Finalmente Baffelan! Io che non ci sono mai stato, ci sono
passato sotto ammirando questa pala esposta a est, bramato un paio di sue vie,
messo in agenda di andarci, ma poi sempre rinviato. Oggi, bocciata l'idea
iniziale, butto l'idea di tentare la Carlesso: immagino la faccia di
Giorgio quando ha letto il messaggio nella
chat di gruppo, sorriso a 45 denti. Ma anche
Simone e
Roberto non sono dispiaciuti: almeno
per ora..
Partiamo presto, una serie di fattori consiglia di fare ciò,
e un'altra serie non trova difetti in questa scelta: ho un treno da prendere
stasera, non vogliamo trovare traffico (resteremo le due cordate davanti, ma
dietro ce ne saranno una decina), fa già caldo, il sole sorge presto. Alle 4e30
siamo al parcheggio, caffettino al bar ma colazione poi una volta parcheggiata
l'auto sulla
Strada del Re: la cuoca
Giorgina c'ha preparato una torta amaretti e cioccolato, mentre ci prepariamo
la facciamo fuori avidamente.
In cammino, accidenti la pala del Baffelan è nella nebbia
nella parte alta.. Va beh, ma poi si alzerà e ci regalerà dei gran panorami!
None.. Tutto il giorno nella nebbia, senza vedere sopra di noi, sotto di noi, a
fianco a noi: isolati dal resto del mondo ancora più del solito! Ma per
rallegrarci, si inizia a canticchiare la song di oggi, "
Cincin cincin,ricoprimi di baci..", la sigla di
Colpo Grosso! E i ricordi di quando si andava a letto
tardi aspettando su Italia7 l'inizio della trasmissione..
Un discreto avvicinamento, ben presto si abbandona il
sentiero e si inizia a salire per roccette verso l'attacco, finalmente si
inizia a fare sul serio, la stagione delle arrampicate in ambiente serio
inizia.. La nebbia è ancora alta, siamo già sudati ma presto arriviamo al golfare
dell'attacco. E ben presto veniamo raggiunti da
Pietro e Nicola, un “ciao” contraccambiato e poi un
“oh, ma te sei pelle2005!”, e mi imbarazzo tantissimo. Ma poi tutta la via si
scherzerà insieme. Intanto gli attacchiamo il fischiettio delle ragazze Cincin!
Giorgio in cordata con Roberto, parte pere il primo tiro:
viviamo nella speranza che il camino sia asciutto, visto che nonostante sulla
carta sia uno dei tiri più facili, sappiamo aver mietuto parecchie “vittime”
illustri, e invece quando il nostro amico ci arriva “Giorgio com'è?” “è una
vagina bagnata!”, azz. Intanto l'attacco si popola di altre cordate, alcune
abbandonano e vanno verso la Soldà, il Baffelan è assaltato oggi!
Dopo Roberto parto io. Qualche metro sopra la sosta, poi si
traversa verso sinistra per giungere sotto il camino, meno male dopo un po' di
metri si trova un chiodo! Questa via non è molto integrabile..fin dall'inizio.
Ed eccomi in vista del camino, bagnato, mannaggia, e questo è ancora nulla. Con
mosse di arrampicata fantasiosa, ci si inventa come salire, il tratto duro
(duro dovuto al bagnato) sembra superato, e invece dopo il masso incastrato ci
sono altri metri che danno filo da torcere.
Mamma mia se partiamo male! Meno male che doveva essere uno
dei tiri più facili! Recupero Simone mentre Roberto parte per il secondo tiro,
mentre Giorgio gli fa sicura. E i primi “sasso!” cominciano a popolare la
parete.. Simone non lo vedo proprio a suo agissimo, forse partire con questa
come prima via della stagione è stato un po' azzardato: e infatti me la tirerò
tutta io, che lui non se la sente, lo capisco appieno!
Secondo tiro, forse il più facile sulla carta, ma dopo i
metri facili in parete, ci si dirige dentro il breve camino, che breve per
breve, ma..come se ne esce?! Prova e riprova, la spaccata non può proseguire,
un piede sul bagnato non tiene. Dopo vari tentativi, tento la mossa antiyoga:
tirare su tantissimo il piede destro con la mano che lo porta su una cengia e
via di quadricipite! Soccia che fatica!
Giorgio è lanciato su L3, mentre recupero Simone, nella
nebbia, inizia a salire anche Roberto che, ahimè, smuove
qualcosina..qualcosona.. “sassi!” e il casco fa il suo dovere, un bel pallone
da calcio (ma non di cuio, di pietra) dritto sulla mia testa, e per fortuna non
sulla spalla! Da giù ci giungono notizie che a qualcuno non è andata così bene,
ma nemmeno così male, chiediamo se vogliono che ci caliamo per dare una mano,
ma non ci arriva risposta (proseguiranno sulla Berti Carugati come da loro
piano iniziale). Robbi, sali delicato..
Riparto per il terzo tiro con la strizza al culo, un po' per
quello che ho rischiato un po' per quello che rischierò: speriamo non ci sia
altra roba mobile.. Il disclaimer delle Piccole Dolomiti è d'obbligo: "raramente
si trova roccia eccellente", chiaro che non si va sulla roccia pessima, ma
di solito c'è sempre da stare a orecchie dritte! E mani leggere..
Penso al mio casco con due uscite, chissà se è ancora
buono.. Avevo visto poche protezioni da parte di Giorgio, e capisco il perchè:
oltre ai chiodi in via, non si riesce mica a proteggere tanto. L'arrampicata
inizia a farsi più sostenuta, nei primi due tiri si trattava di singoli
passaggi, ora si parla di metri. Ci si sente anche più oppressi dal fatto che
sopra di noi si erge una parete, una pala, dritta, senza apparenti punti di
debolezza prossimi, e senza poter capire quanto sia alta data la nebbia.
Con meno sbuffi di quello che credevo, arrivo in sosta, non
dopo aver pestato delicatamente gli ultimi metri composti da detrito ed erba..
Roberto è già oltre. Anche il quarto tiro parte tosto, un bello strapiombetto
che però non è nulla rispetto a quello che verrà: un bel diedro esposto
(fortuna che ce la nebbia, così non si vede giù; o peccato che c'è la nebbia).
E qui qualche sbuffo esce, vedo i chiodi all'ultimo, ma almeno li vedo..
Da S4 vedo Giorgio impegnato sulla placchetta di L5: vedo
anche che hanno spezzato quello di norma si chiama L5, d'altronde alcune
relazioni consigliano vivamente di farlo. Spezzo anche io? Avrei fretta visto
quante persone ci stanno dietro, ma..va la, spezziamo che forse è meglio. Poi
vedo che Roberto non sale proprio con scioltezza la placca, quindi..mi sò che
spezzerò!
Arriva Simone, mi aspetta un tiro non difficile ma piuttosto
esposto, traverso e ritraverso, con due soli chiodi, la fiera del pendolo in
caso di caduta, caduta nel vuoto. E dopo aver traversato svariati metri a
destra, e altri a sinistra, mi trovo sotto la placca con un golfare: spezzo!
Ok il passo chiave di L6, ma a me spesso preoccupano di più
i tiri chiave, che possono essere differenti per quanto riguarda il quanto
essere sostenuti: e temo che questo sia uno di quelli. Tra l'altro sto notando
che uno dei grandi vantaggi dell'arrampicare in alternata è che quando devi
partire da primo, hai alle spalle un tiro da secondo in cui ti sei scaldato.
Oggi invece mi raffreddo in sosta..
Parto, con il primo chiodo lassù a 6m. delicato, ti metti
bene, usa le mani, la roccia compatta fa pensare che gli appigli siano buoni,
mi isso. Ma non è finita. Si va a sinistra con qualche passo atletico e col
cuore in gola, ma l'adrenalina rende tutto dolce come il miele: e io sono
goloso. Chiamo Roberto che lo sento vicino, ed eccolo che appare, mentre
Giorgio è impegnato sul passo chiave.
Bello cavolo, entusiasmante questa via! Non fosse per la
delicatezza di certi tratti.. E i peggiori forse ci aspettano sugli ultimi due
tiri.. Dai, fatto il prossimo, dovremmo esserci! Roberto parte prima che arrivi
Simone, ma essendo tanto che non tocca roccia (come Simone anche), la ruggine
si sente. Attendo un po' in sosta, mentre arriva anche Pietro.
Parto, vediamo com'è questo strapiombo con le tre lame da
sfruttare. parto ma devo aspettare di nuovo che Roberto è ancora su del duro:
ma allora non è solo un passo! Alla faccia, quando sento la parola magica
"paranca" capisco che deve essere tosto. Capisco anche che forse oggi
io e Giorgio abbiamo trascinato Roberto e Simone su roba un po' troppo dura per
"togliere la ruggine": più che dura, anche psicologica, con quel
primo tiro bagnato, e questa roccia non certo da falesia.
Traverso esposto e non banale, e poi eccoci sotto allo
strapiombo. Provo di qui, provo di la, non si capisce bene se sia meglio salire
sotto al chiodo o leggermente a sinistra: premio le mani o i piedi? Ma sono
piuttosto stanco di braccia e un po infreddolito, oltre che ad avere mal di
pancia, cordate dietro che iniziano a pressare.. Insomma il festival delle
scuse della pippa, azzero per aiutarmi e salgo: poi oh, che così abbia davvero
semplificato non lo so, perchè la fatica c'è tutta, e..dopo prosegue!
Fatto il V+, dopo non è cali molto: tutta una bella parete
in piedi, buone mani è vero, ma si sa che qui la mano oggi c'è, domani non c'è
di più.. Altro tiro entusiasmante (sopratutto una volta arrivato in sosta) ed
esposto: dai che arrivato alla sosta, dove trovo i miei amici, è fatta! Spero..
Giorgio parte per L7, un po' disorientato sul dove andare e
io che lo prendo in giro "oh ma sei l'unico che l'ha già fatta e non sai
dove andare?! Dai ragazzo, dritto non è IV, a destra non si va da nessuna
parte, sarà laggiù a sinistra" e infatti c'è da andare di la.. Sale sale,
e la salita non pare aver perso la sua difficoltà, sia tecnica che "di
roccia".
Inizio a recuperare Simone, fortuna Roberto è ancora qui
(Giorgio è in sosta proprio sopra di noi, non scaricare sassi!). Sento la corda
"appesantirsi" varie volte, poi si inizia a sentire varie voci dal
basso, finchè Simone "va beh, Andrea, paranca un po'", e fortuna che
Roberto mi da una mano invece che partire, perchè le braccia son fiacche, altro che
Piccola Piramide.
Poi Simone supera il duro e Roberto va.
C'è stato da questionare con una cordata dietro Pietro e
Nicola (che invece tranquillissimi aspettavano l proprio turno, anche perchè
come ha detto Nicola in cima "se vuoi essere la cordata davanti, ti svegli
poi prima"): penso faccia parte della nostra attività aspettare chi ci sta
davanti e magari si trova in difficoltà, e non iniziare a inveire con "se
non ce la fai dovevi stare a casa", anche perchè oggi a me, domani a te.
Comunque succede, si spera sempre non si esageri e amen. Ricordo quella volta sul
Bianco, almeno le
scuse furono quasi immediate, e fine delle asperità.
Riparto, dopo aver visto che Roberto aveva fatto fatica a
partire, lo capisco bene, qualche passo non banale col chiodo ben lontano. Poi
il traverso sulle uova, ancora, e si ricomincia a salire stando attenti a ciò
che si tocca: le persone sono giusto sotto. Un bel pilastrino di roccia
compatta conduce in sosta, dove ritrovo Roberto e una bella cengia che rende
chiaro dove proseguire: in più, c'è la freccia (almeno di "colore"
quasi naturale!).
Siamo sempre nella nebbia, fatico a vedere le persone a 10m
in linea d'aria da me, ma penso che ormai siamo fuori. Roberto non ha sentito
Giorgio dargli il "molla tutto" ma è partito lo stesso, vediamo.
Arriva Simone, incalzato da Pietro, e ci troviamo su questa cengia sul vuoto,
con vista sul nulla, sul grigio, sull'infinito e sul finito allo stesso tempo,
surreale.
Riparto, una cammina sull'abisso e poi si riparte per un
timido diedro con della timida roccia, che seppur non difficile come prima,
richiede attenzione. Metto giù un rinvio, un altro in un altro chiodo (in 20m) salgo,
e..ops, finiti i rinvii! Che errore! Due radici verranno usate con un ghiera al
posto del rinvio.. Sento la voce di Giorgio, la direzione è giusta, ed ecco i
miei amici. In breve, arriva anche Simone (dopo segnali di corda, visto che non
c'è modo di sentirsi).
Soddisfazione, è fatta, via portata a casa, anche perchè non
credevo fosse così dura! Capisco il terrorismo di
Nicola adesso.. Giorgio e Roberto, due sirenette
nella nebbia, loro già pronti a scendere, io affamato e assetato! Ma devo
prendere un treno stasera per raggiungere la mia dolce metà, e non posso cincinschiare:
ho ancora la speranza di farcela a prendere quello "presto"!
In vetta qualche foto, col grigio sullo sfondo, aspettiamo
Pietro e Nicola che volevano vedere la via di discesa, io sono in balia dei
miei amici. Un bel po' di metri di disarrampicata, vista poca, fino alla
Forcella del Baffelan, ora parte sentiero, ma dove? vari bivi mettono in
difficoltà, scorciatoie che non vogliamo prendere (Boale o ghiaione da evitare!).
Seguiamo sentiero per Forcella del Baffelan, poi il senso
dell'orientamento va a ramengo, mi pare che stiamo scendendo verso ovest,
invece siamo verso sudest: la vista delle macchine sulla strada del Re è una
bella sorpresa, siamo vicini. Si esce dalle nebbie, ma il sentiero va troppo
verso sud adesso, e noi siamo giusto sopra l'auto..
Ghiaione a più non posso, inizialmente difficile e
scivoloso, poi migliora, come (quasi) neve, e si scende rapidi e indolore. Ma,
a pochi metri dall'auto, una selva di mughi impedisce di proseguire, il machete
nell nda non rientra, e tocca provare varie strade prima di trovare un debole
cunicolo nella bassa boscaglia.
Auto, cambio, constatazione che il treno presto è
impossibile da prendere (va beh, pace, così almeno arrivo a casa e posso fare
la doccia e mettere un minimo a posto, almeno non faccio come per il
CanaloneNeri, spero!),
birra, panino e torta al
rifugio Campogrosso, evvai! Solo un po' di senso di
colpa nei confronti di Roberto e Simone..che spero si siano divertiti comunque!
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