Ma se il
buongiorno si vede dal mattino.. Giriamo in lungo e in largo alla ricerca di un
bar aperto, che sembra come cercare un’oasi nel deserto in Val di Fiemme: son
le 7 ormai e non si trova nulla. Poi finalmente un buco che fa anche da
tabaccaio: latte macchiato e Kinder Fiesta.. E con tutti i bus che si vedono in
giro, i norvegesi che sfoggiano le loro divise a bandiera, capiamo che oggi c’è
anche la Marcialonga.. Non torneremo più a casa!
Bando alle
ciance, si parte. Fa freschino, ma la giornata sarà di sole. Sì, ma la nostra
valle è tutta a nord! Ci aspettano 1600m di dislivello, avremo modo di
scaldarci. Ormai gli itinerari d’inverno li cerco nei siti di scialpinismo.. La
neve parte fin dalla macchina, e dopo poche centinaia di metri è già ora delle
ciaspole. Sarebbe anche ora dei bastoncini, ma uno dei miei non si blocca, e
camminare con uno solo mi scoordina troppo: mi toccherà far senza oggi, e si
sentirà!
Rispetto
alla Cima delle Stellune c’è ben più neve, ed è bellissimo, un bosco invernale. Riccardo realizza uno
suoi più grandi sogni: siamo su una forestale nel bosco, passiamo sotto molti
rami carichi di neve, e quando marco è sotto uno di questi, ecco che Riccardo
sferra un lancio del bastoncino teso a squassare la neve sul ramo e valangare
marco! Che ridere.. ma rido ancora di più quando, parlando dei progetti futuri
(non abbiamo ancora finito questa giornata e pensiamo già alla prossima),
espone l’idea del Cevedale in invernale in giornata. Alche marco si mette a
ridere come per dire “ma cosa diavolo stai dicendo?!” e Riccardo lo guarda
malissimo. Dai che faremo anche quella!
Siamo solo
noi in questa pace, ormai gli elicotteri della marcialonga non si sentono più.
Si sente bene il freddo pungente appena ti fermi però! Infatti la neve è tutta
super trasformata in granio giganti e leggeri, come patatine appoggiate su uno
strato di zucchero. La salita è lunga,
ma ce la mangiamo bene. Quando dall’altro della cima vedremo dove sta il paese
da cui siamo partiti.. Arriviamo allo spiazzo di Malga Toazzo e ci pare che
ancora la nostra cima non si veda: ma quanto è distante?!
Adesso la
forestale finisce, e la pendenza aumenta. Incrociamo la prima persona della
giornata, già in discesa, e poi torniamo soli nel bianco. Alla Malga di
Litegosa una breve pausa ristoratrice, molto breve che fa frio! E poi tra poco
sbucheremo sul pendio innevato finale: semplicemente magnifico. Molto subdolo
anche, visto che sembra che dietro ogni cunetta finisca, e invece no. Molto
fotogenico anche, ci regala delle foto perfette da sfondo del desktop!
Vediamo una
cima alla nostra sinistra, sarà quella. Ma man mano che saliamo ci rendiamo
conto che non può esser quella, troppo ripida la salita, oppure cresta rocciosa
non proprio escursionistica.. Infatti la nostra cima sarà a destra, e pure più
alta di questa! Continuiamo a esser soli, e anche un po’ stanchi ora che siamo
200m sotto la cima. Riccardo mi guarda compassionevole, io che non ho i
bastoncini, e lui che invece dice che ha quasi male alle braccia da gran che si
spinge anche con quelle.
Pendio
finale, un po’ pericoloso, la neve accumulata qui fa paura, ma cerchiamo di
seguire il più possibile le rocce. E giungiamo in cima. Spettacolare il
panorama in questa giornata serena. Presanella, tredici cime, Gran Zebru,
Ortles, Palla Bianca, Latemar, Sella, Marmolada, Pale, Cima d’Asta. A forza di
vederle così spesso, mi pare quasi siano mie amiche.
Il vento è
anche clemente, e possiamo goderci la cima mangiando e bevendo. Ora arrivano
degli sci alpinisti anche. Meglio scendere prima di loro! Scialpinisti che
stavolta mi meravigliano. Nei primi metri di discesa, uno di loro invece che
prenderci in giro “adesso vi godete la discesa con le ciaspole, ah ah ah”, ci
dice “però, bella sgambata senza sci!”.
La discesa
in questa neve fresca è goduriosa, si scivola che sembra quasi di non alzare il
piede (perché è sotto un 20cm..). Ci fermiamo circa a metà del pendio, per
mangiare un po’ di gnocco, e mentre sono chinato sullo zaino per tirare fuori
la borraccia, giro la testa verso valle e vedo apparrire all’orizzonte sulla
traccia, un lupo. Oh che è?! Visto così fa davvero impressione, è in realtà un
pastore cecoslovacco, ma senza padrone (a vista nostra), nel bianco, dove ci
sembra di essere in un posto selvaggio, fa la sua porca figura! Poi ci viene
incontro e ringhia, ma sembra quasi un ringhio che dice “brutti stronzi, perché
state li impalati invece che giocare con me?!” eh ciccio, perché Nicola
insegna!
La padrona
ci raggiunge, e sono commosso il lunedì dopo quando leggo la descrizione che ci
fa qui.
Scendiamo come delle saette, sulla massima pendenza, tagliando quando si può.
Finirà che in 2h15 saremo già alla macchina! A Malga Toazzo ci raggiunge lo sci
alpinista che ci aveva fatto i complimenti, ma adesso è un po’ più tetro “visto
il pendio finale della cima? Era pericoloso. Ma ce l’avete l’ARTVA? Almeno che
vi ritrovino, anche se morti” e Marco “ma guarda che può succedere anche a te”,
tiè!
Arriviamo
alla macchina che alcuni stanno ancora finendo la Marcialonga, ah, poppanti,
adesso il prossimo anno ci mettiamo a fare sci di fondo e poi la vinciamo
quella gara! Poi alla volta del ritorno a casa, troviamo un supermercato
aperto, e possiamo prenderci la nostra scofanata di canederli da portare a
casa, e tanta birra..
Qui altre
foto.
Quirelazione.
Bella Andre!!!!Con gli sci però vi sareste goduti di più la discesa!!!!;-)
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