domenica 12 agosto 2018

Vacanza Vagabonda 2/9: Alta Via Adamello, dal Rifugio Città di Lissone al Prudenzini e poi fuga in autostop

Il gestore del  Rifugio Città di Lissone è gentilissimo, si sveglia anche lui a farmi la colazione. Non ho molta voglia, e infatti sono lento a prepararmi: finisce che non mi serve più nemmeno la frontale. Mi avvio con poche speranze di concludere l'Alta Via dell' Adamello, ma con la promesso di tornarci. Mi addentro nella Valle Adamè col classico vento sferzante.. 

E dopo poco mi raggiunge Giuseppe esordendo con un "data la tua età dovresti volare!", e già si presenta male. E invece è un altro esempio di vita. Stamattina è salito al Lissone, e ora prosegue un po': è sotto un (altro) ciclo di chemio, ma prima dei prossimi esami che lo terranno a digiuno per 4 giorni vuole continuare a fare ciò che gli piace. Solo che arrivato alla Baita Adamè dovrà tornare indietro perchè deve andare ad assistere sua madre anziana. Ah, dimenticavo, ha quasi 70 anni. Quando pensate che la vostra vita sia una merda, pensate a persone come questa. 

La lunga valle Adamè, acquitrinosa, e danzando sulle pietre un piede finisce in fallo e dentro nel fango fino alla caviglia. Partiamo bene. Cartello, bivio per la salita al Passo Poia. Salitona, tipico passo adamellico per passare da una valle all'altra, e ce ne sono tante di valli da passare. Pietroni, tratti attrezzati, esposti. Uno stambecco che mi guarda interrogativo: e che resta a guardarmi per minuti! 

Il sole arriva a scaldarmi, ma c'è poco da sedersi sugli allori. Discesa tecnica, col ginocchio che duole (in salita vado a gonfie vele invece) e la mente che si sta decidendo che sia meglio evitare di proseguire oltre: magari arrivo al Rifugio Gnutti, ma poi meglio scendere che tanto visto il meteo e il ginocchio il giro non riesco a chiuderlo tutto, e comunque ho ancora 7 giorni davanti, giorni che non vorrei passare a "letto" dolorante e stanco. 

Scendo svelto vero il Rifugio Prudenzini, dentro la Val Salarno: altra bella valle, erbosa e acquosa ma che poi si chiude su giganti di granito. Giganti solleticati dal sole ma anche da qualche nuvola. A valle invece la coltre è uniformemente grigia, e mentre divoro una fetta di torta al rifugio questa coltre si avvicina. 

Bon deciso, ciaone alta via, scendo. Sono al Rifugio Prudenzini, devo essere prudente. Zero voglia di rischiare un temporale o la pioggia a 2800-2900m, rocce scivolose, farmi male, bagnarmi, giocarmi i restanti giorni di ferie. Scendo cercando di spicciarmi il più possibile: sembra che corrò incontro al maltempo, che pirla. Gente che sale e mi chiede come mai scendo già: "guardati intorno..". 

All'Albergo Stella Alpina metto piede sull'asfalto senza aver preso una goccia d'acqua, ottimo. E ora? 17km mi separano dalla stazione di Cedegolo. 4 me li faccio a piedi, ma giunto a Saviore all'Adamello giunge il tempo del pollice alto: autostop! Trovo un primo passaggio fino a Cevo, poi ricomincio, e dopo un paio di km mi da un passaggio un ragazzo addirittura fino a Capo di Ponte.

Qui il sole splende, ma lassù molto meno. Ho fatto bene. Avviso chi di dovere, e mi preparo alla fase logistica di: prendere il treno, tornare all'auto, cambiarmi, andare in piscina a Edolo per nuotare un pochetto e far la doccia, lavanderia self service, acquisti vari, asciugatura vestiti lavati, e via verso la Val di Sole!

Qui altre foto.

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