Oggi ci mettiamo alla prova. Andiamo a provare la via “La
Piccola Piramide” alle Coste dell' Anglone: stavolta Giorgio decide la via. Una sbirciatina alla
relazione mi mostra quella V seguita da una I: di solito è viceversa, prima la
I poi la V. Ma va bene, proviamo, leggo anche V+ obbligatorio, picchiamoci il
muso.
E ritocca a me, non c'è da scambiarsi. Un bel nut incastrato dopo pochi metri, non è un bel presagio: se quello di prima era un camino obliquo, anche questo potrebbe essere un dietro obliquo, ma troppo obliquo per pensare di farlo in diedro. Troppo obliquo per pensare di farlo in dulfer. Pace, saliamo, proviamo, ditine nella esile fessura e piedi in aderenza su lievi avvallamenti della parete, un po' consumati.
Il friend è esploso. Più su un chiodo con maglia rapida. Oh però, ha mietuto vittime questa fessura! E siccome non ho voglia di essere una nuova croce in questo cimitero, dopo prova e riprova, ma non trovo piedi, qualche resting, ma poi spengo la testa e inizio a mungere, e non so se così faccio più fatica che se l'avessi fatto pulito, ma tant'è. Anche perchè uno schizzo tratto da un libro parla di VI per il camino dopo. Invece è semplice, e nonostante un altro friend incastrato, arrivo agevole in sosta.
Inizio a illudermi che ne usciremo. I tiri duri sono iniziati, ma si dovrebbe poterli azzerare, il V+ lo abbiamo superato pulito, il VI..un'altra volta dai. Riparte Giorgio, che mi dice che abbiamo una cordata dietro, uffa. Parte, un bel passo di forza, e poi elegante traverso su placca a gocce (stile "Desiderio Sofferto", stile mi fan male i piedi), canne per le mani e roccia fantastica. Poi lo vedo affannarsi su quello che deve essere il passo di VI, e infine..piedino sul chiodo. Poi si sale agili fino in sosta.
Ultimo mio tiro, poi Giorgio..portami fuori te! Un traversone espostissimo, un'altra partenza di boulder che non capisco come diavolo affrontare, una volta che poi a sinistra non ci sono mani se non delle formazioni che paiono corallo, tanto aguzze quanto friabili. Sono troppo stanco, e se cado non torno più su, aiutino dal rinvio e poi mi faccio fare qualche foto su questo bel terrazzo esposto. Un fungo di roccia, unica possibilità per le mani, ma visto da qui sembra saldato alla roccia per un soffio, visto dalla prossima sosta è invece meglio di quello che pare.
Anello e spit ci sono, ma sono davvero già in sosta? Proseguo? Quasi quasi.. Fammi dare un'occhiata, ma la relazione..no, mi fermo. Oddio che sosta scomoda, già si sta male da solo, figurati in due, e abbiamo due cordate alle calcagna che non mi rendono tranquillo. Ad aumentare l'ansia..sotto di me un bel tettone, i piedi su un mattone di roccia saldato alla parete ma crepato alla saldatura. Che caga.
Ecco Giorgio, con difficoltà mi passa dietro e si appresta a partire, già abbiamo detto agli altri che se possono aspettare sarebbe meglio, qui non ci si sta in tre. Giorgio parte, e azzera subito anche lui, troppo duro, stavolta anche il mio amico si becca partenza boulderosa, tie! Siamo cotti ormai. Faticando per arrivare all'altro anello, resting su resting, meno male sono passato al mezzo barcaiolo! Quarta protezione in longe, ma la quinta è troppo alta. Prova, riprova, tenta la staffa, ma non ci salta fuori.
Mi sa che siamo spacciati: Giorgio non riesce a salire, nemmeno in A0, nemmeno in un flebile A1. Io inutile che provo, inoltre l'ultima protezione è un laccio da scarpe in una clessidra trapanata, non si può nemmeno fare sosta lì e pensare di adottare la tecnica delle piramide umana per superare il passaggio (i 2m..). Non resta che riunirci in sosta e calarci.
Calo il mio amico, nella concitazione non pensiamo nemmeno che invece che il mio rinvio, lassù potevamo lasciarci una maglia rapida! Chiediamo agli altri se vogliono venire, che noi ci caliamo, ma dicono che aspettano che liberiamo la sosta. E in effetti fan bene. Gli chiediamo scusa per il tempo che li abbiamo fatto aspettare, ma penso faccia parte del gioco..
Ci caliamo a pochi metri dalla fine, decisione sofferta ma dovuta, non c'è altro da fare. Non si può volare su quel laccio da scarpe e nemmeno farci sosta. C'abbiam provato, ci siamo divertiti, ci siamo messi alla prova e comunque superato limiti che pensavamo di avere. A posteriori scopriremo che amici nostri hanno gradato "rognosetto" "placca in piedi" "VI+" quei 2m. Alla faccia del V+ obbl, arghh.
Anche le doppie non me le aspetto facili con tutti i traversi fatti. Da S11 ci caliamo a metà traverso di L10 (con entrambe le mezze), e da li, su anello, alla S9. Altra calata per tornare a S8 alla base della fessura di L9, poi disarrampicata verso S7. Vedo in alto il tedesco che supera il passaggio di L12, meglio per lui. Giù nel vuoto (mamma cara che strapiombo il camino!) a S6: esclusa la prima, le altre doppie sono state con solo una corda per evitare incastri, ma ora tocca riunirle per scendere il diedro.
Pendolo un po per arrivare a S5, pensando a come affrontare L5 che è parecchio traverso. Noto che questa calata è sui 23m, si potrebbe fare con una mezza sola, ma pace. Arriva Giorgio, tentiamo di recuperare le corde, e il nodo si incastra nella V lassù. Sudore freddo. Al quinto tentativo il nodo passa.
La sesta doppia la facciamo breve fino al primo anello che possiamo trovare su L5 (primo nel verso di discesa), che si raggiunge a fatica spostandosi su placca liscia e verticale: sosta scomoda e l'imbraco mi uccide. Altra doppia e camminata sul sentiero per tornare a S3, dalla quale con un unica doppia lunga si arriva a S1 e infine alla base.
Dopo 2h di discesa, 9 doppie, un tirello (L8) e una passeggiata (L4), di nuovo alla base per la foto di via..ma rifatta all'attacco! Beh pazienza, quel che potevamo fare l'abbiamo fatto, quel muro finale ci ha spiazzato ed evidentemente è sottogrdato, oppure è venuta via qualche buona mano, chissà. Siamo comunque belli soddisfatti!
Qui altre foto.
Varie relazioni in rete: sassbaloss, ariadimontagna, ecc
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