Oggi si
gioca vistosamente fuori casa. La giornata ha il sapore di una reunion tanto
insolita quanto piena di aspettative. Purtroppo non riusciamo a essere in
molti, ma per i presenti sarà una bella giornata di arrampicata, risate, cibo e
lezioni.
Già dal bar
della colazione vediamo la nostra meta, timorosi del "fresco" di
valle. Poi l'amara sorpresa del dover parcheggiare tanto in basso: notiamo
gente che sale sulla strada asfaltata, ma saliamo lo stesso motorizzati, per
poi scendere e parcheggiare dove si riesce.
Curioso,
pittoresco, e bravo, lo scultore che espone le proprie opere in giardino:
peccato aver fotografato solo una delle sue opere, quella più in tema del
periodo però!
Si sale tra
una chiacchiera e l'altra, ora belli accaldati da clima e passo: ci si maledice
per non aver messo le braghe corte, ci si spoglia dalla cintura in su per chi
può. Seguiamo i vari cartelli passando in mezzo a locali che ci fanno sentire
ancor più lontani da casa: sarà anche per questo che facciamo più gruppo tra
noi.
Irti si sguscia nel bosco, si prendono i giusti bivi, si scrutano le pareti rocciose, le guglie,
che improvvisamente sorgono e si alzano verso il cielo in questo brullo
paesaggio di verde sbiadito autunnale. Si passa la Cresta 50° e poi si arriva
al bivio per la nostra, alla base della quale troviamo già gente, ma ce
l'aspettavamo.
Ci si
prepara tra una presa in giro e l'altra, finchè qualcuno non fa notare che
"dai ragazzi, basta parlare della xxxxx di Nicola, c'è una signora" e
lei che se la ride di gusto, e noi che si continua interpellandola per sapere
il suo parere a più riprese.
Parte per
prima la cordata Gianluca-Cristian, seguita da Simone-Davide, poi
Federico-io-Roberto e infine Fabio-Nicola. Già alla prima sosta è il caos, tra
noi che affolliamo la via, chi ci stà davanti, chi stà dietro e chi stà di
fianco salendo slegati per poi ritirarsi in doppia su corde altrui. Ben presto
però riusciremo a isolarci, lasciando dietro chi ci stà dietro.
L'arrampicata
è piacevole, la roccia lavorata ma parecchio consumata dai numerosi passaggi.
Mediamente facile ma con qualche passaggio un po' più tecnico o delicato anche
"grazie" all'unto. Il tracciato è obbligato nel senso che la cresta è
poco larga, il che rende l'affollamento ancora più problematico.
Ma questo
non è un problema tra noi, ci passiamo sopra e ci insultiamo allegramente e
senza serietà, tra uno sfottò e l'altro si macinano metri senza nemmeno
accorgercene. Beh, anche perchè il timore di ingorghi dovuti a cordate che ci
raggiungono alle spalle è alto, e infatti di foto ne faccio ben poche.
In cordata
da tre siam naturalmente più lenti, e infatti Nicola e Fabio ci superano
mestamente. Visto l'abbattimento delle difficoltà, Roberto per una conserva
lunga che diventa molto lunga, e si interrompe solo quando si stufa di tirare
su la corda come un mulo. Ci incamminiamo allora di conserva corta, e varcato
un dosso troviamo gli altri li sotto che fanno su le canne.
Ma come,
basta?! Niente ultimi tiri?! (socia quanto è lungo però il trasferimento per
andarli a prendere.. Oppure non stiamo ben capendo dove andare..) E niente
cima?! Va beh, diamo spazio alla didattica, che oggi oltre che per provare un
posto nuovo, siamo qui anche per scambiarci conoscenze nuove e vecchie.
Scendiamo
parlottando ovviamente di altre salite future, una fame che non conosce sazietà
ma solo ingordigia! Posto affollato anche da escursionisti, ma noi chissà
perchè ci ritroviamo da soli per lunghi tratti. Il gruppo si spezza, con
Gianluca davanti che, alla pari di un adolescente che ha in testa solo il
triangolino, ha in testa solo la birra.
E infatti
non riusciamo a raggiungerli, scorriamo pareti rocciose che potevano essere
idonee a fare un po' di lezione ma nulla. Li scorgiamo ai tavolini con la
fontana, ma qui c'è troppo freddo e umido per fermarsi. Si continua ad andare
giù, ormai mi sa chiaro che finirà con le gambe sotto al tavolo!
E come
volevasi dimostrare, si arriva stranamente a fermarsi nel primo posto che presenta
tavolini imbanditi, la fattoria. Per fortuna che fuori è tutto pieno, ed
aspettando che si liberi un tavolo vediamo qualche manovra e ci scambiamo un
po' di pareri.
Tra muratori
che insegnano la meccanica agli ingegneri e questi ultimi che si fanno pippe
sui vettori di forze, passa tempo sufficiente all'apparecchiata della tavola, e
allora è grande festa. Peccato per il sole che ci abbandona lasciandoci a metà
banchetto con berrette e giacche addosso!
Qui altre
foto.
Qui report.
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