Ed eccoci al momento clou del weekend.
Il tentativo di concatenare Diedro Sud e Tiziana, cosa già tentata ma fallita per ritardi, meteo incerto e primo tiro di Tiziana bello
bagnato. Ero con Claudio a quei tempi, e ricordo comunque una via
mica facile, ma non la ricordo bene visto che il tratto più duro lo
supero bene, uno di quelli che non ricordavo mi fa penare..
Facciamo colazione come se dovessimo
andare a fare la nord, ma tra il caldo patito ieri, la nostra non
velocità e la voglia di non tornare a casa domani, preferiamo così:
tanto il gestore deve svegliarsi per quelli che fanno il trail ,
sicchè.. Il Pisanino fa più ombra di ieri..
E meno male, così saliamo un bel pezzo
all'ombra, in più oggi c'è un bel venticello che regala sensazioni
di benessere senza sudare come nel deserto. Stessa salita di ieri, ma
sotto consiglio di Omar non saliamo fino alla Foce di Giovo, per poi
scendere, traversare nell'erba e risalire un canalone, ma ci
dirigiamo al Giovetto.
Da qui ci ha detto di traversare, senza
avvicinarsi troppo alle rocce. In un qualche modo troviamo la nostra
strada, un avvicinamento a naso e sensazione, coi piedi che affondano
nell'erba senza vedere cosa ci sia sotto, mani sulle pietre
traballanti: i love Apuane! E comunque il panorama regala ancora e
ancora.
In un'ora e mezza siamo alla base del
Diedro Sud, che nonostante il nome, resta in ombra per parecchio, e
per fortuna! Di nuovo qui sotto, ma stavolta me la devo cavare io coi
tiri duri..
I nostri amici sono più veloci di noi,
parte Federico quindi, seguito poi da Dario, e da Stefania. Si inizia
a salire nell'erba, non certo rassicurante, un accenno di diedro e
poi via in placca a cercare qualche fessurina e un chiodo che non si
dovrebbe vedere bene..e infatti non vediamo. Poi ci si infila in un
camino canale tenebroso, sbucando su una scomoda sosta su terrazza.
Dario segue una linea che zigzaga nel
secondo tiro, io lo ricordo invece un bel sistema di lame esposte che
l'altra volta mi sono proprio goduto, e che mi godrò anche oggi!
Sempre in vista della sosta, bei passaggi su spigolo, un po' placcosi
e lame in tutte le direzioni. Occorre infilarsi in un diedro per poi
uscirne subito verso la sosta, e anche qui un passo che si fa sentire
prima di raggiungere Dario.
A mia memoria, ora ci sarebbe il tiro
col passaggio più duro della via. Recupero Stefania, e riparto io
come pattuito (speriamo anche che Stefania si sia ripresa rispetto a
come ha finito ieri!). Ci si
infila nel camino, occorre poi uscire e affrontare di nuovo uno
spigolo placcoso..ma senza lame stavolta. C'è un po' da pensarci e
fidarsi dei piedi, poi si sale. Verso destra, e di nuovo un piccolo
camino col passaggio chiave, che contro ogni mia previsione, supero
al primo colpo. Forse mi ricordo male la via!
Arrivo in sosta, ma la ricordavo
diversa la partenza del tiro successivo. Di nuovo, mi ricordo
stramale! Decido di continuare a salire visto che sento Dario dire
che ha trovato una sosta 15m dopo, e parto. Invece no, era la sosta
giusta! Mi ritrovo infatti ben presto al bivio: camino stretto o
placca esposta? E come fatto l'altra volta, vai di placca esposta,
esposta e dura accidenti! Fatico a tornare sullo spigolo e infine in
sosta, ma entusiasmante!
Addirittura freddino in sosta,
all'ombra e col vento. Sosta, in realtà sono a metà del quarto tiro
ufficiale.. Ma va bene, mi sono sparato anche la placchettina
esposta, yeppa! Dario sbadiglia attendendo il suo turno, mi sa che
Federico sta concatenando qualcosa anche lui..
Arriva e riparte Stefania, Dario è già
andato. Dopo poco non la vedo più, un tiro da stare attenti alla
roccia un po' meno compatta che prima, in parete e sempre all'ombra.
Meglio per il mio coppetto ustionato, ma vorrei gli scaldamuscoli
sulle braccia (i miei amici sono in maniche lunghe..).
Beh dai, la via me la ricordo difficile
su L2 e L3, e sulla variante di uscita che prese il compagno l'altra
volta, e che oggi non faremo, quindi sono tranquillo. Invece dovrei
mangiare qualcosa che mi aumenti la memoria, perchè funziona davvero
male. Ben presto infatti mi ritrovo in un bel caminone..
Mo vacca che roba croccante! Qui si che
ti devi sapere muovere in spaccata e in opposizione! Sento la mi
amica giù che dice “che bella foto verrebbe!” ma tanto lei non
le fa e comunque “lascia stare, pensa al mezzo barcaiolo”. Un
tiro davvero da strizzo, col vuoto sotto e sopra..chissà. Sopra
l'erba, e mi tocca uscire a sinistra su placche lisce per tentare un
improbabile traverso per andare sul terrazzino di sosta. Fiuuu, sarà
fatta ora?!
Ecco, ora sono al sole, al vento, e il
coppetto strilla pietà. Stefania parte, la relazione parla di IV,
passo V-, ma penso si possa fare anche più facile. Con la coda
dell'occhio ho visto gli altri due prima, ma sono già andati. E
invece.. La vedo muoversi lentamente su, e c'ha ragione! Qualche
metro facile, ma poi altri belli tosti prima di uscire su prati
pietrosi e vederla in sosta su uno spuntone.
Bene! Diedro Sud andato! Sono titubante
che si riesca a fare Tiziana vista la nostra non velocità..ma siamo
qui, e non ho orari di rientro, proviamo! Pausa acqua e cibo, su la
roba, e si parte per un trasferimento su erba, cenge, esposte, fino a
svoltare l'angolo e vedere Dario su S1 e Federico sotto che aspetta,
si sono messi avanti!
Riparto io, il temuto tiro di Tiziana,
sempre bagnato, ma non oggi (mi aveva rincuorato il Pappa che l'ha
salito ieri) e ci sono due spit ad aiutare. Ho visto che Dario ha
mezzo giu un bel po di protezioni pure! Vacca se è duro! Diedro che
parte appoggiato ma con insidiose prue di roccia, bisogna che “mi
metto bene”. Lentamente ma costantemente vinco la gravità.
Poi il diedro dalle mille prue diventa
strapiombante. Vacca. Poi da uscire in placca sul niente. Poi da
rientrare a strapiombare. Dario è vicino, ma non abbastanza. Friend
blu ficcato dentro, l'ho quasi comprato apposta per lei, per Tiziana
(un anno fa..), e finalmente raggiungo la sosta (scomodissima anche
da soli!). Beh dopo sarà ben più facile! Circa..
Stefania, con calma, sale il tiro anche
lei arrancando ma senza “aiuti” dall'alto, brava! Ghisata anche
nel.. ma va bene. Ho sentito Federico cercare a lungo la sosta, visto
Dario faticare.. Riparto io così lei riposa i muscoli. Incassato nel
diedro camino, passo non facile per uscire, poi ci si ritrova su un
bel paretone espostissimo dove salire, traversare, salire,
traversare, spaccare sul vuoto, salire in sosta. Bello!
Stefania invece quando c'è da spaccare
sul vuoto sembra che balli il tiptap per provare a come mettere i
piedi per partire “dai Ste, c'è riuscito Dario a spaccare!”, ed
eccola che passa. Che bella esposizione questo tiro. Davvero belle
vie oggi!
Riparte la mi amica, c'è da seguire un
fessurone di 40m. Che fessurone godurioso, ormai mi rilasso e inizio
(riprendo) a canticchiare. Lame, placche, incastri, davvero
fantastico! E le temperature sono mitigate da un discreto vento che
nel tiro prima mi rendeva sfuggevole il rinvio dove passare la mia
corda.
La sosta si trova su una salle a manger
di marmo liscio bianco. Cosa deve essersi staccato da qui e rotolato
giù.. Gasato salgo dritto a rendere difficile un tiro che parte
facile, canticchio di nuovo, tra l'altro canticchio il coro di
“Altrimenti ci arrabbiamo” (ciao Bud), per raggiungere poi i due
strapiombetti con spit, e quella che dovrebbe essere l'ultima vera
sosta.
Stefania sbuca dall'orizzonte. Va
avanti lei, ora cresta facile ma credo lunghetta ben più della
corda. E invece quando è circa a metà, si vede Federico spuntare
sopra di lei: ma allora era cortissima! Si poteva fare conserva
corta, vabbeh.
Siamo fuori, Ma la cima è ancora da
raggiungere. Ma che bel concatenamento di vie, nessun tiro davvero
banale, e tanti al limite delle mie capacità, ma nessun resting o
A0, davvero soddisfatto!
Tutti e quattro saliamo verso la
panoramica vetta del Pizzo d'Uccello. Ne parole ne foto possono
descrivere la vista, cielo limpido e montagne intorno. Bisogna
andarci.
La discesa dalla normale del Pizzo non
è certo un EE. E i miei compagni se ne accorgono presto, tra
saltelli di roccia, ghiaia, tratti ripidi, passaggi di I e II da
disarrampicare, il che rende la giornata davvero alpinistica, davvero
completa, davvero appagante.
La discesa sul sentiero è invece solo
un conto alla rovescia per la birra. La sbarra chiusa della cava
decreta la fine di un bel weekend.
Sistemata l'auto e cambiatici infatti,
finiremo nelle grinfie di un astuto cuoco, quello della mela come
dessert. Ordiniamo i nostri piatti, poi se ne esce con un “vi
faccio anche questo?” e fallo dai, e mangia. “vi faccio anche
questo?” no dai, basta se no stiamo qui fino a domani a ingrassare
“volete una fetta di torta fatta con le mie manone?” Ah beh
allora si “il caffe alla garfagnina” un mix di caffe, rhum e
cherosene, e vai anche quello “e il mi liquore?” ok, ma poi
basta!
Qui altre foto.
Qui report
Complimenti !
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