Col rodimento ancora di ieri,
oggi sappiamo affrontare una giornata di freddo, noia, e ancora
freddo: ma va bene così, l’abbiamo scelto noi e mi fa piacere
partecipare attivamente a questo corso nuovo e quasi innovativo per il CAI di Carpi: corso AG1.
Per essere sicuri (più sicuri) di
prendere il posto sulla cascata facile e larga e iniziare ad
attrezzarla, io, Roberto, Mirko, Gianluca e Cristian (allievo mattiniero) partiamo un’ora prima
degli altri, ovvero alle 4. Ma ne varrà la pena, o meglio, sarà uno
sforzo con uno scopo! La partenza a un orario del genere ha una
grossa pecca: la colazione è servita a Nogaredo est, non in un bel
bar di paese.
Arriviamo al parcheggio e una
telefonata di Nicola ci
rivela che non è molto il tempo che ci distacca, ma tanto loro
devono ancora fare colazione.. Quindi partiamo armati come muli, due
corde a testa, e che corde: i canaponi del CAI. L’avvicinamento me
lo ricordavo più breve, ma è godibile dai. Il freddo nonostante i
-6 del termometro della macchina, non è così pungente.
Ci caliamo nel canyon tramite le
scalette, e scorgiamo la prima cascata. Mah, sembra duretta, però
dalle indicazioni dateci dal grande capo dovrebbe esser qui.
Sbrighiamoci ad attrezzare, anche perché prima finiamo e prima
possiamo spicozzare allegramente tra di noi prima che arrivino gli
altri: una mezzora di sollazzo prima del corso. Mentre io e Mirko
attrezziamo, Roberto esplora e ne trova una più facile: ok andiam
la, disattrezziamo e appena arriviamo a prendere il posto alla
cascata semplice, arriva un altro corso: per un pelo!
Bene bene, abbiam tirato giù due
corde, ci leghiamo in fretta e furia con le nostre mezze per tirare
qualcosa prima che arrivi il corso, siam li con le picche in mano,
e..arriva la cavalleria. Rimetti al cinturone le picche e inizia a
fare lezione.
Nicola è davvero preparato e bravo
nello spiegare, si è prefissato una buona scaletta di argomenti e di
pratica. Meglio vestirsi a questo punto, ci sarà da star fermi!
Intanto Nicola per dimostrare come si fa, si fa quasi due tiri, e io
e Mirko a pensare invidiosi alla vendetta di domani.. Attrezzate ci
sono tre salite: una a sinistra lunga 35m, una a destra sui 15m, e
sopra quest’ultima (c’è un pianoro) parte un bel salto verticale
di 12m.
Gli allievi si rivelano davvero
motivati e preparati. Eseguono gli esercizi che Nicola propone, fanno
domande, partecipano. Quando è ora di salire davvero, vanno spediti
e senza troppi freni. Chi sale più in alto e che più in basso, ma
tutti vanno. Considerando che c’è chi viene solo da un AR1, non è
male. Davvero motivati, sicuri, senza timori, e con buoni risultati.
Chapeau.
Brutta storia l’elisoccorso che
inizia a girare sopra le nostre teste, e che dopo qualche
ricognizione si abbassa di fianco a noi (azzo che spostamento d’aria)
e poi cala il verricello. Il malcapitato pare che se la cavi con poco o nulla per fortuna!
Siamo già rassegnati a una giornata da
ginecologi: lavoriamo dove gli altri si divertono. Ma verso le 14,
una volta che tutti i corsisti han salito il tiro “lungo”, “posso
salire io, mi fai sicura?”. Evvai, un po’ di divertimento a noi
anche. Mi spoglio (prevedo scaldarmi bene) e parto. Inizia a
nevicare, perfetto. Cerco i passaggi un po’ più duri, ma mi rendo
conto che le ore fermo e le scarse aspettative mi condizionano. Parte
alta al cardiopalma, visto il rumore vuoto e il tonfo rimbombante che
sia picca che ramponi fanno.
Sceso lascio il posto agli altri
istruttori, che finalmente possono sollazzarsi anche loro (beh, in
realtà qualcuno già prima aveva salito il salto verticale nella
parte alta a destra. Cosa che adesso faccio anche io. Oh le.
Si fa una certa ora, i ponti di neve
sopra il ruscello abbiamo già constatato che stanno crollando,
sarebbe ora di andare. E la nostra auto parte per prima alla volta
del parcheggio, dove arrivo in tempo per iniziare già a sistemare le
mie cose e mettermi a petto nudo (meglio nudo che bagnato di
sudore!): -4°C, ma si resiste (per ora).
Ripartiamo senza birra, purtroppo è
tardino e almeno tre di noi preferiscono tornare a un’ora il più
decente possibile. Alla prossima uscita, occorrerà recuperare questa
birra mancata. Così come il dislivello non salito..
Qui altre foto.
Qui le foto di Nicola.
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