sabato 7 maggio 2016

Dal Tramonto all' Alba: Cusna e Pietra di Bismantova (via ferrata)

Certe cose non le fai se al contorno non si instaurano le giuste condizioni. Certe pazzie non le fai se non sono concomitanti con cose più normali. Quindi siccome la morosa è via, siccome sabato c'è la seconda uscita del Corso A1 del CAI di Carpi alla Pietra di Bismantova, siccome le previsioni sono decenti..perchè non fare la pazzia?

L'idea frulla da qualche giorno, ma la venerdì mattina gli zaini non sono ancora pronti, solo le cose sono sparse sul pavimento della stanza, pronte per essere ricontrollate e infilate in una serie di zaini: quello per il giro di stanotte, quello con la roba da mangiare, quello con la roba da dormire, quello per domani, quello col cambio, quello con gli scarponi, quello con le riserve. Due giri di scale per portare giù tutto. Finito lavoro, preparo i mille zaini, e si parte.

Alle 21 riesco a mettermi in cammino da Monte Orsaro, dopo che un capriolo mi ha fatto prendere uno spavento, e dopo che due maremmani incontrati lungo la strada asfaltata mi han fatto drizzare le orecchie: speriamo loro nel bosco non salgano.. "Il passo più difficile è uscire dalla tenda", e infatti dopo qualche minuto di titubanza se continuare a mettere un piede davanti all'altro, inizio a camminare svelto.

Tossire, battere le bacchette ogni tanto, far casino, tutto utile per spaventare le bestie prima che loro spaventino me. Qualche fruscio nel bosco, un capriolo che "abbaia" scappando e nulla più. beh, i rami che i miei piedi muovono, la cui altra estremità muove foglie distanti da me che mi fanno sobbalzare.. Ordinaria amministrazione, le notturne in solitaria sono all'ordine del giorno sul mio CV! (qui e qui, ad esempio)

Solita strada, solita salita, ho solo quasi la speranza di trovare della neve bella dura verso l'alto, come già successo qualche maggio fa, poter calzare i ramponi, armarmi di piccozze, e magari complicarmi (rallegrarmi) la vita con qualcosa di un po' più difficile che una mera camminata.

Il guado del ruscello stavolta si presenta meno ostico, ricordo ancora quella notte in cui faticai a superarlo, dopodichè il bosco finisce e mi sento più sereno: non posso più subire agguati da parte di predatori o prede spaventate, in campo aperto ho maggior visibilità. Anche se la luna mica c'è, è solo un'impressione la mia.

Niente neve, ma almeno niente vento, o meglio solo una leggera brezza e la salita non è ostacolata dalle avverse forze meteorologiche. Cielo velato ma le stelle ci sono. Spallone, e superato questo (dopo qualche zigzagata alla ricerca della traccia del sentiero), ecco che vedo la cima davanti a me. Pendii ancora innevati, ma evitabili fino quasi alla fine, tasto la dama bianca, ma oggi è in versione squaccherone. Niente cemento. niente ramponi. va beh, ho in mente un altro sistema per rallegrare questa "pazzia". 

Ultimi 100-150m di dislivello su neve, poca visto che spesso sento scivolare sulla roccia o erba sotto, buone pendenze, e dopo 1h24 dall'auto ecco la croce, avvolta nel buio della notte. Qualche scatto, gli unici della gita, e subito i guanti che ho le dita congelate! 

Contemplo questa solitudine, la tranquillità e la serenità, i naturali fari delle stelle. Il mio mondo calmo e fermo, mentre laggiù la pianura è caoticamente pervasa dalle luci artificiali, fari delle auto in cerca di chissà cosa: quello che mi serve è qui, non si può toccare, solo sentire. 

Solo che inizio a sentire anche la fame, il sonno, e la voglia di..domattina potrei anche.. Filo giù trottando sulla neve, poi corricchiando sull'erba, benedico i pezzi di risalita che mi consentono di far tirare fiato alle ginocchia e finalmente eccomi all'auto. Mi "lavo" per quel che posso, cambio, e col panino in bocca verso la prossima meta: l'hotel a cinque milioni di stelle! Intervallato da soste per mangiare la torta scaduta il 29/03/2016.

Il collaudato sistema di materassi del dondolo e il sacco a pelo, il mitico cuscino, e sono pronto per andare a letto, il parcheggio della Pietra è abitato da 5 camper stanotte, oltre che dalla mia auto. Porca vacca è già l'1:20, finisce che stanotte non dormo una fava. 


Già perchè, finchè sono qui, perchè non.. La sveglia suona alle 4e30, ma fuori è molto buio. Ogni 10 minuti mi risveglio, finchè alle 5 decido che è il momento di "uscire dalla tenda" di nuovo: lo zaino è pronto da ieri sera (preparato prima di andare a letto, come si confà), sulle spalle e via verso la Ferrata degli Alpini. 

La frontale è necessaria per i primi minuti, ma già dopo il primo tratto di cavo non serve più. Zero rumori, zero pensieri. Cerco solo di esser svelto per non perdermi l'alba che vorrei vedere dalla cima.  Potevo salire per sentiero, ma volevo metterci un po' di sale e pepe in questa gitarella, e almeno fare un po' di fatica dato che temo che poi oggi non si farà nulla per lasciare posto agli allievi. 

Mi prendo un minuto per lasciare una dedica nel libro, anche se non ricordo cosa abbia scritto, poi riparto per gli ultimi metri, e giunto alla scala finale, il sole mi frega e inizia a farsi vedere. Questa palla di fuoco a cui dobbiamo la nostra esistenza, fonte di vita da lontano quanto di morte da vicino (ti ci voglio vedere abitarci sopra!), come cambiano le cose a seconda della prospettiva.
Il cielo non è sereno, piuttosto velato, ma quel velato un po' sfigato che non si colora delle mille tonalità di rosa arancio rosso, è un'alba un po' fredda, ma sempre uno spettacolo. Dopo essermi goduto i primi minuti alla base della scaletta, vado in cima per vedere il resto. 

Poggio veloce lo zaino sul tavolo di pietra..della Pietra. Qualche foto, preparo l'autoscatto, mi sposto e con la coda dell'occhio vedo qualcosa muoversi. Che paura, è un'altro ragazzo venuto ad assistere allo show. Altre foto vengono intervallate con la consumazione della torta, sempre quella di ieri sera, ormai è da finire, non può tornare a casa. 

Inizio a scendere che le nevi del Cusna sono ancora buie, poi velocemente si tingono di rosa. Sbraghero al cantiere della messa in "sicurezza" della porzione di Pietra recentemente crollata, e per il sentiero del Sirotti che rivedrò tra poco, mi dirigo al Rifugio della Pietra sperando in un bel caffe. Ma alle 6e30 è chiuso, e non si sa quando apre.. Foresteria idem. Mi cambio, di nuovo, sistemo il letto, e scendo al paese per un caffe e cappuccino, e poi di nuovo su a aspettare che il corso arrivi. 

Intanto mi sdraio sulla panchina, al sole, col cuscino. Dal tramonto all'alba, non lo stesso livello adrenalinico di Rodriguez (assistito da Quentin), ma per me è sempre un piacere.


Qui altre (poche) foto.

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