Ci sono
giornate che vanno male, ma non malissimo. Malissimo sarebbe stato se non
potessimo esser qui a raccontarla, e invece ci siamo, con la testa ancora sana
(o meglio, uguale al 10/06/2017), sulle nostre gambe integre, anche se un po'
shockkati. Però..male è andata male.
Per una volta
che non rompo le balle con l'orario: stavolta il piano sarebbe stato, visto che
non possiamo partire molto presto ed essere i primi ad attaccare, partiamo
molto tardi in modo che quando arriviamo le ultime cordate stanno già finendo.
Ma non abbiamo fatto i conti con l'affollamento della parete, e non siamo
partiti così tardi.
Ci
incamminiamo alle 10e15. Fa caldo ma nemmeno troppo, di auto ce ne sono ma
nemmeno troppe (troviamo posto vicino alla sbarra della Strada del Re, e ben
presto ecco il paretone est del Baffelan davanti a noi. Lo Spigolo Soldà è la
seconda via più facile della parete, la nostra meta di oggi, meta che avevamo
nel cassetto da un po'.
Ricordavo un
attacco "alpinistico" da quando salii la
Carlesso, ma non così tanto e non così
lungo. Oddio, nulla di trascendentale, ma è chiaro che si porta un falesista
qui..gli viene un infarto. Passi di II/III-, traversi esposti, ghiaina,
intervallati anche da facile camminata certo. Io che ho un po' più di
esperienza, e forse anche meno senno, me la cavo quasi disinvolto, ma Stefania
si vede che è sulle spine: e come dargli torto!
Arriviamo
agli attacchi delle vie, trovando un bel po' di gente in parete ma anche alla
base. Il nostro spigolo, tutto a destra, ha anche lui 4-5 cordate in parete e
una che sta per lasciare la prima sosta. Vabbeh, ormai siamo qui, andiamo.
Anche perchè scendere da dove siamo saliti senza fare delle doppie.. Mmmmm.
Cengetta
esposta, canalone da saltare, paretina da arrampicare in traverso su del buon
III. Insomma, l'avvicinamento alp continua fino agli spit della sosta S0.
Diciamo che il proseguo della giornata, una volta legati, dovrebbe essere tutto
molto più rilassante di quello che è passato!
Parte
Stefania, la sosta è poco sopra, ci vedevo la ragazza della cordata che saliva
appena prima di noi. Mentre la mia amica arriva alla sosta, ecco un'altra
cordata dietro di noi: lui mi sembra molto esperto, lei chissà. basta che non
ci pestiamo i piedi.
Parto io per
il secondo tiro, ritrovando dopo un bel po' di tempo, troppo, il piacere di
arrampicare. Difficoltà contenute, ma la difficoltà di mettere giù protezione,
e i soli 3 chiodi su 35m di tiro, sollecitano la mente. Intanto qualche
sassolino dall'alto cade: normale, il Baffelan è noto per la sua roccia non
ottima, soprattutto in alto. In alto dove la cosa inizia a farsi frequentata.
Riparte la
mia amica. Dopo pochi metri, tutto a destra viene giù una bella sassaiola: non
una frana, ma nemmeno un paio di sassi. E sul sentiero che scende il Boale del
Baffelan si trovano due signori con figlio e fidanzata (o viceversa): di certo
i due ragazzi stanno insieme, a sentire quanto dopo si incazza lei.. La
sassaiola li sfiora per un pelo, lei urla come una pazza (comprensibile
ma..sangue freddo questo sconosciuto), urla "stupidi". Io e altri
sullo SPigolo Faccio gli consigliamo di darsi una mossa a spostarsi da li. Mi
chiedono indicazioni, si scopre che hanno sbagliato strada "ecco, con te
sempre a perdermi o a rischiare la vita!" dice lei con lui. Mi ricorda
qualcosa e qualcuno: sono di certo fidanzati.
Stefania
continua a salire, con qualche empasse sul passaggio più duro. Altri sassi
sall'alto. Fischi. Non sono uccelli in picchiata, sono sassi, pietre, grossi
anche come un piede o più. Arriva la cordata dietro di noi, lui recupera lei,
un bel sassone scende, come altri dalla parete, ma questo proprio sopra di noi
e sfiora il tallone di lei. Lui "no no, da qui scendiamo, c'è da rischiare
troppo!", stavo pensando la stessa cosa. Non sono più allegro come al
solito. Sangue freddo.
Stefania
arriva in sosta, tutte le manovre del caso, provo a urlarle per vedere se mi
sente, ma i 40m, il vento e la conformazione dela montagna non ci permettono di
sentirci. Vorrei si calasse senza che debba salire io: nulla. Informo i due che
credo che dalla S0 si possa scendere giù dritti in doppia a cercare le soste
del "Super Raccordo", via sportiva recente.
Salgo,
veloce, non voglio stare in parete nemmeno un secondo più del necessario.
Cazzo, perchè siamo ancora in parete?! Cazzo, speriamo di cavarcela. Fischi.
Vedo la mi amica, speravo la sua sosta fosse al riparo, e invece è esposta a
tutto ciò che può scendere dall'alto, La sua faccia è visibilmente preoccupata:
non sarà espertissima, ma ha capito la situazione.
Veloce
prepariamo longe, machard, le corde per calarci. Madonna quanta gente sopra, e
quelle bestie sul versante nord (che poi quelle vie finiscono in comune alla
nostra, ed è da lì che è scesa la sassaiola di prima sui 4 escursionisti).
Rapidi. Ma rapidi non si può, la rampa obbliga a parecchie soste per prendere
in mano le corde e lanciarle verso giù. Bon, a S2, al riparo, un po'. Dai Ste,
arriva presto da me.
Eccola che
arriva, ho già infilato il capo di corda da recuperare nell'anello per fare
prima. Ora speriamo solo la corda scenda e non si incastri. Dai cazzo. Viene
tutta, via giù tutta, ora scende molto meglio, molto più scorrevole: parete più
dritta. Giù fino alla S0, e da su vedevo che la cordata di prima si stava
calando dove gli avevo consigliato. Se non torna su, vuol dire possiamo farlo
anche noi.
Non torna
su, possiamo andare. Una volta scesa anche la mia amica, un occhiata alla guida
che conferma la presenza del Super Raccordo, e forse con un altra sola doppia
ci stiamo. I sassi che ci volano intorno stavolta sono anche dovuti al recupero
della nostra corda. Dai cazzo, vieni giù tutta, nodo non incastrarti, facci
andare via presto di qua. Nervi saldi.
Impossibile
lanciare le corde, i primi 15m sono poco pendenti e pieni di ghiaia, che poi ci
tireremo addosso porca vacca. vado io a esplorare, scendo, smatasso, raccolgo,
lancio, rilancio, due palle, velocità lenta. Finalmente la parete di raddrizza,
scendo ma nodi da sciogliere. Mi sa una doppia sola non basta, ma ecco una
sosta, bene, mi ci fermo e chiamo la mia amica.
Per fortuna
sosta leggermente defilata, perchè di roba in testa le corde ce ne lanciano.
Ora del recupero, non bloccarti. Non annodarti sui mughi. Forza bella mia,
vieni da noi. Viene. Fiuu. manca poco forza. Altra doppia, la quarta: tre tiri
di corda e quattro doppie per scappare. Mi calo per una 40ina di metri, poi
meglio fermarsi qui e dopo proseguire e piedi: Troppi sassi che ci tireremmo in
testa a recuperare le corde.
Iniziamo ad
andare meglio, ma finchè non siamo sul sentiero non mi sentirei fuori dai
pericoli. Il sole, ci mancava lui a farmi sentire la
scottina di ieri sul collo. Ecco la
Ste, forza, la vedo un po' più rilassata rispetto a prima: il nostro solito
ridere e scherzare è morto sotterrato dai sassi che ci fischiavano intorno.
"Ste, metti le scarpe e scendi, ti faccio su la corda e intanto vai".
Quattro
recuperi di corda nella speranza di nessun blocco, di nessun incastro, di pochi
e innocui sassi lanciati addosso dal recupero stesso. Male alla braccia, vacca
se è dura. Ecco il nodo, ecco tutta la corda. Fatta su, tieni amica, ora vai.
Dopo poco ci troviamo sul sentiero, rifugiati nella grotta, all'ombra dal sole
e al riparo dai fischi.
Ora possiamo
rilassarci, o meglio, mollare le tensioni, scaldare quel sangue rimasto opportunamente
freddo. Un abbraccio di gioia, siamo interi. Esageriamo? Beh forse sì, queste
cose fanno parte del gioco, ma io così tante "cose" scendere
dall'alto non le ho mai viste. Non le ho mai subite. Mangiamo e beviamo
qualcosa e decidiamo il da farsi.
Con
chiacchiere che risparmio, ci dirigiamo alla Spigolo Faccio: poco convinti, ma
desiderosi di provarci, per vedere un po' la testa come sta. Basta che ci sia
una cordata sopra, e si va alla birra diretti, fuck! Non c'è nessuno, ci
prepariamo e parto.
Questa via
l'ho salita già due volte. Prima volta come
ripiego da Cumbre, troppo dura per me (ma
anche Nicola non lo vedevo molto a suo agio a quei tempi). La seconda con un
vecchio amico fresco di corso A1 che si trovò in difficoltà su un tratto aperto
e senza protezioni già in loco. La terza volta, non finirò la via.
Divertente
il primo tiro, lo trovo purtroppo abbastanza unto. Passagi non banali e sempre
abbastanza verticali, ma cercando e ravanando delle maniglie si trovano. Ecco
la sosta, faccio tutto, mi guardo giù, ma già penso che la giornata finisce
qui. Nonostante i miei "sei sicura?" mi rendo conto stiamo forzando
troppo la mano oggi. Non c'è più divertimento, solo preoccupazioni e affanno:
si è persa la poesia di questa passione. Per oggi.
La mia amica
sale, non agilissima, ma è prima di tutto normale per il grado, e secondo è più
che plausibile per quello che abbiamo appena passato. Mi raggiunge finalmente,
mica tanto in bolla, e siamo d'accordissimo sul fare la quinta doppia. Flash:
questa è la maledizione del Mars! Oggi me lo sono dimenticato, e guarda che
succede!
Orecchie
basse, sguardo vago, mente con qualche crepa. Ritorniamo mestamente all'auto
riflettendo sulla giornata. Non è stata una bella giornata. Certo, ha insegnato
un paio di cose: uno, si parte presto, fine dei giochi; 2, beh a scappare siamo
stati efficienti e sopratutto calmi! Niente crisi di panico ma portare a casa
le chiappe!
Oggi è
andata così: è andata male, ma non malissimo. Non abbiamo fatto la fine dei dinosauri.
Qui altre
foto.
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