Dopo
l'ottima cena, dell'ottimo cuoco, dell'ottimo alpinis..dell'ottimo cuoco, vedo
di concludere questo ponte che ha funestato i sogni della due giorni con morosa
e della due giorni con amici. La giornata di ieri è stata blanda anche perchè eravamo fiduciosi
nelle buone previsioni meteo per domenica, previsioni cambiate ovviamente al
sabato pomeriggio. Si conferma comunque la zona che pare essere la migliore tra
le latitudini e longitudini possibili: Apuane.
Da tanto
tempo volevo mettere il naso in questa zona, le Guglie della Vacchereccia:
torri e placconate disseminate di un sacco di vie, poco relazionate ma con
soste e discese piuttosto sicure visto che sono teatro di corsi. Ma zone
comunque selvagge, come le Apuane ho imparato sanno essere (in esperienze
passate): alpinismo apuanismo!
Partenza
prestissimo, anche perchè quel rapporto 1€ per ogni 10km di autostrada mi sta
un po' sulle balle: e poi c'è il Passo del Cerreto che si può attraversare, così bello!
Senza fare colazione (sazi dalla sera prima) imbocchiamo la strada dissestata
che passa sotto Vinca (già arrivare fin qui è un bel viaggio tortuoso nella
Toscana montana), parcheggiando al ponte dove parte il sentiero per la Capanna
Garnerone. Mannaggia, è tutto bagnato. Arghhh
Imbocchiamo
il sentiero, sono davvero poco fiducioso, anzi in realtà ho già messo in conto
che oggi si camminerà e basta. Almeno siamo in un bel posto! Un castagno
gigante, e altri grandi lo stesso, bosco vario e che quando si apre regala
viste su Monte Sagro e Pizzo d'Uccello (qui, qui e qui). Poi quelle due piante, scorticate come se fossero state usate come
graffiatoio da un animale che in piedi raggiunge la mi altezza..ma ci sono gli
orsi in Apuane?!
Si sale con
calma perchè nonostante tutto fa un gran caldo e siamo già belli e sudati. Le
prime pietre segnalano che ci stiamo avvicinando a luoghi ben più interessanti,
ma il bagnato resta, e il sole non è certo alto nel cielo: o meglio, è alto,
altissimo, ma oscurato. Esploreremo più torri e guglie e placche possibile,
oggi non si arrampica.
Usciamo dal
bosco e passiamo sotto alle Guglie della Vacchereccia, spettacolo! Non si vede
anima viva, e tutto il giorno non ne vedremo, le Apuane ai nostri occhi saranno
ancora più selvagge! Non saliamo verso il nostro parco giochi di oggi,
cerchiamo il modo comodo di arrivarci e continuiamo per la Capanna Garnerone,
bivacco nuovissimo e davvero bello.
Breve pausa
e si riparte a cercare la traccia per le palestre di roccia, inizialmente
sbagliando e prendendo il sentiero che porta a Foce Giovo, torniamo indietro e
ci inerpichiamo per la pineta, che ben presto lascia spazio a un bel ghiaione
per nulla fine, ma che da la possibilità di alzare gli occhi a ogni tornante e
guardarsi intorno.
Traverso,
breve bosco, ed ecco i primi spit delle Placche degli Allievi, che sono
piuttosto umidicce (per non dire bagnate): evvabbeh, ero già partito con
aspettative basse basse.. Continuiamo verso nord, ed eccoci nel canale dopo il
quale si alza la Torre Torracca: ora c'è solo da cercare l'attacco..
Già alla
falesia ho notato che non ci sono nomi alla base delle vie, e questo mi lascia
già pensare di quanto sarà poco intuibile trovare gli attacchi di vie
alpinistiche sulle quali le protezioni in loco sono rare. E infatti vaghiamo
nel canale, provo a superarlo per vedere se c'è qualcosa, saliamo, scendiamo,
toh sembra di vedere un vecchio spit casalingo, ma troppo lontano per esser
certi che la vista funzioni bene.. Lo spigolo, alla base, si presenta più come
una parete tondeggiante..
Fa pure
freddo, ma almeno la zona di roccia dove pensiamo partire per arrampicare
sembra asciutta, "che si fa, proviamo?", sono poco convinto oggi,
forse a causa del ponte in vacca, del meteo ballerino, della mancanza di
certezza nelle previsioni anche a 12h.. Mi vesto, armo, e parto.
Tento di prendere
troppo di petto la parete strapiombante sotto lo spit, le lame ci sono, ma
troppo distanti, e i piedi non fanno molta aderenza sull'umido e sull'erba. Ma
si chiama spigolo, sguscio a sinistra a prendere lo spigolo, e inizio a salire
più agilmente, ma sempre molto guardingo sul dove andare, sul cercare qualche indizio
che la via sia giusta, e sul tastare con cura ogni roccia prima di usarla per
la mia progressione.
La roccia è
bella e mediamente buona, ma le dita non si sono ancora riscaldate a
sufficienza per godere della salita e renderla più veloce. Guardo giù ogni
tanto, ora sì che la scalata si sta facendo più aerea ed emozionante! Speriamo
solo di essere sulla linea giusta, ma l'albero lassu dovrebbe essere la prima
sosta..e così è!
Esce anche
un timido sole, ma l'albero della sosta è piuttosto ombreggiante e non me lo fa
godere. Recupero Stefania dopo averle intimato di ripulire la via dalla roba
che si muove (su un bel pilastrone le ho pure lasciato un rinvio a segnalarle
"questo buttalo giù!"). Buttiamo giù anche un ramo secco, e ora tocca
a lei partire. Oh my god cosa stà per succedere..
Lo spigolo è
rimasto più a sinistra, davanti una parete, ma la sosta sotto le frasche non mi
permette di vedere bene il proseguo della via e tutto resta in mano a lei. Il
tappeto di Paleo iniziale inumidisce le scarpette, prova di qui, prova di la,
inizia a salire seguendo i punti deboli della parete, qualche protezione,
prosegue prosegue, ma.. zigzaga troppo.
La sento che
arriva nei pressi della sosta, ma la sento pure tirare degli accidenti: la
corda non scorre. Arriva in sosta e "molla tutto",
"recupera" ma non recupera. Corda troppo angolata e strozzata sotto
una lama. Dopo vari tentativi e "oh issa" non resta altro che farmi
la bambola di corda (30mx2 corde=kg di peso e collanone al collo) e iniziare a salire
con una corda che o non sale o sale lentamente.
E niente, fortuna
è facile, salgo con un bel po' di lasco fino a togliere qualche protezione e
alleggerire l'attrito, poi ecco la lama nefasta e tutto viene recuperato bene!
Finalmente vedo la sosta,e intravedo il nasone in piedi del prossimo tiro, il "IV+/V
sostenuto", che c'è tutto. Sosta dai mille chiodi, rifiliamo tutte le
corde che il caos è tanto, e finalmente posso ripartire.
Bella
spaccata per "saltare" sull'altra parete, e seguire la debole fessura
e i chiodi che ci stanno dentro: ma vanno cercati, quasi non si vedono finchè
non ci sei vicino. La salita è ben ammanigliata ma con anche qualcosa che si
muove, molto aerea e pian piano sempre più strapiombante: uno sguardo giù ogni
tanto mi rende conscio di ciò, e quando mi guardo i piedi per vedere dove
spostarli..vedo tanta aria e poca roccia!
Molto bello,
ma anche faticoso, occorre fermarsi poco e viaggiare, cosa che riesco a fare
salendo fluido, anche perchè le difficoltà maggiori non sono all'inizio ma
verso la fine: un bel passettone in trazione, e poi più facile verso la sosta.
Più facile, ma su blocchi e lame che paiono solo appoggiati..
Mentre
recupero la mia amica, mi godo il panorama. Superbo. Il mare laggiù, con la sua
caotica vita da spiaggia estiva, e qui la pace, alberi, verde e roccia, boschi dolci
e ripide pareti. Le nuvole che fanno capolino, il Monte Sagro che mette il
cappello e Foce Rasori che diventa una bocca sputa fumo.
Ultimo tiro
per Stefania, "Stefania, portami in cima!", facili ma panoramici:
quando toccherà a me, cercherò di complicarmi la vita, galvanizzato dal
bellissimo ed entusiasmante L3! Dalla cima poi, altre foto a un luogo così
vario in pochi km quadrati.
Dai forza,
scendiamo, che il cielo si carica e il Grondilice comincia a essere avvolto
dalla nebbia. Prima doppia bella lunga, che parte dritta e poi finisce nel
vuoto, fichissimo! Siamo dentro al canale "opposto" a quello
dell'avvicinamento, si fa per recuperare le corde..che non vengono. Attimi di
terrore. Tira 1, 2, 3, ma nulla. Recupero un po' l'altra per smuovere il nodo e
riparto, e finalmente viene giù, che cagata a dosso!
Altra doppia
più corta (solo una mezza), recupero corde e un'occhiata alla Torre Cartuccia e
quella linea di spit, chissà quanta roba c'è qui. Discesa apuanica tra paleo e
roba smossa, traversino per tornare all'attacco ed eccoci di nuovo qui.
Ma il cielo
si incupisce, l'ora non è tarda ma facendo due conti non arriviamo comunque
presto a casa: e aggiungiamo che il cielo non sembra promettere bene, e un
temporale in Apuane non è nella mia to do list. Piccola esplorata alle Placche degli
Allievi e poi si scende. Pausa ristoratrice alla capanna Garnerone, che ora lo
stomaco inizia a patire il vuoto lasciato da ieri sera!
Lasciamo
così questo bellissimo luogo, discesa all'auto più veloce del previsto. Vietta
corta, ma posto fantastico: forse venirci in giornata è un po' una tirata, è un
po' troppo alpinistico, ma di certo una due giorni meriterebbe! Quindi,
arrivederci!
Qui altre
foto.
Qui report.
Qui
relazione.
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