sabato 4 giugno 2016

Cercando di non bagnarsi: Pietra di Bismantova, Pincelli Var

Sconvolti dal meteo. Da settimane si progettava, si ambiva, un weekend su ghiaccio: una bella salita con picca e ramponi per cominciare la stagione dell'alta quota (che si spera quest'anno sia più proficua dello scorso). E invece, pur sperandoci fino all'ultimo, sogni infranti e si dirotta su roccia. 

Ma anche per la roccia trovare un'isola asciutta nel raggio di distanze chilometriche accettabili non è mica facile! Trovare poi due siti meteo che vadano d'accordo.. Ieri è stata una giornata piuttosto travagliata, avere il tempo per pensare a cosa fare e dove è inconciliabile, mi affido a Stefania: ma dopo i messaggi con Nicola, al mattino a colazione mi parte il tarlo di guardare se lì il meteo sia meglio, e.."andiamo in Pietra?". Cambio di programmi all'ultimo minuto. 

Prestissimo siamo al parcheggio, un cielo cupetto che invece doveva essere quasi sereno, il crinale dell'Appennino già bello carico. "minima spesa massima resa" dice il saggio, almeno sulla minima spesa oggi siamo d'accordo. Ci si incammina verso l'eremo, indecisi se partire con la Oppio o con la Pincelli, ma come riscaldamento meglio quest'ultima, tanto di tempo ne abbiamo. Una Pincelli dalla base più fiorita del solito! 

Parte Stefania, rimembrando il tentativo in serale di qualche settimana fa, svanito con la pioggia che inizia a bagnare la via proprio sul primo tiro. Ci si districa tra le erbe, il ghiaino, cercando con acrobazie di evitare di pestare una terra bagnata che poi rimanendo sulle suole delle scarpette, vanificherebbe il lavoro dei signori Vibram. 

Arrivo nei pressi della sosta e la trovo..alla sosta della variante Mediana. Poco male dai, mettiamo un po' di pepe a questa salita, su questa roccia, su questa "montagna" che ogni volta bastona e incute timore. Detta in una parola, "insegna". Tentenno già la partenza, con questo debole strapiombetto ma senza mani. Segue placca e ausilio di una debole fessura, ci metto un'eternità, ma di tempo ne abbiamo e almeno salgo pulito. 

Me la ricordavo più facile, e comunque più di placca, invece anche la parte alta riserva tratti verticali. Giungo in sosta con le corde che tentano (e riescono, finchè non torno giù a toglierle dalla V di roccia) di incastrarsi. Mentre recupero la mia amica, osservo i colori della roccia, che passa dal grigio cupo, al grigio chiaro, un giallino timido e un giallone potente. Osservo anche quel cengione di roccia crepato alla base, e la parete sulla sono, disseminata di sensori di movimenti per i blocchi di roccia. 

"Stefania, Variante Alta anche?" "ok, vai tu", rifilo le corde e parto per il classicone, la variante che faccio sempre ad AR1 (quiqui e qui). Ricordo che di solito ci titubo parecchio, spesso ci arrivo scomodo allo strapiombo principale, invece oggi salgo quasi (quasi..) fluido, senza ripensamenti, nel silenzio di una Pietra di Bismantova non ancora presa d'assalto dai climber. 

Anche la placca diedro finale la ricordavo più tosta, o che almeno ci facessi più fatica, e invece ben presto sono in sosta, dalla mitica cengia del Cocoa, dove prima o poi mi fermerò a dormire per vedere anche l'alba! Osservo il paesaggio, fresco e silenzioso, una rarità! 

L'ultimo tiro spetta a Stefania, peccato che lei per arrivare al primo rinvio debba salire coi piedi (grazie mamma che mi hai fatto alto, anche se magari potevi farmi anche più snodato): placca e poi il traverso esposto per ricongiungersi sulla via classica, e infine fuori. 

Facciamo su l'attrezzatura per ripiombarci giù, il meteo sembra reggere anche se non ispira fiducia, e sul lato sud della Pietra soffia un vento allegro e freddino. Siamo lì che parlottiamo sul fatto che di solito in Pietra le vie non sono mai prese d'assalto, e arriviamo alla Oppio con una cordata che si sta preparando. Poco fa abbiamo salutato Paolina che sta salendo la Pincelli, con cordate sotto che aspettano il proprio turno.. 

Aspettiamo con calma il nostro turno, senza spingere, la nostra via l'abbiamo fatta intanto, adesso vediamo cosa viene. La coppia che ci precede è bergamasca, e tra breve arriveranno due ragazzi di Brescia, mentre è un via vai di persone va alla Pincelli o alle vie dopo la Oppio: in pratica, dato il meteo avverso sopra il Po, il Nord Italia in questo ponte è qui. 

Stefania decide che parto io, vado dopo aver aspettato che la S1 si liberi, che la ricordo scomoda già starci da solo. Ricordavo la salita continua e che non molla mai, ma forse perchè certi passaggi li prendo male, mi sembra che la bella performance fatta sulla Variante Alta sia già persa. Ma eccomi sotto la quercia, appeso come un salame con le gambe. 

Recupero Stefania, sentendo qualche goccia cadere dal cielo, il vento alzarsi, e vedendo la gente sotto col cappuccio. Il cielo s'è fatto nero. Arriva la mia amica, fa per partire ma torna presto giù. bene, considerando il fatto che domani dovrebbe essere bello e vogliamo andare in un posto nuovo dove sfogarci, che all'improvviso è nata per stasera una cena interessante, che ieri ho preso tanta di quell'acqua che ne ho abbastanza per mesi, che già ieri mi sono giocato il jolly rischio..ci si cala. 

Cercando di rompere le balle il meno possibile a chi sta sotto, scendiamo per liberare la sosta prima che ci arrivi lui. Una birra e un po' di cibo al Rifugio della Pietra, con un cielo che si è placato, Paolina con cui fare due chiacchiere, e le speranza riposte nella cena di stasera e nell'arrampicata di domani.

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