Certe cose
non le fai se al contorno non si instaurano le giuste condizioni. Certe pazzie
non le fai se non sono concomitanti con cose più normali. Quindi siccome la
morosa è via, siccome sabato c'è la seconda uscita del Corso A1 del CAI di Carpi alla Pietra di
Bismantova, siccome le previsioni sono decenti..perchè non fare la pazzia?
L'idea
frulla da qualche giorno, ma la venerdì mattina gli zaini non sono ancora
pronti, solo le cose sono sparse sul pavimento della stanza, pronte per essere
ricontrollate e infilate in una serie di zaini: quello per il giro di stanotte,
quello con la roba da mangiare, quello con la roba da dormire, quello per
domani, quello col cambio, quello con gli scarponi, quello con le riserve. Due
giri di scale per portare giù tutto. Finito lavoro, preparo i mille zaini, e si
parte.
Alle 21
riesco a mettermi in cammino da Monte Orsaro, dopo che un capriolo mi ha fatto
prendere uno spavento, e dopo che due maremmani incontrati lungo la strada
asfaltata mi han fatto drizzare le orecchie: speriamo loro nel bosco non
salgano.. "Il passo più difficile è uscire dalla tenda", e infatti
dopo qualche minuto di titubanza se continuare a mettere un piede davanti
all'altro, inizio a camminare svelto.
Tossire,
battere le bacchette ogni tanto, far casino, tutto utile per spaventare le
bestie prima che loro spaventino me. Qualche fruscio nel bosco, un capriolo che
"abbaia" scappando e nulla più. beh, i rami che i miei piedi muovono,
la cui altra estremità muove foglie distanti da me che mi fanno sobbalzare..
Ordinaria amministrazione, le notturne in solitaria sono all'ordine del giorno
sul mio CV! (qui e qui, ad esempio)
Solita
strada, solita salita, ho solo quasi la speranza di trovare della neve bella
dura verso l'alto, come già successo qualche maggio fa, poter calzare i
ramponi, armarmi di piccozze, e magari complicarmi (rallegrarmi) la vita con
qualcosa di un po' più difficile che una mera camminata.
Il guado del
ruscello stavolta si presenta meno ostico, ricordo ancora quella notte in cui
faticai a superarlo, dopodichè il bosco finisce e mi sento più sereno: non
posso più subire agguati da parte di predatori o prede spaventate, in campo
aperto ho maggior visibilità. Anche se la luna mica c'è, è solo un'impressione
la mia.
Niente neve,
ma almeno niente vento, o meglio solo una leggera brezza e la salita non è
ostacolata dalle avverse forze meteorologiche. Cielo velato ma le stelle ci
sono. Spallone, e superato questo (dopo qualche zigzagata alla ricerca della
traccia del sentiero), ecco che vedo la cima davanti a me. Pendii ancora
innevati, ma evitabili fino quasi alla fine, tasto la dama bianca, ma oggi è in
versione squaccherone. Niente cemento. niente ramponi. va beh, ho in mente un
altro sistema per rallegrare questa "pazzia".
Ultimi
100-150m di dislivello su neve, poca visto che spesso sento scivolare sulla
roccia o erba sotto, buone pendenze, e dopo 1h24 dall'auto ecco la croce,
avvolta nel buio della notte. Qualche scatto, gli unici della gita, e subito i
guanti che ho le dita congelate!
Contemplo
questa solitudine, la tranquillità e la serenità, i naturali fari delle stelle.
Il mio mondo calmo e fermo, mentre laggiù la pianura è caoticamente pervasa
dalle luci artificiali, fari delle auto in cerca di chissà cosa: quello che mi
serve è qui, non si può toccare, solo sentire.
Solo che
inizio a sentire anche la fame, il sonno, e la voglia di..domattina potrei
anche.. Filo giù trottando sulla neve, poi corricchiando sull'erba, benedico i
pezzi di risalita che mi consentono di far tirare fiato alle ginocchia e
finalmente eccomi all'auto. Mi "lavo" per quel che posso, cambio, e
col panino in bocca verso la prossima meta: l'hotel a cinque milioni di stelle!
Intervallato da soste per mangiare la torta scaduta il 29/03/2016.
Il
collaudato sistema di materassi del dondolo e il sacco a pelo, il mitico
cuscino, e sono pronto per andare a letto, il parcheggio della Pietra è abitato
da 5 camper stanotte, oltre che dalla mia auto. Porca vacca è già l'1:20,
finisce che stanotte non dormo una fava.
Già perchè,
finchè sono qui, perchè non.. La sveglia suona alle 4e30, ma fuori è molto
buio. Ogni 10 minuti mi risveglio, finchè alle 5 decido che è il momento di
"uscire dalla tenda" di nuovo: lo zaino è pronto da ieri sera
(preparato prima di andare a letto, come si confà), sulle spalle e via verso la
Ferrata degli Alpini.
La frontale
è necessaria per i primi minuti, ma già dopo il primo tratto di cavo non serve
più. Zero rumori, zero pensieri. Cerco solo di esser svelto per non perdermi
l'alba che vorrei vedere dalla cima. Potevo salire per sentiero, ma volevo metterci
un po' di sale e pepe in questa gitarella, e almeno fare un po' di fatica dato
che temo che poi oggi non si farà nulla per lasciare posto agli allievi.
Mi prendo un
minuto per lasciare una dedica nel libro, anche se non ricordo cosa abbia
scritto, poi riparto per gli ultimi metri, e giunto alla scala finale, il sole
mi frega e inizia a farsi vedere. Questa palla di fuoco a cui dobbiamo la
nostra esistenza, fonte di vita da lontano quanto di morte da vicino (ti ci
voglio vedere abitarci sopra!), come cambiano le cose a seconda della
prospettiva.
Il cielo non
è sereno, piuttosto velato, ma quel velato un po' sfigato che non si colora
delle mille tonalità di rosa arancio rosso, è un'alba un po' fredda, ma sempre
uno spettacolo. Dopo essermi goduto i primi minuti alla base della scaletta,
vado in cima per vedere il resto.
Poggio
veloce lo zaino sul tavolo di pietra..della Pietra. Qualche foto, preparo l'autoscatto,
mi sposto e con la coda dell'occhio vedo qualcosa muoversi. Che paura, è
un'altro ragazzo venuto ad assistere allo show. Altre foto vengono intervallate
con la consumazione della torta, sempre quella di ieri sera, ormai è da finire,
non può tornare a casa.
Inizio a scendere
che le nevi del Cusna sono ancora buie, poi velocemente si tingono di rosa.
Sbraghero al cantiere della messa in "sicurezza" della porzione di
Pietra recentemente crollata, e per il sentiero del Sirotti che rivedrò tra
poco, mi dirigo al Rifugio della Pietra sperando in un bel caffe. Ma alle 6e30
è chiuso, e non si sa quando apre.. Foresteria idem. Mi cambio, di nuovo, sistemo
il letto, e scendo al paese per un caffe e cappuccino, e poi di nuovo su a
aspettare che il corso arrivi.
Intanto mi
sdraio sulla panchina, al sole, col cuscino. Dal tramonto all'alba, non lo stesso livello adrenalinico di Rodriguez (assistito da Quentin), ma per me è sempre un piacere.
Qui altre
(poche) foto.
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