Io e Marco
parcheggiamo al piazzale della partenza della funivia, ed è il caos
di sciatori. Questa non è montagna, almeno non la mia. Ben presto
riusciamo a isolarci da questo caos, ma onestamente la partenza non è
piacevole.. Una strada sterrata, leggera pendenza (ovvero tanto tempo
per fare poco dislivello), e ghiaccio sparso che costringe la ricerca
di zone asciutte o con un po' di neve. Va beh, siamo fiduciosi.
Dovrebbe anche esserci freddo e tirare
vento, ma per ora reggiamo bene e io sono nella classica vestita
intimo, maglietta e smanicato leggero antivento (estivo). Penso che
chi dice che “oggi vento forte” non sia mai stato in Appennino.
Forza su, siamo solo noi e qualche scialpinista sparso, che ci
supera, e altri che superiamo.
Poi poco sotto l'arrivo della funivia
finalmente finiamo su neve che possa chiamarsi tale, era ora.. Quota
1400 circa? Mah, io speravo trovarne ben di più, ma si prende quel
che viene. E meno male che dopo la super ghiacciata da peste
continue, troviamo quella ventata che ti costringe alla ravanata
abituale! Ma dopo poco siamo sulle piste, quindi al sole (e ciò non
dispiace affatto) e sul duro del piallato pista.
Che casino, gente, bar, rifugi,
noleggi, una babilonia. Siamo partiti col caos, trovato la pace del
bosco (triste), e ora risiamo nel caos. Voglio scappare al più
presto verso lo Zuccone Campelli, spero la trovare meno gente, o
almeno meno chiassosa. Ci incamminiamo a lato pista (non si può fare
altro), e un carabiniere sugli sci ci affianca: “lo sapete che è
vietato camminare sulle piste” e io mi inalbero subito, inizio a
pensare di avere un problema con le istituzioni “guardi, mi pare
che siamo proprio sul lato esterno della pista” “si si, dove
andate?” e dopo aver saputo la nostra meta ci indica dove andare
per non disturbare gli sciatori..
Arriviamo al rifugio Lecco, ora un po'
di vento si sente, ma se questo è vento forte.. Si mangiucchia
qualcosa, e ci si arma di ramponi, lo Zuccone Campelli col suo Canale
dei Camosci è li davanti a noi. E la cresta Ongania?! Bellina.. Me
la segno! Si vede già gente nel canale.. Dopotutto siamo partiti
“tardi”, almeno rispetto ai nostri standard. Ma le temperature
previste e il vento annunciato ci han fatto ben pensare di
prendercela comoda. Invece, ma quale freddo?! Ma quale wind chill?! O
siamo noi che ormai ci fa una pippa, o sono le previsioni.
Dai andiamo, voglio cavarmi dal caos
delle piste e starmene da solo con la montagna. 3.. 2.. 1.. e
torniamo all'ombra. Ma non è un trauma così grande, anche perché
ora c 'è da sudare di salita.. La neve nel canale a tratti è
godusiora, a tratti una merda. “Marco, cosa ti aveva detto il
rifugista? La neve è bella dura?! Mmmmm!”. Ma dai, non ci si può
lamentare, siamo comunque nel nostro elemento, e sappiamo che questa
è la zona dove oggi il meteo poteva dare il meglio.
Appena riesco vado fuori traccia.
Sentire che solo le punte dei ramponi entrano, il piede non sprofonda
o sprofonda poco, la neve che cigola sotto il mio cambio di
bilanciamento di peso sulla gamba sinistra o destra..oh che voglia di
un bel canale cazzuto! Ma pensiamo alla gatta di oggi. Siamo
abbastanza incassati, e questo rende sempre la salita piacevole e con
un certo fascino. Finchè l'incasso delle rocce resta li e non ti
frana addosso! Il termometro (vicino al mio corpo) segna -8: ma non
sentiamo questo freddo.
Già dalla valle ho notato quanti
canalini, pendii, camini offre questa montagnola. La curiosità mi
assale, devo documentarmi, devo tornare per vedere se c'è qualcosa
di più bellino. Ma oggi pensiamo all'avanscoperta. Sopra di noi,
verso l'uscita, il vento sembra infuriare. Oh bene, mi ero preparato
psicologicamente a volare via, adesso lo voglio 'sto vento! Usciamo,
e troviamo due che scendono dalla cima e ci dicono “oh, c'è un
vento che ti pettina!” meglio! Metto la giacca, mi preparo a
sfidare l'elemento.
Io li porterei in Appennino. Lì si che
c'è il vento che ti pettina! Per arrivare alla cima occorre
percorrere un pezzo di cresta, piacevole, nulla di estremo, ma
panoramica. Incrociamo un piumino di on-ice.
Solo il tratto attrezzato mette un pelo di pepe, ma sono catene
sicure, basta usare un po' di braccia. Ma vedo a destra e sinistra
quella che sembra l'uscita di altri canali.. Preso dalla foga invece
che seguire la traccia decido di provare a salire di la, e dopo poco
devo desistere perché porta a uno sperone che muore nel vuoto. Va
beh, stai calmo, ti sfogherai poi.
Ed eccoci in cima. Panorama sulle
Grigne, Monte Rosa, 4000 svizzeri, Disgrazia, Bernina (beh, lui
timido resta velato), Orobie. Che giornata! Spettacolo. Riusciamo
anche a goderci un po' la cima, è solo mezzogiorno, sole alto,
panorama, e non patiamo freddo. Ci raggiungono due ragazzi con cui
scambiamo quattro chiacchiere (qui il loro sito) e poi via giù, che inizia a esserci traffico! Giù il
caos delle piste, qui il silenzio del vento.
Beh, la discesa per lo stesso
itinerario di solito non ha nulla da narrare. Nel canale cerco la
neve dura per scendere punte a piatto, affina la tecnica in
preparazione di cose più serie. Alcuni tratti hanno una neve
talmente dura che ripercorro qualche metro in salita verso Marco,
giusto per scaldare i polpacci! Marco che adesso si vendica
lanciandomi pezzi di neve che io invece gli regalavo in
salita..maledetto!
Ci fermiamo prima del rifugio, sotto la
pista, per cavarci armamentario vario e mangiare qualcosa. Oddio,
quanto si sta bene al sole.. Sole prendi me, vento vattene via. Ma,
cosa vediamo?! Una cordata sull' Ongania. E Marco mi rivela che è
tutta spittata! “Marco, quando torniamo?!”. Poi via verso valle,
e alle 15 siamo di nuovo alla macchina. Si sistema la roba, ci si
cambia, e adesso alla ricerca della birra usanza.
Qui altre foto.
Qui relazione.
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