I weekend
faticosi ci piacciono? Sì! Ed eccone un altro.
Le sorprese
ci piacciono? Dipende.
Gli inganni
ci piacciono? Meglio farli che subirli!
Partiamo
intanto con un bel giretto in bici da corsa, ringraziando il buon Roberto che
mi presta il suo mezzo e attacchi e il depilato Mattia che mi presta le sue
scarpe. Il cicloplebeo sale in sella con Roberta e compari, da Ca di Sola a
Sestola, passando per.. passando per.. boh, a ogni bivio devo aspettare di
sapere dove andare! Ma alla fine un bel 130km con 2200 D+ è in saccoccia:
allenamento di quadricipiti per le salite in montagna!
La sorpresa.
Che Dio poi abbia in gloria, magari presto, i ladri che su quattro delle cinque
auto parcheggiate ne han rotti due vetri, due serrature (tra cui la mia), e
rubato telepass, borse, scarpe, occhiali, e altro. Nella mia nulla, forse
l'odore o le sembianze di un fienile han fatto desistere dall'esplorare
l'abitacolo. Meglio così, ma ora che due palle assicurazione e carrozziere!
Ringraziamo la fiat che ha dotato la portiera del guidatore dell'unica
serratura a chiave: rotta quella, nemmeno dal baule si entra se si rompe il
telecomando!
Smaltiamo il
nervoso con un seratone. Andiamo a vedere questo "Modena Street
Food", e mai coppia di amici fu più affiatata. Tempi biblici per
parcheggiare, ma ormai siamo qui, andiamo: mille persone al Novi Sad, file
interminabili davanti a ogni stand, e noi che camminiamo a passo svelto,
misantropi, odiatori della folla e del reggaeton a volumi da danni all'udito.
"Ste, quanto si vede che in questo posto stiamo male, guarda entrambi che
passo svelto abbiamo!". E infatti si mangia altrove, per poi sfogarsi con
le nostre (nostri) DJ preferite/i. L'inganno: arrivano tardi e solo dopo
un'altra (altro).
#ancheoggisidormedomani
#riposeremoquandosaremomorti e dai che la domenica è dedicata al Corso A1 del CAI di Carpi!
Disclaimer: la mia professionalità mi spinge a specificare che essendo
abbastanza conscio delle mie capacità di resistenza fisico mentale, sapevo bene
che mi sarei sentito in grado di affrontare la giornata di domenica nonostante
la giornata e nottata di sabato. Finito momento serio, torniamo a fare i
cazzoni. Dai, diciamo burloni.
Seconda
uscita del corso, destinazione falesia, obiettivo arrampicare. L'inganno: ma
nemmeno voluto, evoluto durante la giornata. Nonostante alcune mie perplessità,
andiamo a Marciaga: in auto collasso in un nemmeno profondo sonno, per
risvegliarmi sotto un cielo grigio ad Affi. Beh, ma che è?! Ferma tutto, meglio
così, almeno non griglieremo in parete. Sorpresa positiva.
Lo stomaco
si è risvegliato, il bar è spacciato. Con mia grande sorpresa, in modo
ordinato, efficiente e veloce, le persone finiscono colazione ed escono man
mano, senza nemmeno bisogno di richiamarle all'ordine: son commosso. Si
riparte, ogni auto sceglie la strada che più la aggrada, sol che arrivate al
parcheggio..
En marche,
all togheter, temperature buone ma ancora per poco, nessuno in giro per fortuna
(la misantropia!), e tutti carichi. I porcospini mi accarezzano presto le
caviglie, ma c'è pure chi gira coi sandali, quindi qualcuno è ancora più
coccolato. Ben presto sotto le pareti, il primo gruppo si ferma al suo settore,
noi continuiamo dritti dritti, fino in fondo, alle ultime 4 vie.
Qualcuno
perso un po' per strada, ma arriva anche lui. Divisione in sottogruppi e alla
fine in cordate, e la giornata inizia! Il classico tirello per portare su una
corda: prima Fabio, poi io, mostrando di volta in volta anche il secchiello e
il grigri come assicuratori. Evvai, 15m
di arrampicata fatti!
E ora è
tocca a loro salire, chi più bravo chi un po' meno, ma d'altronde è un corso
base. Chiamare per nome però entra difficilmente in testa: in situazione di
parete affollate, è fondamentale chiamarsi per nome quando si impartiscono quei
due o tre comandi base. Ripeti e ripeti, finchè Giovanni a una nuova
bacchettata esclama "Blocca Giovanni" "Ma Giovanni te sei su!
Devi dire Blocca Steve!", e le risate abbondano.
Simulazioni
di salita da primi, ma occhio, sempre con una corda dall'alto: così capiscono
un po' le difficoltà della rinviata, la gestualità, come sia più opportuno
apparecchiarsi l'imbraco. Non ho già più voce: insegnare è molto più stancante
che arrampicare. Quando poi devi avere occhi attenti non solo su quello che fai
tu, ma anche quello che fanno gli altri.. Quando poi ci sono degli otto fatti
quattro volte di fila e ogni volta in modo diverso, e sbagliato..
Finchè ci
siamo mostriamo anche le protezioni rapide e il loro posizionamento: un grosso
investimento in vista della prossima uscita. Intanto dei "Gatto
Silvestro" arrampicano scivolando sulla parete a fianco, "tranquillo
che prossimo weekend saranno più facili!". Aggiungiamo pure una salita
attrezzata a clessidre e nuts, per fargli provare a toglierli quando si è
impiccati.
A lato si
prova pure a metterne giù di protezioni, e così.. piovono nuts: mi tocca
addentrarmi nel porcospino per recuperarne uno, per la gioia delle carezze alle
mie caviglie. Intano c'è pure chi vede soste e ne ripassa, insomma, da una
giornata prettamente di arrampicata, si sta passando a una super didattica! E
loro c'han pure fame di ciò! Chi più chi meno..
Ci si sposta
per provare anche la simulazione di un tiro di corda, ciliegina sulla torta,
finchè non arrivano temporali, che alla fine non verranno nemmeno. Con me Ester
e Ilaria che, sfortuna loro, tartasso da tutto il giorno. Saliamo un tranquillo
4a, con una mezza doppiata che..finisce troppo presto. Per fortuna basta che Ilaria
si sciolga dalla sosta alla base e si avvicini un po' alla parete per
permettermi di andare in catena.
Oh però, che
terrazzino piccino. Che terrazzino inclinato. Va beh, sono quasi appeso nel
vuoto, mi sa che si divertiranno a questa esposizione vista Lago! Recupero le
allieve, ormai un po' stanche e cotte, è normale che lo siano. Arriva prima
Ester, stanca ma concentrata nel fare le cose: lei può anche usufruire di uno
spazio maggiore e più confortevole.
Ilaria
invece poverina, arriva che lo spazio è davvero poco, e il tremore dei suoi
polpacci mi fa capire non si senta troppo a proprio agio. Daje, te do' 'na mano
a far le manovre, e una mano dietro la schiena a reggerti meglio. Una
"foto di via" vista Lago ci sta.
E ora, come
scendere? Doppie! E farsi la longe in questa situazione non è come farla a casa
in cucina eh?! Diverse prospettive. Poi
giù, prima Ilaria poi Ester, più tranquille di quello che avrei pensato. E una
volta tutti di nuovo a terra, si capisce che loro sarebbero anche già a posto
per oggi.
Raggiungiamo
gli altri con la scarpetta di cenerentola nel mio zaino: chi l'avrà persa? Per
fortuna lo chiedo, perchè il proprietario manco se ne era accorto. Il clima è
più disteso, forse il rilassamento è dovuto alla stanchezza, e si può ridere e
scherzare dimenticando il rapporto istruttori allievi. E si può pure far
cantare un chiodo a furia di martellate!
Per oggi
basta, c'è poi chi sogna la birra dalle 9e30, non vogliamo deluderla. Ultimo
passaggio arguto sul cancello (eh oh scusate, abbiam sbagliato sentiero di
rientro) e ad accoglierci con l'altro gruppo, troviamo due torte gentilmente
offerte da uno dei ragazzi, e scaldate dal forno a microonde modello Volkswagen
golf! Ora manca solo il terzo tempo a birra, panini e gelato. Eccolo. Prima di
ricollassare in auto.
Qui altre
foto.
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