Allo stesso modo di come era iniziato, chiudiamo l'anno 2015 nello stesso
modo in cui lo si era iniziato, ovvero a sgranocchiare un po' di ghiaccio nel
quel di Malga Sorgazza, dall' amico Maurizio.
Dubbiosi fino all'ultimo per le condizioni e per cercare di
non essere degli stracci la sera a cena con le rispettive morose, la partenza è
comunque tale per arrivare al parcheggio ancora a buio, nella speranza di
essere i primi. Saremo i primi, ma per un pelo, mentre ci prepariamo altre auto
arrivano (il genio che si porta la bici per fare l'avvicinamento, invidia).
Zero neve, avvicinamento veloce, ma quando arriviamo di
fronte al flusso..mamma se è magro e bagnato: ma ormai siam qui, proviamo,
sembra al limite ma comunque scalabile. Parto io, zaini alla base, che tanto
con un tiro unico dovrei arrivare all'albero di sosta e poi..vedremo, che
un'idea ce l'ho già.
Il ghiaccio morbido permette un infissione con poca fatica,
ma dietro ogni piccozzata si nasconde la paura che la becca rimbalzi sulla
roccia. Alla ricerca del percorso più grasso, scorro a fianco del masso con lo
spit, incredibilmente secco e non salibile in diedro, tocca passarci sopra.
Ultimi metri di placca bagnata e poco consistente e poi qualche bella
piccozzata nella terra per arrivare all'albero. Alè!
Recupero i miei amici, mentre scruto il possibile proseguo
della via. Una volta giunti gli chiedo cosa vogliano fare: oggi che non c'è
neve, si potrebbe proseguire la salita e scoprire i salti superiori, oppure
scendere e rifare questo tiro alternandoci o andare alla sinistra. Solo che
entrambi hanno salito un tiro che per magrezza li ha poco entusiasmati, e la
sinistra sarà occupata dai 4 che ci sono passati vicini prima.
Parte allora Roberto per il secondo tiro, un muretto
iniziale bello grasso. Poi scompare alla nostra vista, e man mano che la corda
finisce, ci avviciniamo camminando verso il muretto. Possiamo partire, e dopo
questo divertente muretto, il terreno spiana a districarsi in mezzo ad alberi
caduti.
Tocca adesso Simone, che parte con un nuovo muretto ma non
molto grasso, anche se forse sarebbe stato più interessante (ma delicato!)
salire alla destra in diedro roccia-ghiaccio. Anche lui scompare alla nostra
vista, ma lo sentiamo entusiasta di una salita in una piccola strettoia, oltre
che sentirlo cercare il legno.
Ci ricongiungiamo, nuovo scambio materiale (oggi ognuno ha
provato i guanti dell'altro) e chi va per quello che sembra essere l'ultimo
tiro? "ragazzi, non chiedetelo a me, fosse per ma salirei da primo
sempre", lascio quindi il posto a Roberto, che con pendenze blande e
bastarde arriva a far sosta.
Ora inizia la nuova fase di avventura. In base allo
schizzo/disegno di Maurizio, si sale fino qui (non abbiamo trovato soste a
parte la prima, ma ci sta visto che penso siamo in pochi a salire anche i tiri
successivi al primo) e poi o si scende in doppia o si traversa verso sinistra a
cercare la doppia della Sorgazza sinistra. Scendere in doppia è impossibile da
qui, troppi incastri e materiale da abbandonare.
Si traversa in prati secchi, si scende osservando montagne
marroni all'orizzonte, e infine ecco l'ancoraggio per la doppia. Sotto di noi
qualcuno arrampica, o meglio, tritura il ghiaccio salendo e scendendo a
criceto, ma ci stà! Cercando (ma forse non riuscendo) di disturbarci il meno
possibile, una bella calata da 50m e siamo alla base.
Un panino e birra e dolce ristoratore alla Malga, un saluto
ad altri pikkiatelli del gruppo "Cuori di Ghiaccio", e concludiamo
l'anno nel modo che ci piace: con le picche in mano!
Qui altre foto.
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