Zingarata sì, ma le prospettive erano
diverse, poi come al solito all’ultimo è intervenuto il meteo
complicare tutto. Ma spieghemose.
La morosa è via per lavoro, la luna è
alta nel cielo fino a mezzanotte, gli sci sono li che dormono troppo,
il meteo prevede una bella nevicata per martedì, mercoledì il cielo
rischiara, allora forza! Scialpinistica dopo lavoro, sulle piste per
non rischiare (visti anche i divieti comunali..).
Ma con l’avvicinarsi della fatidica
ora il meteo peggiora, la neve scende ma continua a scendere, ormai
però siamo già in ballo, io Riccardo e Dreia, quindi dai andiamo lo
stesso, al massimo finisce a birra e salsiccia in una trattoria
dell’Appennino.
Salendo a pochi km da Febbio la neve fa
la sua comparsa sulla strada, al parcheggio ce ne è una spanna
abbondante, ci stiamo già gustando la riuscita! Certo non credo che
usciremo dal limite del bosco, mica voglia di finire sotto una
valanga, figuriamoci di notte poi. Alle 20 sci ai piedi si parte.
Neve ce ne è, ma quanto è pesante.
Una traccia già presente ci fa risparmiare fatica, anche se ogni
tanto cerco di farne una nuova per far godere i quadricipiti.
Deviazione all’avventura, poi si riprende la strada abbandonata.
Dreia purtroppo deve rinunciare per KO tecnico delle pelli, un po’
continuiamo per vedere se troviamo pendenza maggiori lassu, lui ahime
con calma scenderà.
Nevica ancora, spettacolo di serata,
sarà una delle discese peggiori della mia vita, ma che ambiente.
Neve incrostata su ogni albero, ramo, lo sci che affonda nella coltre
bianca e ne viene sommerso a ogni passo. La frontale che illumina la
neve e col suo riverbero acceca.
Finisce il bosco, anche la visibilità
cala, mi pare ovvia la scelta di scendere. Ci dirigiamo verso un
pendio che però dall’alto sembra troppo ripido, troppo accumulo,
no no, torna indietro (camminando, risalita di 100m interminabili),
poi di nuovo sci ai piedi in assetto discesa e via giù!
Che effetto strano sciare con la
visibilità dei 6-7m quadri della frontale, le gambe che molleggiano
seguendo il pialla mento che lo sci fa sulla neve, la fifa di cadere,
piantare lo sci e perderlo al buio conficcato nella neve profonda!
Qualche curva, poi il pendio spiana,
tocca stare dentro la traccia di salita per avere qualche chance di
non rimettere le pelli. Che neve faticosa anche da scendere, che
brutta discesa, nessuna curva, sempre o quasi dentro la traccia per
scivolare un po’!
Però che ambiente. Ben presto siamo
giù alla macchina, immancabile la birra finale gentilmente fornita
dalla mia dispensa. Un’esperienza da ripetere..ma con neve che si
faccia scendere!
Qui altre foto.
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