Mi mancava
un'uscita del genere, e questo era il giorno giusto: coprifuoco di rientro,
morosa altrove, sabato sera senza impegni, meteo che dovrebbe esser buono.
Dall'arrampicata del sabato
torniamo più tardi di quello che credevo, ma non mi abbatto. Preparo tutto di
corsa, due fette di pizza al taglio divorate in macchina prima di partire, e
poi eccomi in viaggio verso sud. Destinazione Case di Civago.
Arrivo al
parcheggio di Case di Civago con un sonno della madonna, non c'è problema:
abbassa il sedile, fuori il sacco a pelo, giù un po' i finestrini, e il letto è
pronto. beh certo non è come dormire sul materasso di casa, ma non si sta male,
e poi sono abbastanza spartano io.
La sveglia
puntata per le 5: suona, apro gli occhio, sembra ci siano nuvole basse.. Va beh
dai, un altro quarto d'ora. Driin, idem. Alla fine "mi tiro giù dal
letto" alle 6:15, con già la luce fuori ma un cielo coperto. Colazione
fugace a gran cereale (la pizza di ieri sera non mi ha lasciato tanta fame),
scotch protettivo sulle dita dei piedi (oggi prevedo farne di km), e sono
operativo. Alle 6:40 lascio il mio "hotel".
Come ormai
d'abitudine, da qui parto per risalire la cresta del Monte Ravino, quindi torno
indietro alla ricerca del sentiero che inizialmente si divincola tra le case,
per poi sfociare in un erba alta che mi bagna subito fino a metà coscia. Non
c'è caldo, ma inizio già a sudare, e
cerco di impormi di darmi una calmata, avrò tempo per correre.
Abbandono
presto la civiltà per infilarmi sotto un arco di rami verdi, che poi mi porta
su letti di foglie millenarie su su per il bosco. Qualche scorcio tra i faggi
mi rivela il mio presentimento: nubi basse all'orizzonte. Almeno qui sono
riparato dal vento!
Si riparte,
ma il bosco dura poco e ho già capito che ben presto sarò in balia dell'aria in
movimento. E ahimè, anche in mezzo alle nuvole. E infatti, cvd. Ah buon caro e
vecchio Appennino patagonico! Va beh, son qui ormai, proseguo, vedrò il da
farsi dopo. Volevo fare della gamba oggi, ma se deve esser così..
Qualche
chiazza di neve a lato, un vento impetuoso che risale il versante nord, e ben
presto in cima al Monte Ravino. Niente pause, la cresta chiama, si prosegue.
Ecco, magari visto il vento segue il sentiero quando questo gira a sud, così
sto un po' più riparato. è vero però che poi il sentiero non sale all'Alpe di Valestrina,
ma ci sta sotto. Beh poi vedo cosa fare.
Al Passo
della Volpe il vento si porta in spalla le nuvole dalla valle, per un attimo
vedo il sole ma è qualcosa di molto fugace. Avanti tutta e..cresta sia, frega
niente se non si vede nulla, vento, nuvole, umidità (sono bagnato..), la cima
sarà mia! La conquista dell'inutile.. Eccola anche lei!
Giù adesso,
osservando la parete nord ovest e la in fondo qualche canale di neve del
Sassofratto, ultime lingue sopravissute a uno scarso inverno. Inizio a corricchiare
in discesa per guadagnare tempo, ma qualche scivolata mi fa calare il passo.
Al Passone i
flauti fischiano, il laghetto è bello pieno, e io proseguo verso la schiena del
Gigante, con condizioni meteo immutate. Anzi, peggiorano. Giunto sul crinale
vero e proprio inizio ad avere male alle braccia per il freddo, e pensare che
ieri avevo caldo e doveva essere viceversa.
Avanti tutta
senza pause! Trovo pure neve sulla cresta, nulla di che, ma questi 50m non me
li aspettavo. Mi aspetto invece da un momento all'altro quel dosso roccioso
sulla destra che potrà ripararmi dal vento e concedermi una sosta, ma non
arriva mai, e le dita iniziano a non essere contente.
Finalmente lo trovo, mangio bevo e metto i
guanti, che freddo! Però resto a maniche corte.. I cavi della seggiovia
fischiano come non mai, non me ne curo, voglio arrivare in cima e decidere che
fare. Ma le rocce che trovo scivolose non sono amiche. E al solito pezzettino
poco segnato, con oggi visibilità a 30m, titubo sulla direzione. Ma la trovo.
Discesa fino
al passo prima delle roccette, che ovviamente non mi lascio sfuggire. Però non
sono così gustose oggi, sarà I, massimo II-, ma bagnate sono comunque da
prestare attenzione. Dopo 3h dalla partenza sono in cima, con un panorama
assolutamente invidiabile. Toh, non c'è nessuno in cima.
Bon, ora se
scendo verso sud ricordo che il sentiero non si vede benissimo, e con scarsa
visibilità mi perdo sicuro. Ma ci provo. Per fortuna si vede che le nuvole un
po' si stanno alzando, e prima di finire nel tratto ostico i miei occhi
riescono a vedere lontano i segni e seguirli. Il vento scuote e scuote, guardo
il crinale di fronte a me e penso che non so se ho voglia di andarci.
Altra pausa
cibo, con un timido sole a scaldarmi, traverso sulle rocce e mi rituffo nel
bosco, verdissimo. Ma prima uno sguardo dietro, dove l'Appennino ha la sua cima
ancora turbolente. Scendo in velocità,
circa, la forza di gravità aiuta a prendere velocità, ma le gambe poi devono
lavorare per frenare e spostare il piede nei punti più adatti.
Incontro
qualche persona adesso, punto giù a Presa Alta, e osservando il laghetto mi
vene voglia di tuffarmi dentro. Oddio, in realtà col freddo preso su berrei
anche un the caldo, ma i piedi quelli si che vorrebbero refrigerio.
Eccomi a Presa
Alta, ovvero nella valle opposta a quella da qui sono salito. E intanto mi
viene in mente il prossimo progetto.. Ma pensiamo ad adesso, che faccio?
Risalgo stando nel bosco e puntando al Passo di Lama Lite (qui) o stavolta tento il
Prado per il Passo di Romecchio (l'altra volta non scesi fino a Presa Alta): dai, provo a
salire, poi vediamo se tagliare per il Rifugio Bargetana.
La salita
torna prepotente, dovrei trovare un bivio per salire al passo ma ancora nulla,
sta a vedere che me lo sono perso e devo scendere, no eh?! No ok, va bene,
sterza a sinistra, per un bosco che non credo attraversino in tanti, oggi con
una strana luce che filtra dai rami.
Me lo
ricordavo più corto, ma alla fine al passo di Romecchio ci arrivo, soleggiato,
che bello, ma ventoso, ovvio. Guardo l'ora, guardo il cartello, faccio due
conti, dai ci provo. Su per lo 00, sentiero amico e panoramico, oggi non verso
il Cusna che resta sempre coperto. Si vede che il gigante voleva una coperta di
nuvole.
Risalgo il
Monte Castellino, con la giacchetta che sventola sullo zaino e quasi mi frusta,
ora degli escursionisti ce ne sono in giro, e altre chiazze di neve che tocca
pestare, che peccato.. Due signori mi chiedono "va anche lei al passo del
prado" "ma guardi, io spero arrivarci in cima veramente".
Corricchio
saltando sui sassi per essere svelto, bisognerebbe che fossi giù in 1h30 massimo,
non ce la farò mai. E invece sì. Scendo osservando i versanti nord di Prado e
Cipolla, anche loro da esplorare in inverno a "tempo perso",
saltellando sui massi ed evitando gli escursionisti.
Il vento mi
ha lasciato, ora fa caldo, ma poteva esser peggio. Devo sbrigarmi, ma il
sentiero canyon dopo il Passo di Lama Lite non è agevole e non permette errore,
cosa che a momenti commetto, urca! Discesa pallosa, massi grossi e smossi,
cerco di starmene a lato per quel che posso.
Il laghetto
e il ruscello mi danno una voglia di infradito e costume..e anche di mojto!
Invece devo accontentarmi del tubo sgorgante nettare trasparente (il vascone
poco prima del bivio col Rifugio San Leonardo), meglio che niente. La discesa me la ricordo noiosa e così è,
guardo febbricitante i cartelli e l'orologio, dai che ce la faccio.
Inizio a
riconoscere l'afa tipicamente estiva delle piante del bosco e della polvere del
sentiero secco. Ecco che vedo il cartello dela caduta massi che precede
l'infinito parcheggio, dove io da buon conservatore della salute del mio mezzo
meccanico che non voglio pagare con qualche ammaccatura dovuta alle buche
(leggasi, meno strada in auto, più strada a piedi), ho parcheggiato nel posto
più lontano.
Arrivo
all'auto e guardo l'orario, ce l'ho fatta. Poco più di 30km e 2300m di
dislivello (dice il gps: forse 2300 son tanti, ma almeno 2100 sicuri) per
7h47min: Cusna e Prado (due delle cime più alte del nostro appennino), vento e
vento, freddo e caldo, nuvole e vento, salita e discesa, Valle del Dolo e Valle
dell'Ozola, bosco e crinale. Una giornata intensa sotto tanti punti di vista,
che mi mancava. E sono pure in superorario per casa!
Qui altre
foto.
Qui report.
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