Il gestore
del Rifugio Città di Lissone è gentilissimo, si sveglia anche lui a farmi la colazione. Non ho
molta voglia, e infatti sono lento a prepararmi: finisce che non mi serve più
nemmeno la frontale. Mi avvio con poche speranze di concludere l'Alta Via dell' Adamello, ma
con la promesso di tornarci. Mi addentro nella Valle Adamè col classico vento
sferzante..
E dopo poco
mi raggiunge Giuseppe esordendo con un "data la tua età dovresti
volare!", e già si presenta male. E invece è un altro esempio di vita.
Stamattina è salito al Lissone, e ora prosegue un po': è sotto un (altro) ciclo
di chemio, ma prima dei prossimi esami che lo terranno a digiuno per 4 giorni
vuole continuare a fare ciò che gli piace. Solo che arrivato alla Baita Adamè dovrà tornare
indietro perchè deve andare ad assistere sua madre anziana. Ah, dimenticavo, ha
quasi 70 anni. Quando pensate che la vostra vita sia una merda, pensate a
persone come questa.
La lunga
valle Adamè, acquitrinosa, e danzando sulle pietre un piede finisce in fallo e
dentro nel fango fino alla caviglia. Partiamo bene. Cartello, bivio per la
salita al Passo Poia. Salitona, tipico passo adamellico per passare da una
valle all'altra, e ce ne sono tante di valli da passare. Pietroni, tratti
attrezzati, esposti. Uno stambecco che mi guarda interrogativo: e che resta a
guardarmi per minuti!
Il sole
arriva a scaldarmi, ma c'è poco da sedersi sugli allori. Discesa tecnica, col
ginocchio che duole (in salita vado a gonfie vele invece) e la mente che si sta
decidendo che sia meglio evitare di proseguire oltre: magari arrivo al Rifugio Gnutti, ma poi meglio
scendere che tanto visto il meteo e il ginocchio il giro non riesco a chiuderlo
tutto, e comunque ho ancora 7 giorni davanti, giorni che non vorrei passare a
"letto" dolorante e stanco.
Scendo
svelto vero il Rifugio Prudenzini, dentro la Val Salarno: altra bella valle, erbosa e acquosa ma che poi si chiude
su giganti di granito. Giganti solleticati dal sole ma anche da qualche nuvola.
A valle invece la coltre è uniformemente grigia, e mentre divoro una fetta di
torta al rifugio questa coltre si avvicina.
Bon deciso,
ciaone alta via, scendo. Sono al Rifugio Prudenzini, devo essere prudente. Zero voglia di rischiare un temporale o la pioggia a
2800-2900m, rocce scivolose, farmi male, bagnarmi, giocarmi i restanti giorni
di ferie. Scendo cercando di spicciarmi il più possibile: sembra che corrò
incontro al maltempo, che pirla. Gente che sale e mi chiede come mai scendo
già: "guardati intorno..".
All'Albergo
Stella Alpina metto piede sull'asfalto senza aver preso una goccia d'acqua,
ottimo. E ora? 17km mi separano dalla stazione di Cedegolo. 4 me li faccio a
piedi, ma giunto a Saviore all'Adamello giunge il tempo del pollice alto: autostop! Trovo un primo
passaggio fino a Cevo, poi ricomincio, e dopo un paio di km mi da un passaggio
un ragazzo addirittura fino a Capo di Ponte.
Qui il sole
splende, ma lassù molto meno. Ho fatto bene. Avviso chi di dovere, e mi preparo
alla fase logistica di: prendere il treno, tornare all'auto, cambiarmi, andare
in piscina a Edolo
per nuotare un pochetto e far la doccia, lavanderia self service, acquisti
vari, asciugatura vestiti lavati, e via verso la Val di Sole!
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