
primo mi fa titubare. Guardo e riguardo. Suvvia oggi
oso, se voglio far strada e mettere in cantiere altre salite nei
prossimi mesi, devo andare. E quindi vado. Sento che sotto sono arrivati
altri, chiedo se siano già partiti, e quando Nicola mi dice di no, vado più tranquillo, se spacco qualche crosta non dovrei far male a nessuno.
Non salgo dritto ma preferisco cercare
la via più facile: d'altronde io sono per un alpinismo classico
(ah ah), che non vuole dire “facile” ma solo "più facile". Infatti, dopo i primi metri che
tagliano verso sinistra, inizia il gioco. Mi assicuro di proteggermi
quando riesco perchè so bene di essere al limite delle forze e
capacità. Sento i piedi che non mi tengono bene, ma per fortuna
trovo ghiaccio buono e bagnato: sento anche rigolini umidi al 100% stile
grondaia lungo i pantaloni, o forse me la sono fatta addosso?!).
Tum tac, e bam.. Ci mollano i piedi
(cazzo, me lo dicono anche ad arrampicare che devo usare di più i
piedi). Tuttavia, le picche sono buone, un po' di sangue freddo e torno a calciare fino a che le punte dei ramponi facciano presa. Ecco ci sono di
nuovo, si continua.
Finalmente la parte dritta finisce e sono fuori:
ora le difficoltà calano e si procede più agevolmente. Mi guardo
sulla destra a cercare la sosta ma ancora niente. Più in alto vedo un bel
muro che potrebbe essere quello dell'ultimo tiro, la sosta sarà lì
sotto. O comunque di viti ne ho, mal che vada. Eccola li, finalmente la vedo, ma prima di poterci arrivare.. “Andrea sei comodo?” “Perchè?”
“C' è un nodo nelle corde, fermati un attimo'”. Mmmm.
Finalmente raggiungo la seconda sosta di Lujanta. Se becco quel
merdoso (o merdosi, sono due gli oggetti, non uno solo) che ha spento la cicca
della sigaretta nella neve e poi l'ha lasciata li, lo sbrano di
parolacce. Mi chiedo sempre come possa una persona che si reputa alpinista
sporcare l'ambiente, "sputare in modo così palese nel piatto in cui
mangia".
Nicola e Fiorella partono, sbucano da
sopra il muro, ne approfitto per una bella foto da qui, e presto anche loro arrivano in sosta. Nel frattempo inizia a sentirsi il caldo che fa, via i guanti. Conoscendo Nicola, sapevo che non si sarebbe lasciato
scappare il muretto davanti a noi, e infatti parte dritto su questa verticale di 10m.
Stavolta però il gatto sale con le picche di Fiorella,
Quantum Tech, mentre io proverò quelle di Nicola, X-Dream Cassin, e
Fiorella le mie Quark 2. Che giro di picche! Nicola non si vede più, ben presto finisce il tiro. Ora tocca a noi.
Parte Fiorella e, visto che il muro
è breve, prima di partire aspetto che lei lo finisca, e poi aspetto anche il
ragazzo sotto di me dell'altra cordata che gli mancano solo pochi metri per la sosta. Quando
si può essere cortesi, perchè non esserlo. Fiorella spiccozza e io le faccio qualche bella foto: saranno care queste!
È la mia volta, le picche sono belle, entrano come burro e sembrano più leggere delle mie. In
realtà scoprirò essere più pesanti. Invidio l'impugnatura, protegge le
nocche, ma noto presto che mi ghisa gli avambracci: si vede che non mi è congeniale, e dopo pochi passi ho
le braccia come se avessero fatto mille flessioni (anche meno di mille a dirla tutta..).
Belli anche questi metri, poi spianano
anche loro e ritrovo i mie due compagni in sosta, con Nicola sotto un
mugo e Fiorella sopra la sosta, pronti per la prima doppia. Questa è meglio farla breve
fino alla sosta: usiamo sola una corda, cosi evitiamo
incastri nella sterpaglia.
Ma prima una foto di gruppo e peccato
non abbia il tempo di fare un bel video al Nicola che come un gracco
imbrigliato negli arbusti geme non avendo sufficiente spazio per fare
tutte le manovre di corda del caso. Intanto l'altra cordata sale, ma
nettamente più a sinistra di noi, così che possiamo calarci senza dare
fastidio a nessuno.
Seconda doppia, bella lunga giù fino alla base: Nicola ci mette un po' a scendere per essere sicuro di arrivarci e nel frattempo io e Fiorella ce la polleggiamo in sosta con le sigarette di
ghiaccio. Quando finalmente ci chiama, "libera!", partiamo per una bella doppia verticale e per tornare alla base della cascata! E anche questa è fatta! Con lo
spavaldo che dice “sono tanti anni che le facevo la corte, la
credevo più dura”.
Orario perfetto, ci sta pure una bella
mangiata al Ristorante Mesoles prima di ripartire, birra, affettati,
spatzlee, goulash con canederli: mica ogni piatto a testa, uno solo di ognuno e poi tutto diviso! Tranne la
birra. Ciao Dolomiti, ci si vede presto, si spera. Intanto l'anno
prossimo da concatenare Pisciadu e Exner, tiè.
Qui altre foto.
Qui report.
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