Siccome non riesco a fare altro,
escogito una giornatina nella mia palestra preferita: l’Appennino
reggiano.
La sveglia suona alle 0e30, perché vorrei iniziare il
trekking che mi sono prefissato con un’alba sul Cusna: ma ho troppo
sonno vista l’intensa settimana di lavoro, perciò volto gallone e
mi sveglio due ore dopo. Un safari di animali da Cerredolo fino al
parcheggio: una capriola che mi evita con una capriola, un roditore
che non capisco cosa sia, una volpe, e altri ungulati. E al
parcheggio? Mentre mi cambio una volpacchiotta mi passa dietro a
pochi metri, guardinga ma socievole, si sposta a mangiucchiare
qualcosa: la avvicino a 4 metri e non fa una piega..tac, foto (da
bestia vista la luce e la macchina fotografica..).
Via si parte. Cerco di tenere un buon
passo, lo scopo di oggi è fare un po’ di allenamento, la zona la
conosco e i panorami pure: ma resto sempre affascinato dal suo verde
che abbaglia. Fastidiosissime mosche mi innervosiranno tutto il
giorno: e passi il ronzarmi intorno mentre tutto sudato salgo, e
passi il posarsi sullo zaino e scroccare così un passaggio verso
l’alto, ma rompermi il cazzo in faccia no! Sbraccio come una
scimmia, se uno mi vedesse da lontano penserebbe che lotto con l’uomo
invisibile.
Come sempre sbucare dal Passone e
godersi l’Abetina Reale, il Prado, la valle dell’Ozola, fa il suo
effetto. Poi via sulla schiena del gigante, che solletico fino a
giungere alle roccette. Le roccette del Cusna, mi fanno riflettere
sulla mia evoluzione: la prima volta che le affrontai, ero timoroso,
e le salii con un po’ di preoccupazione. Ora quasi quasi ci corro
sopra. Evoluzione dell’alpinismo (almeno, ci provo).
Prima cima raggiunta, mi mangio
qualcosa e cerco di approfittare della madonna per asciugare la
maglietta: la madonna indossatrice, ma invano, me la cambio e amen. E
adesso vero il Prado: già concatenate altre volte queste due cime,
ma sempre passando per la costa delle veline. Oggi invece decido di
scendere fino a Presa Alta e risalire.
Finora mi sono stupito di vedere poche
marmotte, ma mi rifaccio presto. E scendendo, sui pratoni sotto di me
un numeroso branco di caprioli. O cervi? O altro? Non lo so, ma sono
più di venti, che spettacolo! E per continuare il safari, un mega
rapace sta appollaiato sul crinale: un’aquila? Non lo, son lontano
ma sembra grande grande. E poi ha più il fare di un avvoltoio, così
fermo ad aspettare una carcassa: la mia non l’avrai!
E rientro nel bosco: che piacevole
frescura.. Rispetto al caldo della pianura si sta bene, si suda ma si
sta bene. Da Presa Alta risalgo, sempre nel fresco del bosco. Ormai
l’ora è abbastanza avanti da dover incontrare altri escursionisti,
invece pochi e rari. Meglio. Poi mi tocca abbandonare il bosco per un
assolato crinale: eh, ma lo sapevo che sarebbe stato così!
Seconda cima, Prado. Rimpastando la
frase di Marco di domenica scorsa,
“beh, due 2000, è come aver fatto un 4000!”. Magari, e
ricomincio a sognare le salite sui giganti alpini. Altra sosta per
mangiare, e per stendere un po’ i vestiti al sole. Ma il sole
inizia a fare il timido.. E nuvoloni sembrano salire sul versante
nord del Cusna. La mia idea era scendere nella valle del Dolo e da
qualche parte risalire su Ravino e o sull’Alpe di Vallestrina: ma
non ho voglia di pigliare un temporale, i miei 2000m di dislivello
direi di averli circa fatti, a casa avrei di come occupare il tempo
(eccome), perciò giù.
Ovviamente mica giù per il sentiero
facile, ma per la delicata (ma solo in un tratto) e esposta cresta
nord del Prado, e ancora per l’esposta cresta nord del Cipolla. E
intanto anche dal Passone salgono nubi. E sul Ravino non si deve
stare troppo bene.. Dai, ho fatto la scelta corretta.
E così finisce la giornata montana di
oggi, immerso nel piacere della mia palestra, tra animali, verde, e
libertà nella mente. Avrei voluto concluderla con un giro (e un
bagno, perché no?!) alle cascate del Golfarone, ma non ho patito
così caldo, e dalle auto vedo che sono affollate!
Qui altre foto.
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