Coi gradi
che ci sono in questa valle, non è che abbiamo molte speranze di arrampicare.
Spulcia e rispulcia la guida, le uniche robe che sulla carta sembrano facili
sono le Placche dell'Oasi, in fondo alla valle. Ma va bene, così al ritorno
magari ci concediamo un bagno rinfrescante nel ruscello. Beh, un bagno lo
faremo di certo.
L'avvicinamento
non si dimostra così svelto. Tutta la Val di Mello in falso piano, coi cani che
sguazzano nel torrente, le pareti di granito liscio ai nostri fianchi. Ma noi
dritti la in fondo! E arrivati la in fondo, c'è da risalire! Ma quanto?
Sembrava poco, e invece il ponticello ci mette un po' a palesarsi: dopo esso,
manca poco almeno.
Alla base
troviamo un po' distante un'altra cordata, ai quali chiedo indicazioni e
conferme, ma sono inglesi. Inglesi bizzarri, sembrano usciti dagli anni del 68:
piuttosto in tema con la storia di questa valle. Dei nut grandi come un pugno
(artigianali ovviamente), e in via si dimostreranno dei fricchettoni peggio di
noi: lentissimi. Li superiamo presto, poi col ravanage nel bosco che farò a
cercare la via (e quindi a trovargliela senza perdere tempo) un po' ci
recuperano, ma poi di nuovo prendiamo il largo e..chissà se sono ancora in
parete oggi..
Parto io. La
guida che abbiamo grada le vie in base al pelo sullo stomaco che serve per
affrontarle: classificazione azzeccatissima! I primi 60m sono tutti di placca,
dura, compatta, senza la minima ruga, improteggibile, e sprotetta. Dopo 30m si
trova una sosta, e basta. Non so se ho mai arrampicato così tanto dosando i
miei passi..
Uomini e
Topi che vorremmo salire devia decisamente a destra, ma quel diedro è tutto
bagnato, e alcune relazioni dicono che hanno continuato a salire e han tagliato
dopo.. Parte Stefania ora, una decina di metri la separano da un sistema di
fessure e lame che mi sembra oro rispetto al mio tiro. Ma non è banale arrivare
a loro.
La
raggiungo. Va beh, seguiamo i pazzi inglesi e vediamo se riusciamo a riprendere
la nostra via: si sale leggermente per poi deviare decisamente a destra su una
mezza rampa che poi diventa mica facile (con gli inglesi che armeggiano con un
cavanut improvvisato con un tronco: si è incastrato il loro giganut). Li salto,
salto la sosta e proseguo.. Indiana Jones: parte la savana, afferro l'erba,
situazione apuana (col mitico mezzo giro per rinforzare il ciuffo).
Stefania mi
raggiunge, nel dubbio le dico che se avanti non si riesce ad andare, ci caliamo
e buonanotte. Qualche metro di roccia e poi si entra nel bosco alla ricerca del
proseguo.. Ma la corda finisce prima che lei possa uscire dal bosco, e allora
tocca a me cercare la via.
Scendo per
di la in mezzo ai mughi ma giunto alla roccia.. vicolo cieco. Torno indietro,
salgo in mezzo ai pini, esco in traverso ma mi pare troppo duro e sulla
placconata successiva non vedo nulla che conforti (tipo di una sosta). Torno
indietro, salgo di più, ravano negli aghi, nel bosco morto, esco verso la
roccia, ed ecco la sosta più in basso. Recupero la Ste e il suo sguardo dice
tutto.
Riparto che
davanti a noi non è proprio facilissimo, ma finalmente si arrampica su qualcosa
di vero, non nel bosco e non su placche omogenee. Friends e nut van dentro come
se volessi tappare tutti i buchi che trovo. Fantastico. E dal buon grado,
quello che si supera e soddisfa. E pure lo sguardo verso la Val Torrone e i
giganti lontani soddisfa.
La donzella
è stancuccia, e ci sta, ma resta l'ultimo tiro.. Proseguo io. Dopo qualche
metro c'è da salire e saltare sull'altro spigolone. E di nuovo. Mamma mia se mi
diverto ora! E mi cago addosso il giusto, mica come le placche basse che se
scivoli ti accendi come un cerino! Arriva anche lei e siamo su, ma la vedo
davvero cotta tra caldo e fatiche fisiche e mentali.
E adesso due
doppie certe per tornare due soste sotto, e poi l'ignoto. Ma dai, bisogna che
ci siano altre soste nella placconata sotto, se no come si scende da qua? Mica
ad andare a perdersi nel bosco in alto. E infatti tutto fila liscio e siamo
giù, all'ombra.
Liscio ma
non liscissimo. Abbiamo fatto tardi alla fine, percorso parecchi km per l
'avvicinamento e ora c'è da tornare indietro.. E altro che bagno nel ruscello:
ci attende un bel temporale. Tipico di questa valle, la cosa che mi ha sempre
fatto tentennare sul venirci. Nonostante l'impermeabile (per chi lo usa) e
l'ombrello (per chi lo ha), la zuppata è asscirata..
Il Centro Polifunzionale della Montagna è il nostro campo base questi giorni: ottimo
posto e gentilissima Iris con tutto il suo staff!
Qui altre
foto.
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