Il tepore
autunnale mantiene alta la voglia di arrampicare in dolomiti, le previsioni
meteo buone fino a pochi giorni prima alimentano questa voglia, le previsioni
che man mano peggiorano avvicinandosi al sabato fanno calare la libido. Senza
nessuna pretesa e aspettativa, consci di partire per la Val Gardena e poi
magari tornare indietro a Brentino o Arco, alle 4 ci troviamo a casa di Nicola.
Finalmente
dopo tanto tempo riesco a tornare ad arrampicare con questo uccel di bosco che ormai per robe
sotto al TD non punta manco la sveglia. Invece oggi incredibilmente la punta
anche per vie di III/IV. Già, perchè oggi date le temperature basse e il sole
che potrebbe fregarci e non comparire, arrischiare su vie di una certa
difficoltà con le dita gelate, o discese complicate, o vie lunghe, non sa da
fare. La combricola è completata da Fiorella e G.Lunga colazione (in perfetto stile Nicoliano) e poi su verso la Val Gardena, la via decisa in auto (eh beh, tre dei quattro non han studiato ieri!) su una serie di proposte, e la Via Victoria alla Torre Juac. Saliamo verso il parcheggio, Nicola pesta una merda esplorando un papabile parcheggio non però ancora quello giusto, ed eccoci al fresco dell'alba dolomitica ottombrina. La neve ha dato una bella sploverata al Sella, e il Sassolungo resta nelle nubi.
Ci incamminiamo che sono le 8, cielo a tratti sereno a tratti nuvoloso, ma comunque non è sereno sulla linea che congiunge noi e il sole, ergo siamo al freddo. Partiamo male. Ma la vista del Sassolungo versione pandoro con una spruzzatina di zucchero a velo, è un bell incentivo all'arrampicata. I piacevoli prati che conducono al RIfugio Juac sono un momento di relax che smorza ogni tensione.
Tante foto e la convinzione che il sole arriverà, basta aspettare, ci fanno salire con calma e osservare il gran ambiente che ci circonda: gruppi dolomitici maestosi, la valle laggiu, i prati versi e gli alberi a tratti verdi a tratti gialli. Le Dolomiti: "sassi in mezzo ai prati", la definizione di qualcuno. La nostra meta spunta tra gli alberi.
Si segue il sentiero verso il Rifugio Stevia, e una volta usciti dal bosco ecco il ghiaione da risalire per l'attacco. La parete non è al sole, sembra più un ovest che un sud-ovest, ma proviamoci. La salita sui sassolini che una volta stavano lassu ci scalda, e una volta all'attacco vediamo che il sole inizia a illuminare i prati alla nostra sinistra. Arriverà.
In cordata
con Nicola, questo è davvero un molestatore nel continuare a dire "dai
sbrigati, fila la corda, prepara la roba" e mamma mia, manco fosse una via
da 30 tiri! Alle 9 parte, iniziando a insultare la via dopo pochi metri, per
finire di farlo..non credo abbia già finito. Eh ma lui, poverino, è abituato al
VI. Parte lui per primo, G seguirà me in cordata con Fiorella.
La prima
parte è di roccia buona alternata a qualche tratto in cui sembra
sbriciolarsi ma non lo fa. Grado facile con qualche passo divertente, ma
proprio qualche passo. Una via alla ricerca della roccia in mezzo ai pratini
delle cengie, ma va dato atto di un bel lavoro di fiuto da parte dell'apritore.
Finalmente al secondo tiro mi ritrovo al sole, e meno male, le dita sul primo
iniziavano a ricordarmi il tiro del grappolo della Sorarù.
Ci si gode
il panorama, ci si gode il sole che adesso permette di stare in maglietta
(evviva!), ci si godono le risate. Si cerca di complicarsi la vita nei tratti
di roccia che lo permettono, si arriva al ceppo del trasferimento alla seconda
parte nella speranza che quel bel paretone presenti novità strabilianti, orca
che le temperature e il cielo sereno ci permetterebbero di osare di più.
Una conserva
corta su terreno friabilmente franoso ci porta all'attacco della seconda parte.
Fiorella e Paolo ci raggiungeranno presto. Dal ceppo osservavo quella bella
fessura che in alto finisce in un diedro giallo strapiombante lato sinistro, ma
con possibilità anche a destra. Chissà se e quante vie possibili su quella
parete. Chissà, chissà..
Non troviamo
il chiodo alla base del quinto tiro, ma una clessidra in alto ci rende
fiduciosi sulla correttezza del proseguo della via, riparte di Nicola che ha
sbofonchiato sul fatto che sia toccata a lui la conserva. Sale e lo vedo
divertirsi di più, vuol dire che la bellezza della via sta aumentando, ottimo!
Proseguiamo
verso un punto poco più alto sulla via di discesa, ci si rifocilla, ci si sistema
il materiale aspettando gli altri due, Kitkat tarocco di vetta, ci si svacca a
terra. Ci piazziamo tutti comodi sul pratino al sole. Si ride e si scherza
ammirando l'ambiente che ci circonda, sognado vie sul Sella, Sassolungo, sulle
Odle, maledetti e numerosi sogni! Immancabile un massaggio che poi evolve a
massaggio "cinese", ovviamente il massaggiato è quell artritico di
Nicola e il massaggiatore quel ninfomane di G.
Qui altre
foto.
Qui report.
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