Quando ci
vuole ci vuole. La mia salute mentale, nel senso psichica e di stress, trova
equilibrio quando riesco a starmene in mezzo alla natura, lontano (il più
possibile) dalla civiltà, a sfidare fisicamente
le montagne. È la legge della compensazione rispetto a un lavoro alla
scrivania in un ufficio di un po’ di persone. Ma le ultime due settimane
lavorative hanno fatto pendere la bilancia troppo da una parte, lo scorso
weekend non ha saputo mettere sull’altro piatto nessun pesetto, e quindi oggi
ci vuole.
Vaji o
canali non se ne parla, cascate nemmeno (oltre al fatto che il ghiaccio latita,
come l’inverno), sciare ci si prova domani, all’ultimo mi danno bidone, resto
solo, perciò direi che un classico Prada Costabella possa fare al caso mio.
Senza troppe pause, così torno pure a casa presto.
Sembra che
in alto di neve ce ne sia tanta, la webcam del
Rifugio Fiori del Baldo mostra un bel
cumulo, ma quando arrivo in basso c’è poco o nulla: meno male ho frenato la
malsana idea di portare gli sci, oggi il vecchio amore delle ciaspole!
Mi incammino
godendomi la luce del sole che illumina piano piano il Care Alto, me ne sto
sempre all’ombra su questo versante che da sul lago, sognando il sole sul
crinale, sole che però sarà accompagnato da un vento gelido..
La neve
crostosa, sulla quale riesco ancora un po’ a galleggiare, uscito dal bosco
diventa ben presto troppo farinosa per non calzare gli attrezzi cha aumentano
la superficie di distribuzione del mio peso. Davanti a me solo tre persone, ma
mentre scenderò ne incrocerò almeno 70.
Nessuna
traccia della forestale, sommersa dalla neve, il rifugio lo si vede solo dopo
che si è saliti molto in alto visto che attorniato da una trincea di neve! Che
bello, peccato sia molto alta però.. Lo spirito sta già meglio, la mente spazia
su orizzonti lontani, si perde nel bianco che pesto e nell’azzurro che bramo.
Il crestone
finale con mio stupore presenta cornici dal alto opposto di dove le ho sempre
viste, cioè protese verso il lago, e questo rende il pendio sottostante un po’
arrischiato.. Ma in breve eccomi in cima, dove resto poco visto che il vento
gelido mi congela le dita al volo, e nonostante un bel sole (il meteo molto
meglio del previsto) non si scaldano.
Via giù, a
fare qualche foto ai cumuli alti metri a lato del rifugio, e poi verso valle,
assettato visto che non mi sono fermato ad abbeverarmi. Ormai della lontananza
dalla civiltà non c’è più traccia, orde di sci alpinisti e ciaspolatori salgono
sui pendii che ho già salito in un’atmosfera più montana.
La mente sta
meglio, posso tornare in equilibrio verso la pianura e affrontare una nuova
settimana.
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