sabato 23 dicembre 2017

Cambiare idea: Vajo Nascosto poi Vajo Bianco e Vajo Cima

Weekend scorso le condizioni in Piccole Dolomiti erano davvero eccezionali: poca neve che rendeva i vaji pi facili ricchi di saltini imprevisti, ma quella che c'era era talmente dura da rendere i pi difficili pi abbordabili. Maledetto rialzo termico che già venerdì si fa sentire.. Però, speriamo che.. Magari potremmo..
Giorgio butta l'idea dell'Intramosca: duretto, ma magari se la neve è come il weekend scorso, potremmo farcela. Partiamo, poi al massimo ripieghiamo uscendo su roba pi facile. Anche il Nascosto ci stuzzicava, ma forse val la pena approfittare della bontà delle condizioni e osare.
Partenza molesta, ma nemmeno troppo: ma entrambi abbiamo dormito poco, e il viaggio d'andata richiede due cambi alla guida. Arriviamo al parcheggio del Rifugio Campogrosso già ben popolato: colazione al sacco e una stanchezza già vistosa sulle nostre facce vogliose ma non convinte. Ci incamminiamo che la frontale serve ancora per poco.
Il cielo sereno rende l'alba magica, colorata di tenue sulle cime che vorremmo solcare, su quel parco giochi che tanto amiamo. Le piccozze fremono, i polpacci dormono sapendo che presto dovranno svegliarsi di soprassalto. Una lama di luce taglia l'orizzonte verso la pianura e il mare. Tante frontali sparse a diversi livelli degli avvicinamenti. Fa caldo.
Bestia se fa caldo, non mi piace. Incontriamo Tarcisio Bello e amici, si scambiano due chiacchiere e lo scontato "Che andate a fare" "Pensavamo l'Intramosca" "Oh però, avete alzato il tiro", mannaggia se suona male questa frase! Certo, lo dice in senso buono, ma io che sono fifone di natura.. Va beh, vediamo le altre persone che troviamo che dicono.
Incontriamo varie persone, e tra queste due che esprimono perplessità sulle condizioni del vajo oggi. E non è che ci possa scappare tanto facilmente dopo.. E se all'attacco non dovesse piacerci, non possiamo nemmeno scendere per andare a prendere il Nascosto. Ecco, giusto alla partenza parlavamo di "rinunce", sta a vedere che ce la siamo tirata.
Siamo all'imbocco del Vajo dei Colori: inizia la partita. Si parte dolci, lo sò, me lo ricordo. Ben presto però arriva quella possibilità di un tratto pi ripido su poca neve su roccia, divertente e che lascia sbucare sul dossone che porta verso gli attacchi del Valdagno. La neve non come lo scorso weekend, cede spesso. Non brutta, ma nemmeno bellissima.
Finito il dossone, ci si ributta nel Vajo dei Colori, e siamo giusto giusto sotto il paretone che se traversato verso destra porta all'imbocco del Vajo Nascosto. Tastata la neve, non sono molto convinto dell'Intramosca, due parole col mio amico e decidiamo di spostarci sul Nascosto che "schifo non mi fa!". Speriamo non ci sia rimasto male..
Traversone ed eccoci sotto uno scivolo più ripido. Ci si diverte di più adesso! Modalità trazione e salire, più stretti. Dai che forse abbiamo fatto bene e troviamo qualcosa di bello lo stesso. Guarda anche che bello incassato quello scivolo a sinistra, ma chissà dove porta..non rischiamo dai. Proseguiamo nel relazionato.
Ma il prossimo bivio invoglia troppo "andare a scoprire".. Per nulla titubante all'inizio mi infilo nel budellino a sinistra dell'originale, chissà dove porta. Pochi metri dopo, un tratto verticale e poi chissà.. Ora titubo, ma fremo, il ragazzo dietro tifa, e allora andiamo a vedere, al massimo torneremo indietro a gambero. Un gambero dritto.
Bello bello, neve buona che cigola di sano! Poi ancora ignoto, e nessun raccordo visibile col vero tracciato sulla nostra destra, dietro a un crinale. Vabbeh, ormai saliamo e speriamo! Si sale ancora un pochetto, poi meglio dare un'occhiata a destra per vedere se si possa tornare dentro al Nascosto.. Delle tracce laggiù ci confermano che siamo su una variante, il cielo e l'ignoto sulle nostre teste ci confermano che sia meglio tornare al mondo conosciuto.
Scavallando un gioco di vento, e traversando su del soffice poco rassicurante, rieccoci dentro il vero Vajo Nascosto. Dai dai che andiamo bene! Ma ben presto cambiamo parere: sulla sinistra parte evidente il canalino camino tratto chiave del vaio (che a casa vedrò in foto essere uno scivolo nevoso. Tutto in ghiaccio, o quasi, visto che nei primi metri ne manca un pezzo..
Ci sono pure due che stanno venendo via. Ottimo auspicio! Metti anche che riusciamo a passare, poi sopra come sarà?! Che palle esser fifone.. Scambi di opinione coi due ragazzi e andiamo a vedere. Un vecchio chiodo per far sosta sotto al tiro, poi un passo su metro su quasi niente e forse leggermente strapiombante. Come spesso accade, tiro indietro io: magari anche Giorgio era molto poco convinto, di certo accetta i miei timori.
E via sul terzo vaio allora, ci infila nel Vajo Bianco. Estetico, ma molto pi facile. Gran parte dei timori che ho avuto sono per il riscaldamento, e quelle pareti sopra le nostre teste che già si stanno ben abbronzando lasciando cadere i primi lembi di pelle. Pelle piuttosto rocciosa e dalle masse non importanti ma fastidiose.. E anche il Vajo Bianco non è da meno..
Cerchiamo di esser svelti, ma la neve qui non è come prima: molto pi sfondosa, tanta riportata dal vento che ha cancellato tracce e coperto il duro che c'era. Ma ora l'importante è darsi una mossa e uscire! Si sale in appoggio sulle picche, e un bel masso al centro del vajo ci concede riposo e ristoro. Un masso grande come un ducato, caduto da qualche parte lassù..
Dopo aver studiato le possibilità di uscita (la guida sempre nello zaino!) continuiamo la nostra salita, cercando la neve migliore e schivando i detriti. Ambiente spettacolare, maestoso, grande: è impossibile non sentirsi piccoli dentro queste profonde viscere della montagna.
Ecco l'uscita classica, di sinistra. Banale dai, poi tocca finire in mezzo a dei pendii non molto rassicuranti: non dovrebbero esserci grossi pericoli oggi, ma se si può evitare.. Continuiamo a salire e vediamo com'è l'altra di uscita, che ci risulta nascosta alla vista al momento.
Eccola! Beh molto più bella, con una serie di possibili canalini tra le rocce: nulla di complicato, ma ben più estetico di un uniforme pendio.. Mi infilo dove delle vecchie tracce fanno capire che da qualche parte si va. Un bel tratto che rinvigorisce gambe e braccia. Si sale, si ride e si scherza ora che si vede la fine.
Amareggiati (forse) per le due salite che si voleva compiere, ma quelle volte che senti che non il caso, ascoltale le vocine. Già rischiamo tanto quando non lo sappiamo, almeno quando lo temiamo..non facciamolo. Lo so, non diventerò mai un grande alpinista di questo passo, ma chissene. Io devo divertirmi, non dimostrare niente a nessuno.
Guarda che sole! Senti che fame! Senti che sete! Ci svacchiamo un attimino, e poi la decisione: si va in cima! Anche oggi, la seconda per lui, la terza per me in una settimana.. Speriamo solo il traverso non sia così maledetto come l'altra volta. Ma siamo astuti, prendiamo quello che passa sopra..
Saliamo fin sopra la Sfinge, e ancora di più. Il sole è caldissimo, il riverbero aumenta l'afa, e le rocce non sono più incrostate come settimana scorsa. Scorrerci sotto non è comunque una passeggiata, qualche tratto ripido c'è e la sassaiola pure.
Giunti nei pressi del Vajo Cima, tracciato, "Giorgio ci finiamo i polpacci su quello?!" ma sì dai, e via su per gli ultimi 40m in piolet leggera, con la neve che regge ancora bene, ma le pareti laterali che scaricano: velocità, o come diceva il mitico, "ritmo ritmo!".
E sbuchiamo sulla cresta di Cima Carega, che sul versante all'ombra ha un bel plateau luccicante di ghiaccio.. Piccola esplorazione verso nord, per vedere i vaji duri del versante nordovest, e poi basta che il sole caldo, noi sudati, e il vento dispettoso. Cima, di nuovo. Foto di rito, e discesa verso il passo tra cima e rifugio e svaccata a bere e mangiare. Bere, ho pi di due litri con me, e non mi bastano..
Sta per cominciare la parte più straziante della giornata: la discesa. La discesa straziante?! Ma sei matto?! Porca putt, mettete voi questi bellissimi Blade Runner su questa neve papposa! Ramponi top per salire, ma che per quanto riguardano l'antizzoccolo peccano più di tutte le maremme del mondo! Tratti dove ogni passo bisogna colpire il piede con la picca sperando di togliere quella palla di neve che pi volte rischia di farci scivolare. Maledetta e maledetti.
Bocchetta Mosca raggiunta tra mille imprecazioni, ma non finita. C il sentiero fino alla Bocchetta Fondi, assolato, papposo, acquoso, merdoso. E colpisci il piede, una danza sembra, quelli che si picchiano le mani su caviglie e ginocchia mentre col loro bel naso rosso intonano canzoni da Octoberfest.
Per fortuna il Boale dei Fondi all'ombra, e li la neve bella e regge. Si scende ripidi, ma senza doversi picchiare da soli i piedi.. I passaggi sempre pi numerosi, lo hanno addomesticato maggiormente rispetto a sabato scorso, ma qualche tratto ripido che richiede attenzione c'è..
Praticamente da quando siamo partiti, sogniamo il rientro all'auto al sole, caldo, potersi svaccare con calma a mangiare, bere le birre che ho in auto e dormire al tepore della palla di fuoco Invece il cielo è velato, tira vento, fa freddo. Tocca mangiare col piumino sui tavoli del Rifugio Campogrosso (chiuso), e poi scappare di corsa verso valle, dove moriamo in un parcheggio tra le braccia di morfeo.

Qui altre foto.
Qui report.
Qui la guida.

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