sabato 14 luglio 2018

Vacanza Val Masino 1/7: arrampicare lato cascata, Gossemberg di Sinistra

E dopo tanti anni che volevo andarci, questa è l'occasione buona! Siccome qui il meteo è sempre capriccioso, avere a disposizione parecchi giorni ci darà la statistica certezza che almeno qualcuno di sole per arrampicare lo avremo. Già, arrampicare, ma dove? Qui è tutto duro, e mi dicono pure poco chiodato.. Ma una vietta per iniziare, che pare facile facile, la troviamo.
Parcheggiato lontano dalla bolgia, e seguito un sentiero per evitare la navetta, ci addentriamo dentro la Val di Mello, ma quasi subito deviamo a sinistra in direzione della cascata al fianco della quale corre la nostra via. Il luogo è spettacolare: verde, azzurro, il grigio del compatto granito. Poco avvicinamento e siamo già ai piedi dell'acqua vittima della gravità.
Proviamo questa Gossemberg di Sinistra, e parto io. L'approccio con questo nuovo tipo di roccia è un po' traumatico: c'è da fidarsi tantissimo dei piedi, e da non impressionarsi su decine di metri di placca sprotetti e senza possibilità di proteggere.
Il primo tiro da già delle emozioni. Partenza non banale (risolta molto più agevolmente da Stefania) e che lascia la presunzione di potersi proteggere un pochetto. Ma una volta passato l'albero ci si ritrova su tutta placca al sole. Compatta. La corda scorre, i metri aumentano, ma nulla da poter metter giù. La sosta che porta a un bel traverso verso destra. Qui o prendo fiduciia coi piedi, o gattono con la strizza.
Passa avanti Stefania, mentre guardando in alto ci viene qualche dubbio su dove tocca andare avanti. Guardando a destra invece, ho lo spettacolo della cascata che col suo rumore copre ogni nostro possibile dialogo.
Il terzo tiro è una mezza ravanata nel bosco per portarsi alla placconata dell'ultima parte, che ultima non è. Proseguo io per salvaguardare l'incolumità della fanciulla. Decine di metri senza nulla sono un discreto peso psicologico, su placca poi.. Lei invece da seconda sale tranquilla con la corda dall'alto.
Ancora placconata ma un po più blanda e con un fessurone in mezzo, poi Stefania scompare dietro il cambio di pendenza. E si ferma. Minuti e minuti di attesa e non succede nulla. Inizio a preoccuparmi. Niente. Parto in free per assicurarmi non le sia successo nulla?! Recupero le corde e ne vengono dei metri. Che succede?
Succede che su un passaggio si è fermata e ha disarrampicato, ma lentamente. Finalmente le corde vengono recuperate e posso andare a capire che diavolo è successo. Valico e la trovo in sosta dopo un tratto di corda fissa dove occorre saltare il torrente: canyoning dei poveri. Vado a superare la placca dalla quale è scesa in preda ad allucinazioni riguardo uno spit, sudo parecchio, e poi una bella sosta a resinati /di chi fa davvero canyoning) mi accoglie.
Terminare la via su una spiaggietta rocciosa con ai suoi piedi dell'acqua fresca e cristallina, è bellissimo. Ce la prendiamo comoda a mangiare, bere, prendere il sole, bagnarci i piedi. Ad ammirare il paesaggio intorno. Ma che sete! SI scende e poi ci lanciamo verso i Rifugi Val di Melo e Rifugio Nula Nascente a prendere una birra. Due birre. Facciamo tre.
Il Centro Polifunzionale della Montagna  è il nostro campo base questi giorni: ottimo posto e gentilissima Iris con tutto il suo staff!

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