Ieri credo di aver speso la mia cartuccia sulla buona sorte della settimana, oggi
meglio andare sul sicuro. Marco ha sete
di vaio, deve provare le scarpe nuove, e lui i Fratta non li ha saliti. Io
entrambi, ma non sono schizzinoso: temo il Piccola abbia il risalto di roccia
scoperto (infatti), e quando poi Roberto (gran recupero, complimenti) mi
conferma il buono stato del Fratta Grande, decido che è il nostro.
Ma anche la neve al sole è ottima, e il percorso è già
tracciato, anche se non so fino a dove. Qualche tratto un po’ ripido, ma la
corda tutt’oggi resterà nello zaino. Linea estetica, ma meglio stare lontano
dai bordi che le cornici sono in agguato. Scorgiamo alpinisti sotto la Guglia
Zaltron, devono aver risalito lo Ruga Zalica variante Sorriso: poteva essere
uno dei papabili di oggi, ma ho preferito andare sul sicuro e più facile.
Inizialmente occorre risalire un pendio a fil di cresta, poi
arrivati in alto si rivede il Carega e tocca piegare a sinistra verso lo Zevola
Bassa. Si notano le particolari spinte della roccia verso il vuoto, dei
triangoli che partono verso il cielo e poi crollano in basso. E si può ammirare
il resto del percorso davanti a noi. Bello bello. Qualche traversino un po’
emozionante, ma si va bene. E ci siamo solo noi in giro, solo un solitario sta
uscendo dal Vajo dell’Acqua ma è già lontano.
Cima Zevola Bassa raggiunta, direi che le condizioni per
terminare il percorso ci sono! E adesso dovremmo trovare anche qualche
passaggio un po’ più tecnico, ma nulla in tutto, la neve buona permette una
progressione sicura. E lo Zevola è li a due passi (ma chissà perché la croce
l’hanno messa solo sulla versione small..).Le foto fatte sono tante, le creste quando sono panoramiche sono tra i percorsi più belli che si possano fare. Anche se le goulotte incassate hanno il loro fascino. Ok, di fronte a un piatto di spaghetti e uno di maccheroni, mangio entrambi!
Qualche metro un po’ affilato mi ricorda i Lyskamm. No beh, non
esageriamo! Ben presto siamo anche su Cima Tre Croci. Non capisco se per
arrivare al Passo Lora si possa continuare, ma scendendo e esplorando mi pare
che, oltre a non vedere tracce di qualcuno che ci abbia provato, mi pare ci
siano un paio di salti mica male. Bon, seguiamo la discesa “classica”, che poi
vedrò sul libro di Bellò essere la scelta corretta.
Abbandoniamo quindi il tepore del sole per scendere
ripidamente verso il Passo della Lora. Continuo a osservare la cresta “abbandonata”
per capire se un modo di passare ci fosse. Mi pare di sì, ma a casa vedrò di no
visto che da dove mi pareva ci fosse possibilità, c’è in realtà un bel salto
dell’uscita del Vajo Nord (anche lui nella lista dei desideri).
Inizialmente la discesa è ripida, poi spiana e ti ritrovi in
mezzo a delle dune di neve che cerco di salire tutte per avere migliori punti
di osservazione sul paesaggio circostante. Seguendo poi il filo di cresta
prossimo al passo, mi sporgo su uno sperone e vedo il defecatore pazzo. Già da
un po’ notiamo come i camosci prediligano come bagno il filo di cresta, e li
sotto di me adesso ce ne sta uno appollaiato.Appollaiato per poco però, facciamo qualche foto, si indispettisce e cautamente (si vede che la pendenza spaventa anche lui) scappa. L’orologio dice che non è così tardi, ma meglio scendere, non vorrei mai che le temperature e l’irraggiamento ci giochino brutte sorprese. La soddisfazione per ciò che abbiamo percorso è già alta.
Si scende puntando al Rifugio Battisti, dove vogliamo prendere due birre per due motivi: uno abbiamo sete, due è sempre gentile nel darci le condizioni degli itinerari. E mentre scendo un sasso mi passa mezzo metro a fianco, una pallottola sparata da chissà chi.. Osservo meglio il Vajo Nord, che ha scaricato una bella quantità di detriti! Osservo anche lo sperone MAG..
In fretta, assetato, accaldato, arrivo al rifugio, ma mi sposto alla chiesetta dove si può stare al sole, e mi spoglio che non ne posso più. Che giornata! Arriva anche Marco, che si perde davanti all’ingresso del rifugio senza vedermi, lo chiamo e non mi vede, deve proprio essere disidrato. Ma ci penso io, due belle Weiss! Una foto della bottiglia di birra vista Zevola su whats up per l’invidia degli amici..
Rinfrancati dalla bevuta e mangiata, scendiamo, con Marco che deve avere già l’alcool ben in circolo! Si ride e si scherza, in questa lunga e pallosa discesa su asfalto (nei primi due terzi innevato). Siccome ci stiamo portando giù le due bottiglie di birra, riflettiamo su cosa penserà la gente nel vederci tutti attrezzati, e birrati. Altro che Montura o North Face, perché la Paulaner non ci fa da sponsor?!
Gran bella giornata, oggi un relax su difficoltà lievi, tanto sole, fresco, e ottima birra. Ora c’è solo da restare svegli alla guida!
Qui altre foto.
Qui report.
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