Ci stava
finalmente di finire a nuotare nella neve, evento che mancava ancora alle
escursioni di quest’anno (beh, forse anche quella volta in Val Seria..), il peccato
è esserci finito col corso AG1 2015 del CAI di Carpi, ma è stato un incidente
di percorso..
Uscita
programmata, meteo discreto (come al solito in questo pazzo inverno è cambiato
ogni giorno a volte in meglio a volte in peggio, finendo in peggio), ma una
svalangata di neve in Appennino obbliga a cambiare meta, e il bramato Canale
Nord che conduce alla Forcella Vallaccia in Val di Fassa sembra essere l’unico
itinerario che mixa al meglio i vari fattori che devono concorrere alla
programmazione di una gita del genere.
Tra questi
si annovera chiaramente la qualità della neve, e per una serie di valutazioni
si pensa che possa essere decente da salire. Ma così non sarà.
Si parte non
di buon ora, e dopo aver litigato col benzinaio dell’area di disservizio Nogaredo estche di
nuovo “si rifiuta” di farci metano, sosta colazione salendo al Passo di
Costalunga, dove i pini sono più carichi del previsto di neve.. Al parcheggio
Soldanella il Catinaccio risplende al sole, comunque vada sarà una gran bella
giornata in un ambiente da favola.
Si parte,
Gianluca tira la carovana, siamo a casa sua, ma appena si abbandona la
forestale si inizia a temere che sarà dura: 30cm di neve soffice in cui si
affonda. Mi spoglio, presto farà caldo. E dopo poco decreto che è tempo di
ciaspole, cambio assetto nella speranza di salire un po’ meglio in questo bosco
candido.
Tracce di
sci in discesa, che bella sarebbe questa neve da scendere, peccato il buon
controllo che servirebbe per evitare di schiantarsi contro gli alberi. Il
morale è comunque alto data la bellezza dell’ambiente che ci circonda, e in uno
spiraglio tra un pino e l’altro si scorge la caratteristica vela di roccia che
sovrasta il canale che vorremmo salire.
Qualche
pausa per ricompattare il gruppo dove la fatica inizia a farsi sentire, ma a
distanza si continua a scherzare, “Ehi Nico, quello laggiu è lo Spigolo delle Bregostane!”.
Il popolo ciapsolatorio avanza, la trincea va formandosi, ma davanti battere
traccia non è comodo. La neve da ignorante, o quasi.
Poi
finalmente si arriva sotto la parete di roccia del Sas da le Undesc, ci si
inizia a incassare sbisciolare in mezzo a dei salti di roccia che finalmente
rendono la salita davvero estetica, anche il canale vero e proprio è ancora
bello distante. Sono davanti e proseguo ciaspole ai piedi, ma sento che dietro
di me optano per i ramponi.
In effetti
qualche metro dove i ramponi fanno comodo c’è, ma per i restanti centinaia di
metri meglio le ciaspole. Proseguo in esplorazione a vedere come prosegue la
storia: si alternano saltini a spianate, neve sempre non trasformata, ma
intorno regna la montagna. Sassolungo dietro di me, cielo limpido (ancora per
poco ahime), roccia a destra e sinistra, dritto la nostra meta.
Mi volto a
vedere se qualcuno arriva, ma nulla. Però non è un bel posto per fermarsi, avanzo
ancora un po’. Solo che questo “po’” piano piano si somma sempre più, e arrivo
alla base del cono del canale. Il cielo si è fatto un po’ plumbeo, il vento
porta la musica delle piste del Buffaure, bleah. Ma che conca magnifica questa,
e che canali più cazzuti si vedono.
Mangio,
bevo, mi vesto, mi imbrago, mi rampono, mi preparo, ma oh, nessuno si vede.
Inizio a preoccuparmi. Scendo sulle mie tracce di ciaspole coi ramponi, si va
giù bene, non che con le ciaspole si galleggiasse, ma era meglio. Poi finalmente
ecco Gianluca, e dietro il resto della comitiva.
Ok ci si
lega (è pur sempre un uscita didattica), io Simone e Matteo, avanti tutta a
cerca di seguire le tracce del cane dello sciatore che deve essere sceso nei
giorni scorsi. Ma tiene poco, dopo un centinaio di metri “no ragazzi, mettiamo
le ciaspole di nuovo”. Cerco di gradinare e pestare al meglio, ma dietro di me
faticano lo stesso. Chi mette le ciaspole, chi prosegue coi ramponi.
Ben presto
Simone getta la spugna con le ciaspole, gli sono di impaccio, allora tutti coi
ramponi, mentre si iniziano a scorgere tre sci alpinisti sopra di noi: voi si
che vi divertite! Passa davanti Giorgio con Morgan Valerio e Christian, Nicola
con Rossella Andrea e Roberto, poi ripartiamo noi.
Il live
motive della salita diventa il mio bombolone che penzola in una sporta dallo
zaino, tutti lo vogliono nessuno poi ne vorrà un pezzo. Si fischietta, ora che
sono dietro otto persone si sale decisamente meglio, ma il piede poggia
mediamente 40 cm sotto il limite del bianco. Tutta scuola anche questa!
Passo
davanti a Nicola difendendo il mio bombolone a picozza tratta, poi supero anche
Giorgio per darci un po di cambio. Il canale si restringe, carino, ma che neve.
Poi gli ultimi 30m goduriosi finali su neve ventata quasi quick quick: 1000m di
dislivello su neve fresca per 30m di neve dura.
Arrivano
anche gli altri, per ultimi Federico Diego Laura e infine Gianluca Stefania
Federico, questi ultimi forse un po’ più cotti degli altri, ma nessuno è una
rosa (chissà chi domani non si alzerà dal letto!!). Ci si ricompatta alla
Forcella e poi si decide per scendere per dove siamo saliti, niente anello per
Rifugio Vallaccia. Ora scendere è più divertente, anche se sogno gli sci, ben
presto siamo alla base del canale.
Tempo di
prove artva, ma il tempo è poco, siamo saliti davvero lenti, non è ancora
finita l’ultima prova che Gianluca si è già defilato e sceso verso la birra.
Cercando i pendi a neve più fresca, scendere è spassoso, affondo fino al
ginocchio per la gioia dello spirito e meno dei quadricipiti. Si torna allo
spiazzo che riporta nel bosco e si ricambia assetto.
Via i
ramponi e su le ciaspole, ma io no, scendo senza nulla che non mi va di essere
impacciato. Diego invece con le ciaspole scivola di continuo, il suo modello è
un po’ troppo escursionistico. Ma certi toboga non lasciano scampo nemmeno ad
attrezzi più seri!
Dopo 10 ore
siamo all’auto, chi esausto chi già coi piedi sotto il tavolo. Tavolo che a breve
raggiungeremo anche noi, e dove si vedranno montagne di panini girare..
L’appetito vien..ravanando!
Qui altre
foto.
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