Oggi ho voglia di macinare della
strada. Della strada panoramica. Senza pretese tecniche, solo
ubriacarmi di viste panoramiche.
Da quando l'ho percorsa per la prima volta (ma poi anche qui) mi ero promesso di salirla
anche d'inverno, perchè deve essere una cosa completa, stancante,
appagante, e magari pure una cresta affilata. Il problema in caso di
neve, sono i primi km per arrivare all'incrocio con la strada: già
d'estate si rischia di perdere il sentiero, se non lo si vede poi..
Problema questo risolto dal fatto che in basso neve non ce ne è.
Parto con la Luna, salgo svelto ma non
troppo che non voglio sudare, e tutto scorre per il verso giusto. Le
prime luci arrivano anche presto, utili a illuminarmi il tracciato
che temo. Mi posso godere il tingersi di rosa dei pendii nevosi sotto
lo 00, e arrivar dolcemente all'incrocio con la strada. E io che
c'avevo paura!
Il sole mi prende di sorpresa, riparto.
La neve regge bene sotto i ramponi, e queste sono molto buone
notizie. C'è pure già una traccia, ma io non sempre la seguo per
restare fedele alla cresta. Come immaginavo, ricordavo, i panorami
sono a 360°, e lo saranno per molte e molte ore oggi.
Ben presto raggiungo il Monte Ravino,
dal quale scorgo la mia prossima meta: l'Alpe di Vallestrina. Peccato
niente cresta affilata per ora, ma va bene così, credo sia già un
bel lusso godersi un meteo così splendido e della neve che regge
bene il mio peso non piuma.
I pendii alla mia destra e alla mia
sinistra invogliano gli sci, attrezzi che quest'anno non ho ancora
calzato e che temo rimarranno nell'armadio.. Le picche invece, quelle
sì che si sono mosse, e son già qua che fotografo da mille
angolazione il parco giochi della Valle dei Porci.
Sali scendi, discesa, risalita, ed
eccomi sull'Alpe di Vallestrina, famelico di visionarne lo stato
della parete nord ovest, che mannaggia alla memoria, sta sotto
l'anticima. Proseguo verso ovest quindi, ed eccomi sopra l'uscita
della via Fornaciari, che bramo da tempo.. Ma anche oggi non il suo
turno, da solo non il caso.
Sparato verso il Passone, scrutando
dove le picche potrebbero mordere, in meno di 3h dalla partenza sono
dalla sua croce. Proseguo sulla schiena del Gigante: non sapevo se
spostarmi verso il Cipolla e tentare qualche canale sulla ovest o
proseguire fino ad adesso. Il Cusna è ben più lontano, ma finchè ci
sono, credo valga la pena concludere la cresta.
La fatica inizia a farsi sentire, e il
caldo è opprimente. Gli occhiali da sole d'obbligo. Meno male oggi
mi sono portato 3l di acqua. Non si vede anima viva in giro, e questo
bellissimo: è la mia palestra questa, e esserci da solo è un altro
lusso.
Scorgo il Cusna laggiù, ma prima devo
arrivare agli impianti, imbrigliati dal ghiaccio e dalla neve che il
vento gli ha cresciuto addosso. Anche il Sasso del Morto ha un
fascino tutto suo. La neve con mia sorpresa continua a essere buona,
le ciaspole non servono a nulla. Osservo gli intonsi pendii nord: ah
se avessi gli sci, e fossi bravo!
Tutta la cresta, voglio tutta la
cresta! Eccomi alla est del Cusna, roccette e neve, via le bacchette
e impugna le picche. Con passaggi divertenti arrivo soddisfatto alla
sommità, un'altra croce incrostata, un altro giorno in paradiso. Si
vede quasi anche il tibet, e quasi non c' vento. Ci vorrebbe il
costume da bagno e lo sdario.
Scendo al passo, dove mangio osservando
il paletto pettinato con un metro di ghiaccio sia lato nord che sud,
fissaggio extra forte. Torno sui miei passi fino al Passone,
osservando con occhio cagneso in lontananza delle motoslitte che
fanno evoluzioni intorno al Passo di Lama Lite.
Passo che raggiungo alle 12:20, dopo
aver osservato da lontano la parete nord ovest del Cipolla, sempre
rimasta in ombra, che mi chiama come le sirene. Quanto vorrei salire
un canale, mi sono portato pure l'attrezzatura. Ma forse è tardi,
sia per condizioni che per orario a cui tornerò all'auto. Va beh, mi
preparo, arrivo alla base, e vedo com'è.
Salire un canale alle 12:30, un altro
lusso. Neve buona, tutta da tracciare, ma con alcuni tratti da punte
dei ramponi, e un'uscita più a sinistra del dovuto che mi porta ad
affrontare tratti più ripidi del previsto. Un sole che mi bacia
all'uscita dopo aver preso del freschino in parete. Ti lovvo
Appennino!
Un pezzo di cresta nord mi separa dalla
cima tondeggiante di questo avancorpo del Prado. Osservo il bacino
della Valle dei Porci, quello del Bargetana, la cresta davanti a me:
quanta roba ci sarebbe da fare ancora.. Ma meglio rimandare, oggi è
tardi davvero. Giù per il canalone ovest tra Cipolla e Prado, altri
sguardi alle pareti sotto cui passo, e di nuovo al Passo di Lama
Lite.
Discesa dolce verso il Rifugio
Segheria, dal quale poi alcune lastre di ghiaccio mi fanno
rimpiangere di aver tolto i ramponi già parecchi minuti fa!
Sassaiola infame fino al parcheggio, al termine del quale ritrovo la
mia auto. Anche per oggi è andata (23km!!), e domani?
Qui altre foto.
Qui report.
Qui guida.
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