domenica 10 dicembre 2017

Verglassati sul Baldo

Tutto come c'era da aspettarsi! Le previsioni meteo non lasciavano scampo: se si vuole fare qualcosa in montagna oggi, si può solo fare un trekking, ed essendo consci che si finirà nella bufera. E così è stato, anche se più di quello che avrei pensato. 
Si parte tardi, con calma. Forse si fosse partiti prima poteva andare un po' meglio, ma non sarebbe stato altrettanto pittoresco.. Ci incamminiamo dal parcheggio di Prada Alta senza vento, con qualche fiocco che cade, Cima Costabella sgombra da nubi, e salita con solo qualche chiazza di neve.
Direttissima sotto i piloni della funivia, e quando si esce dal bosco la nevicata si è fatta più "rumorosa". Il panorama si sta preparando a svanire dentro le nuvole. L'orizzonte è più "vicino" di quello che è. Il vento comincia  afarsi sentire, ma è solo una carezza sul viso al momento. Ma Cima Costabella si copre..
La bandiera del Rifugio Fiori del Baldo sventola festante, ma c'è poco da festeggiare: il vento inizia  a farsi sentire, non più una carezza ma una mano pesante che ti viene addosso. Proseguiamo visto che manca poco, ma una volta al "riparo" delle mura dell'edificio, mi tocca mettere la giacca: anche a me. E siamo pure in mezzo alle nuvole adesso.
Crestone verso il Rifugio Chierego, che raggiungiamo in poco tempo sbattendoci il muso contro (non si vede a 20m). Stefania che si mette le moffole e le mani con le moffole in tasca che non ce la fa più! Giunti al rifugio "bhe Ste ormai arriviamo in cima, manca poco" "ok, ma a scendere ci fermiamo al rifugio!".
Comincio a sentire il cappuccio "rigido", rumoroso quando cerco di muovere la testa per girarmi a vedere se lei mi segue. Il braccio sinistro ha movenze robotiche. Su di noi si sta formando uno strato di ghiaccio che ci avvolge come la carta stagnola avvolge il pollo. Ecco, ottimo paragone!
Sotto raffiche che sono veri schiaffi, nuvole che cavalcano l'aria, umidità e acqua solida addosso a noi (i capelli di Stefania che escono dal cappuccio somigliano sempre di più a un corallo!), finalmente arriviamo in cima, e ci lanciamo dentro l'osservatorio per ripararci almeno un po' dell'impetuosità del vento e freddo. Brrrrrrrr!
Ma una foto devo scattarla: difficile togliermi lo zaino (ghiacciato pure lui addosso a me), cerco quello della Ste, ma..è morto. La batteria non ha retto alle temperature. Mi tolgo il mio, il pollo che si leva un pezzo di stagnola per scoprire le ali. Mamma mia che senso questo ghiaccio screpolato sulla giacca! Finire verglassato io stesso..era un'esperienza che mi mancava!
Via giù di corsa, ma anche i pantaloni sono ghiacciata, il ginocchio quasi non può piegarsi per la rigidità forzata del vestiario. C'è da ridere meno quando inizio a sentire che le ciglia destre si stanno incollando tra loro: quelle sotto a quelle sopra.. Via!!!
A metà strada Stefania mi dice che non ci vede più: occhiale congelato! Mano nella mano si arriva al Rifugio Chierego, e niente: lei vuole entrare. Io fuggirei giù, ma la vedo piuttosto "in difficoltà". Il gestore ci accoglie con un "dammi i tuoi occhiali, che sono esperto nello scongelarli". Una polenta e un vino rosso, i pantaloni che diventano fradici man mano che il ghiaccio si scioglie, la stufa che diventa la nostra migliore amica!
"Quando usciremo moriremo per lo sbalzo termico" e invece no, si sta quasi decentemente. Ben presto fuori dalla nuvole, e a differenza della salita si va a cercare tutte le lingue di neve possibile per esser più veloci e salvare le ginocchia!
Invidiando le marmotte (ma anche no) risalendo un tratto perchè ho sbagliato sentiero, eccoci all'auto, coperta da qualche cm di neve. In mutande per mettermi qualcosa di asciutto, e via verso il traffico e la doccia calda. Anche oggi il mio bel freddo l'ho preso: allenarsi per l'Antartide (scherzo).

Qui altre foto.

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