Ci siamo.
Dopo una preparazione più sudata del previsto, dopo tre lezioni teoriche, è
giunto il momento clou dello stage di cascate di ghiaccio proposto da Nicola, e
realizzato con l'aiuto di altri istruttori: Andrea, Cristian, Fiorella,
Gianluca, Roberto, Simone, ma sopratutto Nicola. è giunto il momento
che i corsisti impugni le picche, calzino i ramponi, mettano il casco (!) e
saggino l'acqua solida.
Dopo Tristenbach ieri,
l'esplorazioni alla "falesia" di Angerer ha confermato la scelta di scalare qui il sabato. Colazione
abbondante, un cielo sereno non previsto, le auto che salgono dalla pianura in
anticipo, giunti ai piedi della falesia mi catapulto per attrezzare le linee
dall'alto prima che la folla aumenti: già ci sono alcune cordate a scalare, ma
per fortuna tanta gente non verrà.
Avessi due
incisivi sviluppati, un bel pelo lucido e una codina da topo, sarei il criceto
perfetto oggi, anche se invece che girare sulla ruota, sono qui che salgo a
piedi con una corda, attrezzo una calata e mi calo. Mai fatte tante doppie in
una giornata sola. Er director intanto spiega i passi base, li fa provare, io
metto giù corde, moschettoni, viti, rinvii pescandoli dagli imbraghi di quelli
che a turno salgono a darmi una mano (Fiorella e Cristian, a Simone ho
acciuffato un po di materiale giù).
Il sole non
ha nubi che lo contrastano, e fa caldo: speriamo il ghiaccio tenga. Con 5 linee
di salita, vari ramponi da provare, varie piccozze da scambiarsi, i ragazzi (e
ragazze) salgono su e giù, partendo impacciati ma crescendo fiduciosi. Chi fa
più fatica con le braccia e chi più fatica a fidarsi dei piedi. Il tempo
scorre, antenne dritte per attrezzare nuove linee man mano che gli altri le
liberano, e Gianluca che stringe un patto di non belligeranza coi teutonici che
possono usare le nostre corde, così ne stendiamo altre.
Nicola esce
dalla giornata con un rigo di sangue da sopracciglio a labbra passando per la
guancia, una caviglia dolorante: domani sarà la volta di un occhio grigio (non
nero, grigio). Nessuno fermo, tutti che salgono e scendono come..criceti anche
loro, si attrezza una linea più dura per spiegare altre progressioni. Una
grotta di ghiaccio meditativa, uno spuntino veloce, e i giochi continuano,
sempre più sciolti e divertenti.
Gianluca,
Fiorella e Simone vanno in avanscoperta per vedere cosa poter fare domani. Con
le picche di Riccardo e i ramponi di Cristian provo la salita dura, da secondo,
e salvo i rumori cupi che fanno intuire quanta aria ci sia tra roccia e
ghiaccio, salgo quasi liscio. Poi viene il momento di disattrezzare le varie
fantasie di manovra fatte in alto, almeno Roberto si smazza le corde di
sinistra, io quelle di destra.
Alle 16 i
giochi, per oggi, si chiudono: anche il cielo si è chiuso e inizia una debole
nevicata. Birra, formaggi, brindisi, al caldo della Jausenstation Säge. Ma la
cena è alle 19 nel nostro Garni! Lì ci saremo tutti, ma chi è salito oggi
alloggia a Campo Tures, perciò meglio darsi una mossa. Rientrati al garnì,
Simone e Gianluca mi pulsano a suon di "ma dai, ma quando ti ricapita, vai
a correre che nevica!".
Mi
convincono, non che ci volesse molto, come anche ieri sera i polmoni si
riempiono di aria pulita (più pulita) e sto davvero bene. Rientro biancuccio in
stanza con Nicola che mi aspetta per la sauna: i polpacci stan da Dio cambiando
da freddo a caldo di continuo!
Memori della
cena di ieri sera, ci rimpinziamo di buffet, per poi scoprire invece che
tortellini e stinco saranno abbondanti! Quando poi i tuoi "amici" ti
riempiono il piatto di tripla porzione di crauti e doppio stinco, beh la panza
esce piena. Ma le mascelle fan più male per le risate che per le masticate!
Domenica!
Nuovo giorno di stage, diretti verso Jahrzahlwand per mostrare ai corsisti cosa
sia una cascata in ambiente e attrezzare due o tre soste per fare della
moulinette. Ma nella sera e notte ha butta 15 cm di neve fresca, il cielo è
sereno come da copione e non c'è freddo. AL parcheggio un'auto ci precede, e
dopo di noi un'altra arriva prima dei corsisti.
Ci incamminiamo
per essere svelti, ci saranno da fare mille abalakov. Ma sul greto del torrente
ci sono già segni di valanghine, e mentre aspetto gli altri alla base della
cascata, ne scende un'altra. Una cordata sta salendo, altre due sono quasi
pronte, ma noi leviamo i tacchi!
All'assalto
delle Milchtrinker! Dall'auto mi fiondo di corsa con Gianluca a vedere cosa si
possa fare, la sinistra è occupata, si va alla destra che è libera. E adesso
chiamarlo assalto è poco. Nicola sale con una corda e un'altra legata dietro,
io uguale. Cascata da pulire dalla neve, e arrivati su dobbiamo arzigogolarci
su come attrezzare quattro linee con a disposizione una sola sosta.
Tocca agli
allievi divertirsi, le salite sono belle vicine tra loro e le corde si
intrecciano non poco, ma tutto sotto controllo! Più che altro la parte bassa è
una strettoia, visto che a sinistra ci sono invitanti candele quasi
strapiombanti.. Sale anche Cristian ad attrezzare una nuova linea che va tutta
a sinistra, a ravanare in alto per cercare di fare una sosta.
Facce
concentrate e piccozze che tritano il ghiaccio. Faccia di Gianluca sbigottita
quando sale per vedere le quattro soste in 2m. Orecchie tese a sentire tutte le
valanghe che scendono dalle montagne alle nostre spalle.
Nicola si
sposta ad attrezzare anche la Milchtrinker sinistra, ora libera, e i corsisti
man mano si spostano. Con corda dall'alto provo a salire la sezione dura in
basso a sinistra: mi muovo pure bene, non mi sento troppo strizzato, ma su un
cambio mano il ghiaccio sotto la picca cede, e io cado per 3m (l'elasticità
della corda): ormai era fatta, voglio riprovare, ma quando tiro su le picche me
ne ritrovo una piegata!
La povera
picca di Riccardo.. ci resto malissimo. Non capisco come abbia fatto a cedere
lei e non la longe o altro. Orecchie basse, finita la giornata arrampicatoria. Dopo
poco iniziamo a disattrezzare tutto per spostarci anche noi a sinistra,
Gianluca sale a smontare "il Duomo di Milano".
La Milchtrinker
sinistra non poteva essere regalo migliore per i corsisti: ghiaccio burroso
bagnato, ottimo per divertirsi! Alla base della cascata le pozzanghere
abbondando, ma anche le risate, e occhi che sempre più volgono allo stanco
soddisfatto. Qualche altra salita e la campana di fine stage suona!
Foto di
gruppo e rientro all'auto, doverosa birra e panino prima di imboccare
l'autostrada. Anche questa è andata, speriamo tutti si siano divertiti, e che
un po' di sana passione malata sia attecchita negli allievi. Carpiccozza 2016, Cai Carpi.
Qui altre
foto.
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