Un weekend
intero in montagna s'ha da fare. Libero da altri impegni, occorre
approfittarne: meteo e condizioni per l'alta quota non ci sono, ma sotto il
crinale dell'Appennino il meteo dovrebbe essere ok, anche se caldo. La scelta
cade presto su un weekend arrampicatorio in Apuane con Stefania, Dario e Federico. Un
programmino ce l'ho già in mente, lo propongo e siamo a bolla.
Partenza
presto sabato mattina per avere più tempo a disposizione per la nostra passione
e anche per usufruire delle ore meno calde. Dopo una colazione al Rifugio Donegani (dove
alloggeremo stasera) dove il Pisanino ci accoglie sotto la sua ombra, alle 8
siamo in cammino e presto saremo già sudati!
Come tre settimane fa, la
destinazione di oggi sono di nuovo le Guglie della Vacchereccia, a scopo ludico
esplorativo: partendo da qui, l'avvicinamento diventa anche un bel trekking,
anche se non certo esente da fatiche, ma così facendo siamo comodi per vitto,
alloggio e per l'idea di domani.
La solita
cava abbandonata che ho già avuto occasione di vedere mette tristezza, l'altra che squarcia la montagna per
chilometri ancor di più, ma non voglio tediare nessuno con questa storia: vi
chiedo solo di lasciare stare il marmo..
Si sale per
sentiero verso Foce di Giovo, tremendamente accaldati al sole, dentro il bosco
si sta un po' meglio, ma appena appena: oggi non tira nemmeno un filo di vento.
Per fortuna arrivare al valico coincide col passare dall'altra parte all'ombra,
ma non prima di essersi girati intorno ad ammirare il panorama: Pizzo
d'Uccello, Pisanino, Contrario, Cavallo, Grondilice, Sagro. siamo nel cuore
delle Apuane.
Si scende
per il sentiero marcato, ma l'erba alta un metro non facilita certo il capire
dove si debba andare: una palina è fondamentale per districarsi in questo verde
rigoglioso! Il 37 che ci conduce verso Capanna Garnerone è un bell'approccio
per i miei amici per comprendere i trekking nelle Apuane, non siamo certo in
Appennino: erba alta, passaggi facili su roccia, sentiero esposto. Passaggi inrigogliosi fiori gialli.
Si passa
sotto la Pera ma si continua, per fortuna ancora all'ombra della cresta del
Garnerone, fino a individuare finalmente le sagome delle Guglie della Vacchereccia. Ci
siamo! Quasi..perchè nella speranza di avvicinarsi meglio a quella che vorrei
fosse la meta della mia cordata, proviamo a risalire un ghiaione che ben presto
lascia lo spazio a distese di paleo e bosco insipido. Per poi sbucare sulla
traccia percorsa tre settimane fa: allora tanto valeva fare quella più comoda..
Dario e
Federico si fermano sotto lo Spigolo della Torre Torracca, io e Stefania puntiamo a O Sole Mio sulla
Torre Cartuccia. "Scorrere sotto le guglie fino ad arrivare
all'attacco". Memori di una spittatura vista partire sullo scivolo sud
della Cartuccia quando scesi dalla Torracca, iniziamo a traversa dopo aver
salutato i nostri amici. Passaggi delicati ed esposti, molto delicati,
parecchio esposti, ed ecco due spit! S1 della nostra via.
Allora c'era
da stare più bassi, ma di tracce non ne ho viste, perciò.. Pace, attacchiamo da
qui. Parto io, e per vincere questo strapiombo iniziale duro non poca fatica:
prova di petto, prova di la, prova di qui, bucati una mano con questa roccia
aguzza. Alla fine riesco a passare e dopo questo passo la via si fa più easy.
Talmente easy, che per velocizzarci concateno anche il tiro successivo,
trasferendomi dallo zoccolo della Torre Biforca alla metà della Cartuccia.
Sosta vista
mare: che bello sarebbe fare un bagno fresco adesso! Inizio a recuperare la mia
amica, ma ci deve essere qualche problema. Ok, in effetti il passaggio non era
facile. Aspetta. Aspetta. Stò per armeggiare per un paranco, ma una voce arriva
"dammi un po' di corda", chissà che è successo, ma poi arriva anche
lei con la sua risata isterica.
Riparte
Stefania sulla parete sopra di noi, seguendo la linea di radi spit ed
integrando qua e la, e ben presto arriva alla sosta. Meno male siamo ancora
all'ombra qui.. Tocca a me, e cerco di complicarmi la vita salendo a goccia
d'acqua sopra la corda: non sembra, ma spesso ci sono delle buone mani nascoste
in questo conglomerato di roccia.
Azz,
l'esposizione inizia a esser tale che si vacilla tra sole e ombra! Riparto io,
da schizzo ci sarebbero altri due tiri, ma immagino siano corti, perciò potrei
concatenare così facciamo prima e in tempo a fare un'altra via.. Intanto vado
su questo spigolo abbozzato, verticale e a tratti strapiombante, ciò che ama la
mia amica per l'appunto.
Trovo la
sosta, ma la cima è davvero vicina, "Ste, io continuo ok?" e via che
si sale, più facile ma con ancora qualche passo interessante, e la catena è su
un bel terrazzino dove armeggio per mettermi in sicura e recuperare la mia
amica: intanto foto alla cordata a fianco sulla Torracca, mangio, bevo, mi
cambio scarpe, alè!
Stefania
mentre sale, nonostante i miei avvisi "Stefania parla bene che c'è
gente" si lascia andare a sproloqui verso gli strapiombi, cose che una
signorina non dovrebbe dire.. Arriva e si spiaggia per un attimo ad ammirare il
panorama, che da quassù è davvero notevole: boschi veri, prati anche, poi rocce
grigie, cielo blu, e mare laggiù.
In fretta ci
si cala, nello stesso canale della Torracca, spero solo non si incastrino le
corde, cosa che per fortuna non accade, e con un altra doppia (e con una sola
corda) siamo giù, di nuovo il traverso per tornare alla base della Torracca
mentre vediamo i nostri amici già impegnati sulla Via degli Allievi.
Anche i
ragazzi scesi dalla Torracca alla fine vengono su questa via, e per fortuna,
così ci indicano l'attacco giusto (e Stefania "visto che avevo ragione?
Era li"). Un po' per dividerci le difficoltà, un po' per pareggiare il
numero di tiri a testa di oggi, parte lei: occorre districarsi in mezzo a
questo marasma di spit o simili (mai come Rocca Sbarua però!).
Tocca a me,
salgo assaporando la qualità e colore della roccia, una varietà infinita tra
calcare, conglomerato e gneiss, e mix. Riparto io, per un bel tirello di misto
placca e di nuovo un passetto strapiombante, mi piacciono queste vie! Alla mia amica
un po' meno, invoca placche e solo placche. Intanto al sole stiamo cuocendo,
anche le lucertole le osservo cercare l'ombra: il mio coppetto e braccia stanno
abbrustolendo.
Ultimo tiro
per Stefania, traversino a sinistra esposto e panoramico, e poi su verso i
nostri amici che stanno aspettando per calarsi in doppia. In doppia? Ma ci
dovrebbe essere la possibilità di scendere a piedi! Qualche foto a Giampaolo e
Matteo che ci seguono. Tocca a me, trovo un bell'esempio di riciclo di chiodo. Passo a fianco di
Dario e Federico che mi riferiscono di averla trovata troppo impervia la
discesa.
Arrivo da
Stefania, andiamo a cercare sta discesa, che non c'ho voglia di far doppie e
voglio esplorare anche la discesa. In effetti è impervia, va un po' cercata e
intuita. Legato mi districo tra prati e cenge, finalmente vedo qualcosa che
pare essere camminabile, e infatti i due toscani sono proprio li.
Scendiamo
per cengette da camosci e ghiaione scomodo, assolati e assetati. Torniamo alla
base delle Placche degli Allievi dove Dario sta terminando di far su la roba, e
insieme scendiamo alla Capanna Garnerone, o meglio alla sua fontana, che
prosciughiamo!
Non c'è
molto tempo per riposarsi sugli allori del tavolino, la strada è lunga per
tornare al Rifugio Donegani, e ci si vorrebbe arrivare per fare le cose con
calma.. Ripercorriamo a ritroso il sentiero dell'andata, più secco e tutto al
sole. Un leggero vento allieta il rientro, ma occorre essere anche all'ombra
per stare bene.
Il paesaggio
però regala ancora grandi squarci di natura quasi selvaggia. E il Pizzo
d'Uccello, col suo versante sud, che magari domani riesco a completare!
Risalita estenuante alla Foce di Giovo, passati di sudore e un po' provati,
anche perchè circa 750 metri di dislivello camminando li abbiamo fatti, e 200
arrampicando. Stefania infatti arriva alla foce piuttosto malconcia, complice
l'aver bevuto e mangiato poco pure, e la cena di ieri sera.
Giù di corsa
al rifugio, due chiacchiere con Michele, Davide e Omar, una doccia (che siamo
appiccicosi come la carta moschicida) e poi a cena, al tavolo in sette, col
gestore e il cuoco che ci pigliano in giro per le nuove abitudini alimentari di
Dario, ma mai offendendo: e poi lui ci sta al gioco! Dessert per Dario: la mela!
Relazioni se
ne trovano poche, anche le guide sono fatte in modo approsimativo rispetto agli
standard cui siamo abituati. Qui e qui (io però ho la versione 1998!) guide,
ma..lascio a voi giudicare.
Qui report (ricco).
Qui altre
foto.
Qui la
giornata di domani.
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