Non può
esserci
corso AR1 senza un’uscita alla Pietra di Bismantova: rimandata la
settimana scorsa per maltempo, oggi il sole sarà quasi leone. E io da bravo
scarso istruttore, oltre la Pincelli non voglio andare, anche se poi come
l'
anno scorso seguirò la variante alta che porta a un passo di V e svariati
metri di IV+.
Colgo
occasione per test del sacco a pelo. In realtà volevo cogliere occasione per
una bella notturna con luna quasi piena sul Ventasso, ma arrivo troppo tardi al
parcheggio e inoltre la cima del monte sarà costantemente coperta dalle nubi.
Un giretto intorno al Lago Calamone e opto per sdraiarmi sotto una pianta
vicino al rifugio, il più possibile al riparo dal vento. Per fortuna decido di
usare subito il sacco da bivacco (no tenda, alla bruta sotto le stelle)
altrimenti al mattino mi sarei svegliato fradicio.
E dopo 3h30
comodissime e indisturbate ore di sonno, la sveglia suona dentro il sacco a
pelo, e mi sveglio non sbranato dai lupi, ma con nessun ungulato a vista. E il
Ventasso ancora col cappello. Mi tiro su alla svelta per filare giù a fare
colazione con calma. Il sacco a pelo ha retto bene, ma il test ha dimostrato la
fondamentale importanza del sacco da bivacco (per rendere impermeabile il sacco
a pelo), a meno che non ci si voglia svegliare coi reumatismi di un ottantenne.
Arrivo al
bar e mi preparo e sistemo con calma, ma alla fine la ciurma del corso AR1
arriva troppo presto e mi tocca far colazione di fretta (e svogliata visto che
al bar si trova solo un cornetto). Poi è ora di arrampicare, e insegnare
qualcosa.
La frana di
questo inverno è ben visibile, tocca anche risalirla per arrivare all’attacco
della Pincelli. Parte Davide coi suoi due secondi, poi vorrei partire io con
Giampietro, ma Ivan e Annamaria vogliono stare davanti. Segue Enrico e il suo
secondo. L’attesa è lunga.. Raggiungo Ivan e Annamaria alla prima sosta, io
faccio sosta giusto a fianco, dove si è più esposti (hihi). Arriva Giampietro,
ilare momento a causa della sua inesperienza, e dopo Ivan parto anche io che
non voglio rimanere imbottigliato.
Decido di
non seguire la via classica a sinistra, ma andare dritto che conosco
maggiormente, anche se un po’ più difficile. Faccio meno fatica di quello che
temevo visto che rispetto all’anno scorso sono davvero fuori forma, e grazie a
una provvidenziale sosta sopra quella di Ivan, posso passar davanti. La
giornata è ottima, quasi calda e con non troppo vento. Non amo molto la roccia della
Pietra, ci vado malvolentieri, ma poi quando ci sono mi diverto.
Il quarto
tiro è il più tosto. Uno strapiombetto strano e da rannicchiati di V, e una
bella placca finale di IV+ con spruzzata di calcare e orecchia pure lei di
calcare. E si sente, ma anche con le mie Mythos riesco a uscirne e finire sulla
“cengia degli scopatori”. Qui l’attesa sarà lunga: aspetterò tutti per
eventuali casi di difficoltà nella salita. Il sole picchia, e a petto nudo si
sta davvero bene!
Pronti via,
ultimo tiro con quel bel traverso di IV ma superesposto, e sono fuori.
Giampietro arriva anche lui alla fine, tra partenza e arrivo sono 3h30, credevo
peggio. La fame ci attanaglia, ne approfittiamo per aspettarci tutti e sei: gli
altri finiranno le manovre al Sirotti prima che non ci metteremo in cammino, e
li raggiungeremo perciò al Sassolungo.
La giornata
scivola via in fretta poi, unta alla fine da una birra in compagnia al bar, e
un settembre che scivola senza avermi regalato le arrampicate che speravo. Va
beh, speriamo in ottobre!
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