Come mi vengono in mente certe cose? Cosa mi passa per la
testa?
Mi sdraio sul lettino dello psicologo, e vi racconto.
Di solito ne faccio una all'anno di queste minchiate: ad
aprile ho già fatto la
Via degli Dei in29h non stop, perciò sarei a posto per il 2017, ma.. Ma c'è un weekend della
madonna dal punto di vista meteo, tanta voglia di alta quota ma nessuno
disponibile per andarci. Tento di proporre una due giorni in Dolomiti, ma anche
lì picche. Ci spero fino alla fine, infatti mercoledì sera spingo i miei
allenamenti di corsa percorrendo 18,5km: avessi saputo che pochi giorni facevo
questa cosa, non l'avrei fatto.
E niente, c'è pure Luna Piena. Uffa, devo approfittarne! Un
bel trail autogestito allora, ma quelli che trovo sono "economicamente
dispendiosi" (andare fino in trentino da solo, ha un certo costo che
adesso non voglio affrontare). Ehi, ma l'Appennino che dice? Cinque anni fa, dopo aver corteggiato questa
sgambata a lungo,
percorsi lo 00 dal Corno alle Scale al Passo del Cerreto:
potrei ripetere quel giro.
Cinque anni fa partii al sabato mattina verso le 5 da casa,
quindi dopo aver dormito. Auto, treno, bus, e alle 10 in cammino dal Corno alle
Scale, per arrivare verso le 10 in zona Passo del Cerreto dove mi veniva
incontro Marco, per poi arrivare al Passo del Cerreto quasi alle 13 e tornare
con Marco. 27h, 73km. Spulcio gli orari dei mezzi pubblici, mi metto d'accordo
per arrampicare domenica, quindi se voglio far sta cosa devo starci in meno
tempo.
Scuole finite, orari bus cambiati. L'unica possibilità è
prendere alle 15e35 il bus a Reggio Emilia che mi porta alle 18e15 al Passo del
Cerreto, e per rientrare dal Corno alle Scale alla stazione di Bologna c'è un
bus alle 12 e uno alle 18. Dai, quello delle 18 ce la faccio di certo, spero
anche quello delle 12 magari! Bon, si fa, giovedì sera preparo tutto, carico la
macchina, e vediamo se venerdì mattina ho ancora voglia di questa piccola
follia.
Volevo fare lo zaino piccolo, esser leggero, sgaggio, per
poter "volare". Impossibile. Senza ristori, viaggiando di notte
quando rifugi e negozi ai passi sono chiusi, rare fonti d'acqua, mi tocca
partire con 3,5l di acqua, cibo, un minimo di vestiti. Zaino da 20l, quasi bombato.
Pace. Tanto vale mi compro anche il pane. Dai, ho ancora voglia.
Esco da lavoro, fatico a parcheggiare in stazione a Modena,
finirò di cambiarmi poi al Passo del Cerreto, volo a prendere il biglietto. Si
parte. Ma posso ancora tornare indietro. Posso, ma voglio? Ziocca, non sono
Braveheart, c'ho paura
comunque a camminare e correre di notte da solo per boschi e crinali:
cinghiali, scivoloni, cadute, .. Paura ma anche gioia, ricerca di pace,
"meditazione fisica", allenamento mentale. Dai, vai.
Ecco il bus, salgo, cerco di dormire che stanotte non lo
farò (o come cinque anni fa mi accascerò "come corpo morto cadde" sul
crinale a dormire una mezzora, completamente distrutto e in preda ai colpi di
sonno?). Dormo poco, dormo male. Arrivo a Castelnuovo: il bus dovrebbe
continuare fino al Passo del Cerreto, ma scendono tutti, che strano. Io sono
nel sedile dietro il conducente, impossibile che non mi veda.
Alza il volume della radio. Vabbeh, si rilassa, avrà visto
siamo solo in due, chissene. Ma che strada strana, ma..l'autorimessa?!
"Ehi, ma non prosegue per il Passo del Cerreto?" "Ma che ci fai
ancora su? Castelnuovo era il capolinea, dovevi prendere la coincidenza"
ma porcaputtana, che faccio ora? Mentre sta per entrare nell'autorimessa, l'autista
scorge il collega che sta per uscire, gli suona e lo ferma, mi dice "sali
con quello la va la!", e quello la che dice "che fai, ti porti il
lavoro a casa?"
Tutto stava per andare a ramengo per un banale
fraintendimento. Tutto però si è aggiustato nel migliore dei modi: allora è
giusto che continuo. Non li ricordavo così scomodi gli autobus, e tutte le
buche per strada si sentono in doulby surround fisico. Cielo nuvoloso, ma
meglio, basta che poi si rassereni quando sorgerà la Luna.
Ore 18e15 eccomi al Passo del Cerreto. Approfitto del bar aperto (il prossimo locale sarà all'Abetone,
tra 15h..) per un caffè, facciamo due. Ormai da qui non torno più indietro,
devo andare (a meno di riprendere il bus domattina e stanotte dormire chissà
dove e chissà come). Mi avvio sulla strada, mi fermo su un muretto per
cambiarmi, ungermi (fondamentale per evitare vesciche), bere, mangiare, e..go!
Le preoccupazioni, i vari "ma ce la farò?",
"ma perchè?", e le bestie selvatiche al buio?", "il
freddo?", "il caldo?", "la fame?", "la
sete?", "i muscoli?", "il ginocchio?", si zittiscono.
Ora c'è solo da andare. Sì, ci sono vie di fuga, ma..non ci si guarda indietro.
Andare, spegnere la mente e lasciarsi guidare dal flusso, dal flusso che cerco
di crearmi attorno.
0 D+; 0 km; 0h.
Dopo pochi minuti sono in mezzo a delle case, senza segni
che mi indichino dove andare: provo di la, e una ragazza arriva
provvidenzialmente in auto e mi indica di andare da un'altra parte. Partiamo
bene! Ma può essere un altro segno che sto facendo la cosa giusta e che andrà
bene. Poi il sentiero diventa piacevole, anche un po' di sali scendi su cui
correre, sassi da saltare, salite da sudare.
Sudare, vacca bestia che caldo, sono già fradicio: ok la
maglietta di ricambio ce l'ho, ma pantaloncini e mutande no. Sentiero poco
chiaro e mi perdo, ma 50m, perchè qui lo so che di segni ce ne devono essere
spesso, e se non ci sono vuol dire che stai sbagliando, e uno sbaglio così
presto ti ammazza il morale.
Gli scorci fuori dal bosco mostrano le ruvide montagne
dell'Appennino Reggiano, il Gendarme della Nuda e l'altra "roccia"
attorno a se. Verde brillante e cielo che si è schiarito e mostra le sue
tonalità azzurre. Passo per il Bivacco Rosario, testone che si possa fare, ma
poi devo tornare indietro e salire verso il Passo sotto il Monte la Nuda.
Bello, bellissimo, il paesaggio, la solitudine, il silenzio.
Troppe mosche che rompono le scatole. Mi maledico: ma perchè arrivare a fare
queste cose senza la "settimana di scarico"? Perchè quei 18,5km
mercoledì sera? Perchè partire senza dormire prima? Perchè certe idee nascono e
sbocciano improvvisamente, e non puoi frenarle quando sono così dirompenti.
Perchè tanto non gareggio con nessuno: più è dura, più sarò soddisfatto di me
stesso.
Salgo fino in cima al Monte la Nuda, col paesaggio che si
apre a 360°: e tra questi gradi ci sono pure i prossimi km che mi attendono. I
prossimi, non tutti: vedo fino al Monte Prado, ma li non sarò nemmeno a metà.
Minchia.
Cerco di bere spesso, di scorta ne ho, mangiucchio, non
voglio bruciarmi, voglio preservarmi. Comincio a scendere, mi aspetta un tratto
bellissimo:dopo una sassaia, il sentiero sta leggermente sotto il crinale
geografico e taglia di traverso un pendio verde, tutto in single track ed anche
sposto. Non si può mettere il piede in fallo, ma la voglia di lasciarsi guidare
dalla gravità (e dalla forza nelle piccole risalite) vince sulla paura. Estasi.
Libidine. Libertà.
Pezzi all'ombra mi segnalano che il sole inizia ad
abbassarsi, ma voglio arrivare al Passo di Pradarena prima di buio. Risparmio
di energie a ramengo, troppo bello correre qui, corri! Eccomi al Passo
Belfiore, si entra nel bosco ma si continua a correre spensierato e frivolo in
mezzo a faggi bitorzoluti. Poi il sentiero diventa forestale, e la magia
svanisce: mi calmo e cammino.
20:30
Passo della Pradarena 1579 mslm:
2h totali.
Cerco invano una fontana, una fonte. Il prossimo
approvvigionamento d'acqua sicuro è solo al Passo Radici, lontanuccio. Non c'è
un cazz. Amen, in marcia, i cartelli dicono 4h30 al Monte Prado. Dopo poco
bosco, esco di nuovo, ancora forestale (me la ricordo questa, lungaaaaaa), luce
solare che se ne va, nuvole che ne offuscano il tramonto e luce tenue, quasi
non luce sulle Apuane. Su questo terreno senza pendenza cammino, e dietro
l'angolo (uno dei tanti) ecco che sorge la Luna. Dietro un altro, una fonte.
Due fari nell'avventura.
Ci sarebbe da avere paura. Da soli, in mezzo al nulla, dove
magari anche il telefono non prende. Il buio che sta per arrivare, quel
silenzio assordante interrotto solo dal vento che quando muove gli alberi ti fa
paura pensare "oddio chi c'è?!". Invece mi sento a mio agio, a casa,
non certo padrone del luogo ma padrone di me. Libero.
Un auto ferma e un signore che mi vede passare correndo,
chissà cosa penserà. Poi si torna in single track, erba alta dentro la quale
scommetto pullulano le zecche (e infatti tra un po' di ore me ne toglierò
parecchie), paesaggi quasi sterminati e senza apparente meta. Si passa di qua e
di la dal vero crinale, ormai è buio davvero, ormai posso fermarmi a mangiare
qualcosa e mettermi la frontale.
Ma porco cane che freddo! Vento e bagnato, mix perfetto per
non farmi rimpiangere lo zaino grande dentro il quale ho potuto mettere
scaldabraccia e guanti! Riparto, tratti esposti e qualche inciampo che mi fa
pensare "oh nano, dai concentrati su". Peccato, il cielo si è velato
e la Luna sta dietro.
Al buio mi tocca l'Appennino Reggiano che conosco, bella
storia. Passo nella zona dove cinque anni fa un colpo di sonno mentre camminavo
mi fece capire che era meglio sdraiarsi e dormire un po' li dov'ero. Coi
cinghiali, come le bestie. Stavolta no, proseguo: che cazzo, alla Via degli Dei
ho tirato dritto per 29h (diciamo che in 49h ne ho dormite..0,5), ce la farò
bene oggi.
Tratti di crinale puro, aereo, spazioso. Passo di Romecchio,
e ora la salita fino al frequentato Prado, una salita che ho fatto tante volte,
ma non con questi km sulle gambe e nella testa: fatti, e da fare. Bastoncini e
salire, bere spesso e camminare. Il profilo del Cusna mi affianca, quello del
Prado appare dopo il Castellaccio.
23:09 Monte Prado 2054 mslm:
4h40min totali.
Il Monte Prado è la massima elevazione sul crinale emiliano,
ma ben più basso del Cusna che gli sta di fronte. Cercando riparo dal vento, è
ora di fermarsi a sedere un altro po', ma non troppo che si gela. Non pensavo
avrei avuto tanto freddo. Mi guardo dietro e guardo avanti, la Luna debolmente
mi mostra la strada.
Ora ci sarebbe quel bellissimo tratto da correre come
fatto altre volte: ma a buio ho un po' paura, sono
restio. Ma ho pure paura di esser lungo, di non fare in tempo per il bus delle
12; e prendere quello delle 18 vuol dire arrivare a casa davvero tardi.. Mi
faccio coraggio, o meglio tiro fuori il bambino che è in me e uccido l'adulto:
corri!
Altri tagli di pendii, verde che non si vede ma c'è,
sentieri stretti dove il concetto di "mettere un piede davanti
all'altro" è proprio perchè di fianco non ci starebbero. Entro nel bosco
che preannuncia l'ultimo tratto per il Passo delle Forbici, non riesco a non
correre anche qui, nonostante tema parecchio di spaventare in modo troppo
brusco qualche animale. Che poi si sà: a volte per loro la miglior difesa è
l'attacco! Un riccio lo trovo, ma di lui non ho paura.
Passo delle Forbici, ultimo baluardo dell'Appennino
conosciuto e quindi non temuto. Pausa con mezza RedBull (meglio giocare
d'anticipo), cibarie varie, e ripartire prima che il freddo mi ripigli. E in
tutto questo, la tosse. Già, forma fisica al top con un raffreddore e una tosse
che mi sa siano
nate in Marmolada e non
vogliano morire. Gola in fiamme fin dalla partenza, e ora che inspiro aria
fredda e via orale (ebbeh, si sa che quando manca fiato per via nasale, si
passa alla bocca), è proprio un inferno.
Mi aspetta il tratto che temo di più. Perchè? Perchè ho
paura di perdermi nella zona prima del Passo delle Radici, perchè anni e anni
fa successe con un'uscita degli Alternattivi, quando conobbi Marco. No, non
quella dei 28 escursionisti disperi la notte del 14/02/2008 (o 2009?) nella
zona del Lago Santo Modenese, ma un'altra, ben più innocua ma che mi ha
lasciato questo ricordo di questo posto.
Passo del Giovarello con comoda sterrata, poi riparte il
sentiero. O meglio, torno a cavalcare il crinale (a destra prati e a sinistra
faggi piccini) piuttosto che stare sulla carareccia bassa. E qui incontro un
rospo, per un pelo non lo pesto con la luce debole della mia frontale scarica:
a casa riguardo la foto che gli ho fatto, e la didascalia mi viene automatica
"che ti guardi, pezzo di matto?".
Bellissimo questo pezzo di cavalcata, riprendo anche a
correre. Ricordo di esserci già passato, solo dopo mi verrà in mente quando:
Apicella Trail. Anche un po' di roccia a usurare le mie scarpe e a ricordarmi
la voglia che ho di arrampicare. Il vento soffia, mi accarezza e ormai quel suo
vociare sulle foglie non mi fa più paura. Anche se temo i maremmani dei greggi,
come successe cinque anni fa..
Continuo su questo splendido pezzo di schiena
dell'Appennino, e dietro un cespuglio, a due metri da me, un tasso! Che non mi
sente, non mi vede (eppure lo sto illuminando) intento com'è col naso nella
terra. Sto per tirare fuori la macchina fotografica, poi penso a che razza di
artigli ha un tasso e..opto per fargli paura e mandarlo via, che non si sà
mai..
Non mi perdo invece, gironzolo nel bosco prendendo direzioni
che vanno contro il senso dell'orientamento,
incontro cartelli che mi fanno un po' incazzare, e poi questo "Alta
Via dei Parchi" che ho sempre a vista. Bevo, sorseggio dal cammel back,
avidamente, tanto a breve trovo una fonte: non ti azzardare a non esserci, se
no muio di sete!
01:41
Passo delle Radici 1261 mslm:
1905 D+ totali
33,87 km totali.
7h10min totali.
Sosta un po' più lunga del solito, il tempo di rifornirmi di
acqua, mangiare, mandare un messaggio all'amica che da casa "segue"
queste scorribande e che sopratutto conosce le mie ultime volontà: nel caso
che.. Disfa lo zaino, rifallo, mangia, cambia frontale e metti la più potente.
Ed è ora di bilanci.
Cinque anni fa qui ci arrivai alle 22, e mi pare fossi a
metà. Ero partito alle 10 (o alle 11?) dal Corno alle Scale, 22-10 fa 12,
quindi allo stesso passo dovrei arrivare alla mia meta alle..14e40. Azz,
sconforto, niente bus delle 12! A meno che ci metto più birra, magari
quest'anno sono più in forma, chissà. Se no pace, inizierò a scrivere su tutte
le chat e su facebook se qualcuno è in zona e mi possa dare un passaggio a una
stazione, o farò l'autostop, oppure morirò sotto un albero con tre birre medie
ad aspettare il bus delle 19 e amen.
Riparto, asfalto per un bel tratto coi bastoncini che
stridono per spaventare le belve feroci. Poi, si torna su sentiero, con la Luna
che appare e scompare dal bosco. Boh, dai, cerchiamo di spingere che non voglio
arrivare a casa tardi ed esser stanco domenica.
Poi arriva il cartello che ti ammazza. Alle 3e30, il
cartello dice "Abetone 12h"! Che poi, perchè tanto sconforto? I tempi
indicati li dimezzi tutti no?! E invece un pochetto mi demoralizzo. Sarà forse
anche l'oscurità, il non vedere lontano, il non fidarsi del corricchiare, o la
stanchezza che avanza. Va beh ciccio, sei qui, vai. Che scelta hai?
Si riparte a macinare km, canticchio qualcosa (purtroppo
anche Despacito, volente o nolente è un ritmo che penetra in testa), ma parlo
poco da solo, o meglio parlo poco a voce alta. Sono nella zona dove l'altra
volta qualche maremmano mi fece ben paura. Ora sono al buio, col mio frontalone
voglio vedere lontano per vedere prima la bestia che considero più pericolosa.
Invece scorgo vari caprioli. Salgo, scendo, traverso sul
lato toscano, nessuna traccia di greggi: ma ogni tanto sento odore di bestiame,
mi prende un colpo, mi guardo intorno, poi realizzo che potrei pure essere io a
emanare questo odore! Tratti esposti e sconnessi, devo riprendere lucidità e
guardare bene dove andare, e nel mentre approfittare delle discese per prendere
un po' di spinta e guadagnare tempo.
Raggiungo il Colle della Bruciata, o Passo della
Porticciola, che le prime luci si fanno spazio nel cielo. Dai dai spingi che
magari ti godi l'alba dalla vetta del Monte Giovo! Spingi..son stanco, non
riesco a spingere: non siamo piante, ma di certo il nostro organismo funziona
meglio alla luce del sole. La notte uccide la testa. E se mi muore la testa, il
fisico collasserà.
Il cielo si infuoca dietro il Monte Cimone, ma l'alba è
anonima, o meglio, la palla di fuoco non si vede, resta nascosta da nuvolaglia
che si tinge di rosso. Pur sempre uno spettacolo. Pur sempre un
"risorgere" che ti fa venire voglia di rinascere anche te, sfatto
come sei da 11h di cammino e corsa. Pause ripetute, poi ecco la croce laggiù.
Monte Giovo, teatro di
meravigliose giornate di alpinismo invernale quest'anno. Teatro anche di
passeggiate estive, di pianti di ex morose, insomma un sacco di ricordi. E
quando sei solo, i ricordi affiorano, sembra i tuoi cassetti della memoria
stiano subendo un trasloco brusco e confusionario: o forse sono entrati i ladri
in casa e stanno rovistando ovunque? Ladri o disperazione?
5:30 Monte Giovo 1991 mslm:
919 D+ parziali, 2824 D+ totali.
13,97 km parziali, 47,84 km totali.
3h40min parziali, 10h50min totali.
Al riparo sul lato nord, sotto la croce, mangio e bevo, e
faccio due conti. Posso in 6h30 arrivare al parcheggio? Fai che dall'Abetone al
parcheggio ci metto 4h, vuol dire che all'Abetone devo arrivarci per le 8: son
sempre più scettico. Ma sono anche fiducioso di farcela però: non in x ore, ma
in x+n. Speriamo quelle n non siano da forno sotto il sole!
Chissà se il
Tex laggiù è sveglio e osserva questo pirla che a quest'ora pasteggia in cima. Dai
mo, partire, con le gambe durette, gambe fatevi vedere..cosa vedo?! Una zecca.
Toglila. Un'altra. Toglila. Un'altra. Insomma quell'erba alta ha regalato
parassiti! 5-6 bestiacce su una bestiaccia più grossa. Grazie però, così sto a
sedere un altro po'.
Monte Rondinaio, laggiù, più bello se innevato, ma ora che è
scoperto noto delle cenge per raggiungerlo e dei passaggi mica tanto T!
Iniziano le salite in cui "guarda solo per terra, non su, per non vedere
quanto manca!", pause, e finalmente cima. Uno sguardo tutt'intorno, alla
strada da percorrere, e a quella percorsa. Allora dai, adesso correre in
discesa, se no il tempo non lo guadagni!
Non ce la faccio. A parte che scendere dal Rondinaio non è
proprio agevole, e poi son stanco. Devo risparmiarmi o rischio di bruciarmi.
Correrò dopo. Mi gusto i profili rocciosi della bella est del monte, e del
caratteristico pinnacolo a Il Passetto. Nessun umano in giro: bel mondo questo.
Pausa cacca, ne approfitto per togliere i pantaloni corti da
mtb (utili per le tasche, ma da cui ho tolto il fondello che non mi serve) che
ho sopra quelli "attillati" corti da corsa, cambio maglietta, e un
po' mi sento rinato. Osservo lontano, faccio due più due dei cartelli: no eh,
Femmina Morta e Alpe Tre Potenze saranno mica da salire!
E invece i cartelli di Foce Giovo sono inconfutabili: devo
salire anche quelle. Avanti! Trovo la fonte dove ricordo cinque anni fa
ricevetti una quasi proposta indecente (e chi legge chissà che viaggi si farà
adesso), m'abbeverò e avanzo. Ho voluto la bici? Cazzi miei.
Le foto iniziano a scarseggiare. Il sole inizia a scaldare.
Non posso permettermi distrazioni, di perdere la concentrazione,la stanchezza
non può insinuarsi nelle fessure dei movimenti e gesti non necessari. Salgo La
Femmina, salgo le Potenze. E in cima ad esse mi prendo due pasticche di
Enervit, rigorosamente scadute da 9 mesi. Vediamo se funzionano lo stesso, che
ne ho bisogno.
Mi forzo di correre la discesa, capisco che il Monte Gomito
è più lontano di quello che credevo. Ma sento che sto riprendendo fiducia, mi
sto ricaricando, lo sconforto e la stanchezza non sono più alleati contro la
forza di volontà. Che poi, ora ho capito. Il buio non ti permette di vedere, di
vedere in che bei posti ti trovi, di spaziare con l'immaginazione verso
l'orizzonte, verso altri progetti. Il buio ti tiene imprigionato in pochi metri
quadri, come correre sul tapis roulant. Ora basta tapis, libertè!
Perdo il sentiero, torna su, rieccolo. si passa a destra dei
Denti della Vecchia, non vado a complicarmi la vita lassù, lo 00 passa giù, e
io lo seguo. Che poi anche qui un piede in fallo vuol dire un bel ruzzolone. La
rete delle piste, il passaggio tra esse, ed eccomi di fianco agli impianti. Ora
posso vedere piuttosto nitidamente Libro Aperto e Corno alle Scale. Vedo la
fine.
Mi sento meglio, ma non ancora ripreso. Discesa di agonia
verso l'Abetone, prima su pezzi di pista, poi per sentiero ricco di fottuti
sali scendi: perchè salire?! Il bosco di abeti sempre più afoso, meglio i
freschi faggi, e guarda quel faggio com'è ricurvo! Sarebbe perfetto per
sdraiarsi sopra. Riposare un po', ci vorrebbe.
9:25 Abetone 1388 mslm:
598 D+ parziali, 3422 D+ totali.
12,18 km parziali, 60,02 km totali.
3h45min parziali, 14h35min totali.
Quelle 12h sono state dimezzate, ma in 2h30 impossibile
arrivare al bus. Sai che c'è? Vado al bar e mi siedo! La civiltà non è
piacevolissima da ritrovare quando essa significa una manifestazione e gara di
moto da trial.. Ma due caffè, un succo, due paste e una coca cola e una mezzora
di tavolino, fanno bene, eccome!
Mentre la barista mi parla capisco che tosse e raffreddore
devono aver intaccato anche le orecchie: che cacchio, non la sento mentre
parla! Che tappata ragazzi! Intanto messaggio a Stefania e a mia sorella
"Sorella tutto bene, sto facendo una delle mie minchiate".
Diventa tempo di alzarsi, di raccogliere le forse, di
risvegliare gambe e spalle (lo zaino!) dal torpore e da quel "ma ziocca
ora che stavamo bene ci rimetti a faticare?!". Forza, che manca poco e ce
la facciamo! A caccia della fontana, 1km regalato alle mie gambe. E ripartire
con 3,5 kg d'acqua sul groppone, si sente.
Imbocco il sentiero per il Libro Aperto, un sali scendi che
mette a dura prova la testa: sembra giri verso direzioni errate, ma c'è solo
questo. Seguo, seguo, altra pausa wc: il corpo deve star bene per reggere. Il
caldo non è ancora opprimente in questo bosco ombreggiato, e un debole vento mi
fa ben sperare per il dopo. La tosse va meglio: stanotte ho penato, forse ora
la mia gola si è calmata.
Il Monte Majore non me lo ricordavo, ma ora che sono fuori
dal bosco la strada è chiara: su di la! Altri cartelli che ammazzano: 6h30 al
Duca degli Abruzzi. Sono le 11, se ci metto questo tempo sono spacciato. Invece
no, il ristoro e la pausa sono serviti, sono tornato a dimezzare i tempi dei
cartelli!
Sulla salita al Libro Aperto, l'ultimo salitone (non
l'ultima salita) incontro Edoardo della Val di Nure. Buon passo anche lui, in
compagnia di un cane scuro a pelo lungo (poraccio), con cui parlo mentre
saliamo insieme (anche lui vuole arrivare al Duca degli Abruzzi e poi scendere
in toscana e rientrare in bus). Naturale che venga fuori cosa stia facendo
("Ma te da dove sei partito?"), e naturale che quindi si vada sul
discorso "il fisico segue poi quello che gli dice la mente a un certo punto".
Si finisce a filosofeggiare, a quell'esempio del
nuotatore che haattraversato l'adriatico senza fermarsi, quando i medici sostenevano che le
articolazioni delle spalle possono regge al massimo x rotazioni di fila: lui ne
fece tipo il quintuplo. E nuota ancora.. Finchè il ragazzo mi fa "vedi
anche io nel mio piccolo, mi manca una mano ma arrampico lo stesso, e da
secondo il 6a lo faccio".
"Ti manca una mano?!" Non me ne ero accorto, e gli dico proprio così! Quando sento certe cose, o ripenso ad amici che
hanno problemi di salute gravi ma fanno quello che fanno, mi sale una forza
d'animo che "ma io di che cazzo mi lamento?! Dacci dentro coglione!".
E ci do dentro. La salita al Libro Aperto sarebbe evitabile.
Ma sto facendo lo 00, tutto, voglio farlo pulito, senza scorciatoie. Su dritto
mentre saluto Edoardo sperando di rivederlo più avanti. Questo strappo quasi me
lo bevo, rinvigorito dalla sosta e dal traguardo ormai vicino. Da quel tratto
di crinale della
Marcia dei Tori che me lo fa sentire amico.
Cima del Libro Aperto, bevo e ribevo, il cammel back è santo
in queste traversate. Mangio, mi guardo intorno a 360°: non si vede più da dove
sono partito, ma si vede dove voglio arrivare. Dove arriverò! La vicinanza
della meta, della vetta, è il viagra migliore che c'è. Caldo, tanto, metto il
cappello, ci manca solo che mi stenda un colpo di sole. Mosche di merda.
E ora, si torna a divertirsi. La sofferenza c'è ancora, ci
sarà ancora nei tratti di salita o nelle discese dove sento le temute vesciche
affiorare ai piedi (falso allarme, solo sensazioni). Ma sono di nuovo in single
track, sul crinale, toccando il cielo con un dito, ogni balzo mi allontana dal
suolo e avvicina alle nuvole. Vabbeh, nuvole, cielo ultralimpido in realtà.
Sali scendi numerosi, tratti tecnici in discesa e in salita.
Trovo per terra l'Acchiappasogni che era appeso allo zaino di Edoardo, lo
raccolgo nella speranza di ridarglielo. E ci riesco, perchè lui sta tornando
indietro dopo essersi accorto di aver perso il telefono.. Lo risaluto,
purtroppo non posso aiutarlo.
Discese, e salite. Un tratto l'ho percorso tempo fa con un
trail autogestito che
ricalcava il
Cima TauffiTrail. Vengono un altro paio di dossi, poi ritrovo il terreno della Marcia dei
Tori: lo conosco, le risalite da compiere sono solo due. Solo. E invece no,
dietro ogni discesa (corricchiata spensierato) si nasconde una salita (breve,
ma tra fatica e caldo..).
Dopo tutte queste ore da solo, ora la popolazione umana si
fa largo. Biker ed escursionisti di ogni specie, che quando vedono arrivare
questo cinghiale imbizzarrito si spostano quasi subito per lasciarmi strada:
bravissimi, non fatemi fermare che ripartire potrebbe essere dura!
13:13 Passo di Croce Arcana 1669 mslm:
977 D+ parziali, 4399 D+ totali.
12,73 km parziali, 72,75 km totali.
3h10min parziali, 17h45min totali.
Eccomi al passo finalmente. Mi siedo e mangio e bevo: potrei
strafogarmi, ma meglio non tirare i remi in barca subito! Nuovo messaggio, ma
non prende. Arriva anceh Edoardo, al quale offro due biscotti mentre Buck si è
rifugiato sotto un 4x4 al riparo dal sole cocente (non lo so ancora, ma mi sto
ustionando collo, braccia e cosce).
"Ragazzo ti saluto, devo andare che se mi fermo troppo,
addio" e vado. Salita alle antenne, e poi la vista dello Spigolino: ziobo
lo scoglio della Marcia dei Tori, devo salirlo? Lo 00 ci va? Se sì, devo. E per
l'appunto, devo. Testa china, lo sguardo non deve alzarsi per non mostrare alla
mente quanto manca.
Cima, anche questa, l'ultima? No. Per esser coerente fino
alla fine devo salire anche il Cupolino ed arrivare al Passo dei Tre Termini,
confine tra Bologna, Modena e Toscana. Mi siedo con le gambe a penzoloni, Dio
come stanno bene i piedi sospesi in aria senza dover sostenere del peso!
Andare o fermarsi ancora' Dai forza che manca poco! Discesa
dalla vetta, in vista di una nuova salita per arrivare al pianoro del
Lago Scaffaiolo. Supero
di nuovo una coppia che avrà pensato "che due palle questo", e quasi
nei pressi del lago (ma perchè non mi sono portato il costume?), tiro dritto
sullo 00.
Popopo popo po, ormai il morale è alto, l'obiettivo a
portata di mano, la birra vicina. Ecco la cima del Monte Cupolino: questa è
davvero l'ultima salita. L'ultima: parola che può essere dolce o amara a
seconda dei contesti. Quello che sto facendo è dolce o amaro? Nel durante direi
che dipenda, ma nel dopo..è meglio del miele.
Monte Cupolino, di nuovo sguardo intorno a me, ma fugace,
perchè voglio scendere al più presto ormai, abbracciare la fine. Eccomi al Passo dei Tre Termini, di
nuovo senza pausa, voglio scendere. Voglio andare a morire sotto un albero con
tre birre medie, sperando magari di trovare una faccia amica, o un'amica che mi
venga a prendere. Bella è la solitudine, ma anche la compagnia fa mica schifo!
Lo 00 è finito, lo abbandono, devo chiudere la traversata.
Discesa su terreno spesso brutto, incorribile, ma non voglio correre. Basta.
Riposo. Treni da prendere ne ho, ma tardi. Ho tutto il tempo del mondo adesso.
Vorrei solo un bar, una piscina fredda, dei vestiti puliti, mangiare, dormire.
Arrivo all'asfalto, mi guardo intorno, porca puttana sta a
vedere che non c'è nulla di aperto! Ma che ti venga.. Cerca la fermata del bus,
almeno quello, poi valuterò. Cammina, asfalto, gambe sporche, ecco la fermata.
Ma.. gli orari.. non sono quelli che ho scaricato.. in base a questi, NON ci
sono più bus per tornare giù!
15:07 Parcheggio impianti 1471 mslm:
299 D+ parziali, 4698 D+ totali.
7,24 km parziali, 79,99 km totali.
1h45min parziali, 19h30min totali.
Mi svacco per terra, fottiti. Scrivi a Stefania va la, che
almeno le dico che non sono stato divorato da cinghiali o non sono caduto nei
dirupi. Il Rifugio Cavone dista 1km (anche lì fermata dei bus), andiamo la a
sentire e farci una birra almeno. Altra camminata, eccomi, chiedo e mi confermano
che quelli affissi cono probabilmente gli orari vecchi.
Vado alla fontana, mi cambio, lavo piedi e gambe (come
vorrei una vasca d'acqua gelida per immergerle), verifico l'assenza di
vesciche, l'usura delle scarpe, e poi torno al
Rifugio Cavone, scelgo il tavolo e.. Karen! Una
faccia amica, due chiacchiere da poter scambiare, e forse.. un passaggio verso
valle.
Entro, ordino birra, solo 33cc (uehhhhhhhhhhh) esco e al
tavolo con lei mi conferma la sua disponibilità a darmi uno strappo all'auto
(ti devo un favore e due birre). Lei si è fatta il percorso della
LizzanoExtreme oggi. Io..lo sapete. E di cosa parliamo? Dei prossimi progetti: Corda Molla,
Tiefenmatten, .. insaziabili sognatori.
Ma senza sogni, che vita sarebbe?
Senza sogni che si avverano, senza progetti che si
realizzano, che appagamento avremmo da essa?
W la vita, w i sogni, quelli realizzati e quelli ancora, per
poco si spera, nel cassetto.
Qui e
qui file kml e gpx del tratto da Passo del Cerreto a
Passo Radici.
Qui e
qui file kml e gpx del tratto da Passo Radici al Monte
Giovo.
Qui e
qui file kml e gpx del tratto da Monte Giovo all
Abetone.
Qui e
qui file kml e gpx del tratto dall'Abetone al Passo di
Croce Arcana.
Qui e
qui file kml e gpx del tratto dal Passo di Croce
Arcana al parcheggio degli impianti del Corno alle Scale.
Bellissimo. Ho fatto in zona lo scorso anno un giro cicloturistico (con tenda e borse) nelle stesse zone. Sono rimasto colpito dall'appennino pur essendo bergamasco.
RispondiEliminaBuona montagna allora.
edo