domenica 5 giugno 2016

Apuane silenziosamente arrampicatorie: Torre Torracca, Spigolo Classico

Dopo l'ottima cena, dell'ottimo cuoco, dell'ottimo alpinis..dell'ottimo cuoco, vedo di concludere questo ponte che ha funestato i sogni della due giorni con morosa e della due giorni con amici. La giornata di ieri è stata blanda anche perchè eravamo fiduciosi nelle buone previsioni meteo per domenica, previsioni cambiate ovviamente al sabato pomeriggio. Si conferma comunque la zona che pare essere la migliore tra le latitudini e longitudini possibili: Apuane.
Da tanto tempo volevo mettere il naso in questa zona, le Guglie della Vacchereccia: torri e placconate disseminate di un sacco di vie, poco relazionate ma con soste e discese piuttosto sicure visto che sono teatro di corsi. Ma zone comunque selvagge, come le Apuane ho imparato sanno essere (in esperienze passate): alpinismo apuanismo!
Partenza prestissimo, anche perchè quel rapporto 1€ per ogni 10km di autostrada mi sta un po' sulle balle: e poi c'è il Passo del Cerreto che si può attraversare, così bello! Senza fare colazione (sazi dalla sera prima) imbocchiamo la strada dissestata che passa sotto Vinca (già arrivare fin qui è un bel viaggio tortuoso nella Toscana montana), parcheggiando al ponte dove parte il sentiero per la Capanna Garnerone. Mannaggia, è tutto bagnato. Arghhh
Imbocchiamo il sentiero, sono davvero poco fiducioso, anzi in realtà ho già messo in conto che oggi si camminerà e basta. Almeno siamo in un bel posto! Un castagno gigante, e altri grandi lo stesso, bosco vario e che quando si apre regala viste su Monte Sagro e Pizzo d'Uccello (qui, qui e qui). Poi quelle due piante, scorticate come se fossero state usate come graffiatoio da un animale che in piedi raggiunge la mi altezza..ma ci sono gli orsi in Apuane?!
Si sale con calma perchè nonostante tutto fa un gran caldo e siamo già belli e sudati. Le prime pietre segnalano che ci stiamo avvicinando a luoghi ben più interessanti, ma il bagnato resta, e il sole non è certo alto nel cielo: o meglio, è alto, altissimo, ma oscurato. Esploreremo più torri e guglie e placche possibile, oggi non si arrampica.
Usciamo dal bosco e passiamo sotto alle Guglie della Vacchereccia, spettacolo! Non si vede anima viva, e tutto il giorno non ne vedremo, le Apuane ai nostri occhi saranno ancora più selvagge! Non saliamo verso il nostro parco giochi di oggi, cerchiamo il modo comodo di arrivarci e continuiamo per la Capanna Garnerone, bivacco nuovissimo e davvero bello.
Breve pausa e si riparte a cercare la traccia per le palestre di roccia, inizialmente sbagliando e prendendo il sentiero che porta a Foce Giovo, torniamo indietro e ci inerpichiamo per la pineta, che ben presto lascia spazio a un bel ghiaione per nulla fine, ma che da la possibilità di alzare gli occhi a ogni tornante e guardarsi intorno.
Traverso, breve bosco, ed ecco i primi spit delle Placche degli Allievi, che sono piuttosto umidicce (per non dire bagnate): evvabbeh, ero già partito con aspettative basse basse.. Continuiamo verso nord, ed eccoci nel canale dopo il quale si alza la Torre Torracca: ora c'è solo da cercare l'attacco..
Già alla falesia ho notato che non ci sono nomi alla base delle vie, e questo mi lascia già pensare di quanto sarà poco intuibile trovare gli attacchi di vie alpinistiche sulle quali le protezioni in loco sono rare. E infatti vaghiamo nel canale, provo a superarlo per vedere se c'è qualcosa, saliamo, scendiamo, toh sembra di vedere un vecchio spit casalingo, ma troppo lontano per esser certi che la vista funzioni bene.. Lo spigolo, alla base, si presenta più come una parete tondeggiante..
Fa pure freddo, ma almeno la zona di roccia dove pensiamo partire per arrampicare sembra asciutta, "che si fa, proviamo?", sono poco convinto oggi, forse a causa del ponte in vacca, del meteo ballerino, della mancanza di certezza nelle previsioni anche a 12h.. Mi vesto, armo, e parto.
Tento di prendere troppo di petto la parete strapiombante sotto lo spit, le lame ci sono, ma troppo distanti, e i piedi non fanno molta aderenza sull'umido e sull'erba. Ma si chiama spigolo, sguscio a sinistra a prendere lo spigolo, e inizio a salire più agilmente, ma sempre molto guardingo sul dove andare, sul cercare qualche indizio che la via sia giusta, e sul tastare con cura ogni roccia prima di usarla per la mia progressione.
La roccia è bella e mediamente buona, ma le dita non si sono ancora riscaldate a sufficienza per godere della salita e renderla più veloce. Guardo giù ogni tanto, ora sì che la scalata si sta facendo più aerea ed emozionante! Speriamo solo di essere sulla linea giusta, ma l'albero lassu dovrebbe essere la prima sosta..e così è!
Esce anche un timido sole, ma l'albero della sosta è piuttosto ombreggiante e non me lo fa godere. Recupero Stefania dopo averle intimato di ripulire la via dalla roba che si muove (su un bel pilastrone le ho pure lasciato un rinvio a segnalarle "questo buttalo giù!"). Buttiamo giù anche un ramo secco, e ora tocca a lei partire. Oh my god cosa stà per succedere..
Lo spigolo è rimasto più a sinistra, davanti una parete, ma la sosta sotto le frasche non mi permette di vedere bene il proseguo della via e tutto resta in mano a lei. Il tappeto di Paleo iniziale inumidisce le scarpette, prova di qui, prova di la, inizia a salire seguendo i punti deboli della parete, qualche protezione, prosegue prosegue, ma.. zigzaga troppo.
La sento che arriva nei pressi della sosta, ma la sento pure tirare degli accidenti: la corda non scorre. Arriva in sosta e "molla tutto", "recupera" ma non recupera. Corda troppo angolata e strozzata sotto una lama. Dopo vari tentativi e "oh issa" non resta altro che farmi la bambola di corda (30mx2 corde=kg di peso e collanone al collo) e iniziare a salire con una corda che o non sale o sale lentamente.
E niente, fortuna è facile, salgo con un bel po' di lasco fino a togliere qualche protezione e alleggerire l'attrito, poi ecco la lama nefasta e tutto viene recuperato bene! Finalmente vedo la sosta,e intravedo il nasone in piedi del prossimo tiro, il "IV+/V sostenuto", che c'è tutto. Sosta dai mille chiodi, rifiliamo tutte le corde che il caos è tanto, e finalmente posso ripartire.
Bella spaccata per "saltare" sull'altra parete, e seguire la debole fessura e i chiodi che ci stanno dentro: ma vanno cercati, quasi non si vedono finchè non ci sei vicino. La salita è ben ammanigliata ma con anche qualcosa che si muove, molto aerea e pian piano sempre più strapiombante: uno sguardo giù ogni tanto mi rende conscio di ciò, e quando mi guardo i piedi per vedere dove spostarli..vedo tanta aria e poca roccia!
Molto bello, ma anche faticoso, occorre fermarsi poco e viaggiare, cosa che riesco a fare salendo fluido, anche perchè le difficoltà maggiori non sono all'inizio ma verso la fine: un bel passettone in trazione, e poi più facile verso la sosta. Più facile, ma su blocchi e lame che paiono solo appoggiati..
Mentre recupero la mia amica, mi godo il panorama. Superbo. Il mare laggiù, con la sua caotica vita da spiaggia estiva, e qui la pace, alberi, verde e roccia, boschi dolci e ripide pareti. Le nuvole che fanno capolino, il Monte Sagro che mette il cappello e Foce Rasori che diventa una bocca sputa fumo.
Ultimo tiro per Stefania, "Stefania, portami in cima!", facili ma panoramici: quando toccherà a me, cercherò di complicarmi la vita, galvanizzato dal bellissimo ed entusiasmante L3! Dalla cima poi, altre foto a un luogo così vario in pochi km quadrati.
Dai forza, scendiamo, che il cielo si carica e il Grondilice comincia a essere avvolto dalla nebbia. Prima doppia bella lunga, che parte dritta e poi finisce nel vuoto, fichissimo! Siamo dentro al canale "opposto" a quello dell'avvicinamento, si fa per recuperare le corde..che non vengono. Attimi di terrore. Tira 1, 2, 3, ma nulla. Recupero un po' l'altra per smuovere il nodo e riparto, e finalmente viene giù, che cagata a dosso!
Altra doppia più corta (solo una mezza), recupero corde e un'occhiata alla Torre Cartuccia e quella linea di spit, chissà quanta roba c'è qui. Discesa apuanica tra paleo e roba smossa, traversino per tornare all'attacco ed eccoci di nuovo qui.
Ma il cielo si incupisce, l'ora non è tarda ma facendo due conti non arriviamo comunque presto a casa: e aggiungiamo che il cielo non sembra promettere bene, e un temporale in Apuane non è nella mia to do list. Piccola esplorata alle Placche degli Allievi e poi si scende. Pausa ristoratrice alla capanna Garnerone, che ora lo stomaco inizia a patire il vuoto lasciato da ieri sera!
Lasciamo così questo bellissimo luogo, discesa all'auto più veloce del previsto. Vietta corta, ma posto fantastico: forse venirci in giornata è un po' una tirata, è un po' troppo alpinistico, ma di certo una due giorni meriterebbe! Quindi, arrivederci!

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