sabato 16 settembre 2017

"Cose" liguri e molestie su roccia: Via Lunga al Palp..Pianarella

A distanza di due settimane, (qui e qui) rieccoci a Finale Ligure: il meteo non concede altro scampo, ma mica è un dispiacere. Stavolta con me e Stefania, abbiamo i neodiplomati Francesca e Marco: più che ad arrampicare, saranno pronti alla vita da scappati di casa?! Sembrano cavarsela bene.. 

Ma tutto non può che andare con grasse risate: ragazzi giovani, alla mano, anime che si compensano. Io che rompo le palle per orari e smania di fare. Stefania che mi frena, blocca, smorza, spingendo tutti alla parte più godereccia coi piedi sotto un tavolo. Francesca pignola, precisa, curiosa, domandosa, a metà via tra il facciamo altro o basta così. Marco che sopporta Francesca e un po' tutti in generale, assorbe, incassa, aiuta, e motiva. Siam perfetti. 

Destinazione Bric di Pianarella, che poi mi piacerebbe pure andare a fare una foto su quegli obelischi laggiù. Stefania ha scovato la via: Via Lunga, senza varianti per Dio, stiamo sul 4c. Ma lei ha guardato la guida Finale 8.0, mentre una relazione parla di 6a anche sul penultimo tiro: ahia, qui sta per succedere qualcosa.. 

Con l'aroma di frizione che ci inebria, ci si cambia nel più tipico dei parcheggi liguri: il bordo strada. Lanciati diretti verso le nostra via, con una bella salita nella giungla ligure (solo un assaggio rispetto a domani), fino a trovare la roccia, e che roccia. 

Poi alla ricerca dei missili, del canale di II da risalire: Stefania guida la ciurma, si avventura per un impervia roccia, una mano su un tronco, si gira e "oh raga', ma sarà di qua?": aguzzo lo sguardo, mi pare che..sì sì "Ste, sul tronco c'è inciso <Lunga>!": indicazioni liguri. 

Salgo in mezza arrampicata su terra, esco su un pianoro, dubbioso però sull'essere nel punto giusto. Un bel cartello "Divieto di arrampicata, area non controllata" acuisce i miei dubbi. Guarda di qua, guarda di la, provo a salire lì che forse, mi sporgo, ah ecco un chiodo. Dai, ci stà che sia giusto. Dubbi liguri.

Decise le cordate, parto io all'esplorazione, a verificare che siamo davvero sulla strada giusta. Alle mie mezze è legata Francesca, seguono con l'intera da 80m Stefania e Marco: nel caso serva qualche manovra strana, siamo attrezzati e in fila (beh, questo non è detto). Fare sosta? No, continuo, voglio concatenare: 240m in 12 tiri mi pare esagerato.. vado per il passo atletico di 4c della partenza di quello che sarebbe L2. Ma vigliacc, cazz, che strapiombetto senza mani! Partiamo bene! Ci metto tre tentativi prima di passare. Va beneeeeee. Passi atletici liguri. 

A quella che sarebbe S2 trovo quattro persone dubbiose sul dove si trovano: cercavano l'attacco della via lunga, sono saliti fino a S2 per boscaglie.. Ok, il tappo è fatto, mi sa che i concatenamenti sono finiti. Arrivano gli amici, con quella sicura frase "ma se il 4c è così, figurati il 6a!". Gradi liguri. 

Parte Francesca, per la placca del nostro secondo tiro. Non pare banale da giù, e dal davanti lo diventa! Ma agile e concentrata, passa e sosta appena sopra. È la mia volta: provvidenziali alcuni biditi per avere quell'equilibrio necessario per sculettare di qua e di la e salire su. E guardo su, e vedo roccia spettacolare: grigia rosa rossa arancione, erosa. 

Mi aspetta un tiro di mezzo camminamento alla ricerca di un camino che salo in placca a complicarmi la vita: vorrei proseguire, ma è impossibile, le corde tirano già. Sosta in mezzo a un boschetto, che tanto la ragazza dell'altra cordata è qui.. 

Va Francesca, un bel traversino su lama, un po' d'erba che non guasta mia (no, guasta sempre mentre arrampichi), e intanto sento che quelli davanti a noi hanno sbagliato strada: si sta formando un tappo, l'ideale per la mia sempre "ansia"! La Fre sosta su alberello prima della grotta, la corda tira troppo. 

La raggiungo e riparto subito, ma tanto alla catena all'uscita della grotta mi fermo ad aspettare chi ci precede. E di nuovo che roccia spettacolare e lavorata, scolpita, in modo divino e fantasioso. Un bel tiro con una placchetta finale che deposita su una piccola cengia dalla quale si arriva anche per una variante (vedasi corda fissa sotto di noi su cui issarsi sulla terra verticale). 

Marco e Stefania ci seguono a ruota: in sosta è d'obbligo farsi due risate in compagnia! Stupendo diedro per Francesca, uffa si becca i tiri più belli (l'erba del vicino è sempre più verde)! Poi scompare alla nostra vista e al nostro udito. Quando tocca a me partire, è d'obbligo la foto dello yogino nella grotta a gambe incrociate (che però ho perso). 

Il diedro non è per nulla banale, anzi. E in questa via esser lunghi aiuta parecchio: mi fermo quindi ad aspettare la mia amica Stefania e allungarle qualche rinvio. Che poi lei è già partita prevenuta, e si sà che se di testa già ti condizioni, quando poi arrivi sulla roccia..è un casino. E parte un po' di.."circo". Ma va tutto alla grandissima, per ora. Sorprese liguri. 

Alla nostra S6 (da dove partono le varianti) la roccia che ci sovrasta fa impressione: pance strapiombanti lisce. No no, andiamo per la normale, non ci penso nemmeno! Cammino sulla cengia fino a trovare la placca che..prendo troppo presto, trovandomi su dei gradi che non sono certo 4b: e infatti ci sono gli spit, non i resinati. Non contento, mi invento di traversare verso destra, fuori via (che saliva dritto) e per cercare di concatenare un pochetto. 

Roccia mica bella, ed ecco gli anelli di sosta lassù a sinistra: pace, ormai sono qui, proseguo. Proseguo sotto questo magnifico anfiteatro di roccia rossa , un grottone pauroso, una figata. Roccia ligure. Tira la corda, ma è normale, tira la corda, ma ecco gli alberelli su cui far sosta, ma..la corda finisce a 2m. E tira come un bue che traina il carro (no, come l'asino), lancia il cordino e costruisci una prolunga di 3m per sostare "comodamente". 

Chissà se siamo nel posto giusto. Ma sì dai, se leggo quella li sopra deve essere il grottino. Recupero la Fre, urlo però a Marco di fare sosta li sopra che è meglio, tanto noi li aspettiamo. Poco prima che arrivino, faccio ripartire la mia compagna di cordata: bellissimo grottino, ci si può entrare dentro o uscirne a destra. Lei gentilmente capendo che io dentro non passerei data la stazza, prima ci entra, poi ne esce e traversa. 

Grazie. grazie, perchè quando tocca a me..me la godo. Il grottino comunica con la placca di destra con una serie di fori dentro i quali infilare le mani, per intere. Un emmenthal di roccia che non può che farmi esclamare "come  i piacicono i buchi!" e Marco a seguire, da brav'uomo no può che confermare: campione del mondo nell'infilare mani nei buchi! Marco si mostra già..molestatore di roccia. Buchi liguri. 

Grazie Fre che hai pure concatenato e sei arrivata a fare sosta sotto al passaggio chiave della via: che così, tocca a me. Non voglio fare il grosso, ma sapendo di arrampicare meglio (attenzione ho detto "meglio", non "bene") da primo, vorrei salire io questo tiro. Merda però che partenza. Merda però che panorama. Panorami liguri. 

Bando alle ciance, salire! Prova una volta, vacca bestia questi piedi mi terranno? Torna giù con la coda tra le gambe. Dai prendiamo coraggio: piede sul niente, latro su placca inclinata unta, mani nella fessura poco accennata, un simil dulfer, su i piedi, cambia piede (non scivolate), su la mano, ziocca non c'è nulla per la mano, sali di più coi piedi, mano piatta, meglio che nulla, palpitazioni, altri movimenti, bon son fuori. Che boulder! 

Proseguo la salita per bellissima roccia lavorata a pianerottoli, mani discrete ma tutto verticale. Bel traverso delicato ed esposto come piace a me, qualche foto (si vede che non sono troppo scomodo!), ma prima di poter arrivare in sosta un'altra placca dalle gambe lunghe: le ho, le anche un po' meno mobili di quello che servirebbe, ma oh issà. Sosta su cengione ma..allungo il barcaiolo per vedere giù. 

Un veloce e intenso scambio di opinioni sulla difficoltà del tiro e sul come affrontarlo da parte dei miei partecipanti. Fino ad optare alla manovra d'emergenza del grappolo: ma solo perchè così i neo diplomati imparano qualcosa! No vabbeh, il tiro è duro, io son passato per il rotto della cuffia, e col traverso finale non sarebbe possibile calare corde. Grappoli liguri. 

Francesca con non poche difficoltà sale: resta però un po' attorcigliata nelle corde, lei che ceduta una mezza a Stefania. Stefania che odia gli strapiombi, non può che odiare la prima parte del tiro: parte bene, ma la poca fiducia nei piedi (e la capisco!) la fa ghisare troppo sulle braccia. Qualche altro tentativo, e la ghisa negli avambracci si sedimenta e non se ne va. 

Ci pensa il buon Marco a motivarla, le mie incitazioni sono inutili e controproducenti ("ma basta tenere le mani alte se non sali!"). marco la motiva pure "a mano". "A manone". A.. palp.. diciamo che le luci hanno imitato la roccia rossa, gulp. La mia amica arrivando alla seconda parte del tiro riferirà "Volevo morire, il traverso m'è parso una passeggiata in confronto". 

Arrivato anche Marco possiamo ridere e deridere di lui e delle sue molestie (dai si scherza ragazzo!) per poi finalmente convincersi a uscire con questi ultimi 15m di corda. E una volta fuori, iniziare a fare i conti con l'orario: della foto sul siluro ormai ho capito ne farò a meno, ma di bere e mangiare no. Il Vinaio con a fianco Irene e Paola fa per noi! 

Scendiamo più alla svelta che possiamo, districandoci sul pianoro sommitale e nelle tracce di sentiero che pensiamo ci conducano verso l'auto. E funziona, ben presto siamo sul sentiero abbandonato all'andata e con la luce che fatica a penetrare in questa boscaglia (il cielo poi non è stato proprio limpido oggi), filiamo verso l'auto facendo i conti con l'orologio. 

Meno male google maps ci da solo 18 minuti per arrivare alla nostra fonte di gioia serale, e si scheggia verso! Solo che, troviamo tutti i tavoli pieni e chiusa la gastronomia delle nostre angele di conforto. Lacrime. Ci "accontenteremo" del baretto a fianco e di una pizza, prima di andarcene a dormire alla selvaggia. 

E questa va raccontata, va ricordata. Auto della Francesca, una multipla piuttosto agée con ancora le musicassette, uno stecco di legno a reggere il baule quando lo si apre, e tante altre piccole cosucce da vecchia fiat. Una frizione che ci ha già inebriato dei suoi profumi, ma non basta. Alla ricerca di una piazzola per parcheggiare, dopo alcuni tentativi infausti, mi viene ceduto il volante del vecchio ronzino per manovrare e parcheggiare. Al secondo tentativo di manovra, mi resta in mano il cambio: ecco, io avrei voluto vedere la mia faccia, cosa che hanno visto i miei amici, un mix di disperazione stupore incredulità del tipo "ma come diavolo può succedere questo ma adesso rimaniamo con l auto in mezzo alla strada ma domani come facciamo a tornare a casa oh mio Dio siamo spacciati". Ma è tutto normale, per una vecchia fiat, due pugni e torna a posto.

Qui altre foto.
Qui e qui report.
Qui la guida, ma con gradi mica troppo corretti, infatti qui sono ben diversi

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