Voglia di
esplorare una valle conosciuta solo in un caso in inverno, e magari avventurarmi su quella cresta
che la domina. Non sapere bene quanto dislivello, quanto tempo ci vorrà, ma
solo prendersi su e partire. Bello partire così a volte: va dove ti portano le
gambe, e finchè regge il meteo.. (E invece no pirla! Ci sono già stato! Memoria corta..)
Da Pozza di
Fassa salgo fino quasi a Malga Crocifisso: va bene tutto, ma almeno un po' di
asfalto toglietemelo.. Passo deciso nel fresco del bosco, umido per le piogge
di ieri sera e stanotte (come si dormiva bene in macchina col ticchettio della
pioggia!). La povera vecchia Baita Monzoni bruciata, e poco più su la nuova Baita Monzoni alta.
Proseguo,
senza ancora vedere la mia meta. Tira la pendenza della forestale, ci si riposa
poco, e continuare a non vedere la meta la rende ancora più lontana. Incontro
un appostamento di adulti e bambini con binocoli professionali: passo e saluto
sottovoce per non disturbare ciò che guardano (ma cosa?!). Eccola la bandiera
del Rifugio Vallaccia!
Avanti
tutta, ora in spazio aperto e con vista sulla Cresta dei Monzoni che vorrei
percorrere dopo.. Ma prima Cima Undici, dalla quale scende un altro trail
runner mentre io salgo. Cima iper panoramica, merita una sosta a fare un po' di
foto.
Dovrebbe
esserci un sentiero che rimanendo in cresta porta alla Forcella Vallaccia: seguo la
traccia, e con la dovuta attenzione arrivo alla forcella. Avevo pure pensato di
salire per il Bivacco Zeni
e poi di qua, ma ho fatto bene ad evitare.. Proseguo verso un'altra forcella,
dalla quale si sale poi a Cima Vallaccia.
Il cielo non
è limpido, ma nemmeno carico di nuvole: è piuttosto una situazione di cielo
timidamente coperto che mi nasconde il sole. Cosa positiva per dopo, ma adesso
un po' di calduccio lo gradirei.. Scendo per tornare alla sella dalla quale
parte il Sentiero Federspiel, ovvero la Cresta dei Monzoni. Sentiero attrezzato, con passaggi
esposti: ce la faccio a percorrerlo in assetto trail?
Carico di
dubbi, mi incammino. Al massimo torno indietro, di tempo ne ho a disposizione.
Beh, che dire, spettacolo. Un bel sentiero in cresta, panoramico su tutte le
Dolomiti che mi stanno intorno: Catinaccio, Sassolungo, Sella, Marmolada, Pale
di San Martino, Lagorai. Dietro anche Cima d'Asta, e un po' annuvolati il Pelmo
e il Civetta. Cammino e corro a fil di cielo, in salita sembra davvero che la
meta sia l'azzurro.
Qualche
salita che spezza il fiato, ma va sempre bene per farsene ancora di più! Il
fiato e la gamba servono sempre. Qualche tratto attrezzato facile, più che
altro dei corri mano, ma anche uno con gradini che scendono quasi a strapiombo.
Beh, son qua, balliamo, giochiamo, andiamo..
Geologicamente
interessante. Oltre alle tipiche rocce della zona, pure delle vulcaniche e del
granito stile Adamello! E spiritualmente raccapricciante: postazioni di guerra,
spazi angusti e stretti nei quali i militari erano costretti a passare,
trasportare, passare giorni e notti in estate e inverno. Che schifo la guerra.
Guardo
l'orologio e il cielo, sono fiducioso che al Rifugio Passo delle Selle arrivo senza
problemi. E infatti eccomi. Sosta cibo cercando riparo dal vento, offerto da un
piccolo monumento con tanto filo spinato: che schifo la guerra. Il sentiero
Bepi Zac è troppo per l'assetto da trail, scendo giù che oggi ne ho da fare
(lavanderia e negozi).
A capofitto
verso il Rifugio Taramelli, e poi a ricongiungermi alla Baita Monzoni Alta. Segni evidenti degli
smottamenti delle piogge dei giorni e mesi precedenti, sentieri mezzi
cancellati con passaggi alternativi: e andrà sempre peggio in futuro..
Pallossisimo
asfalto per guadagnare la macchina, il cibo, e..un bagnetto nel ruscello
fresco! Gran bel giro oggi, senza pretese e senza obiettivi troppo stringenti.
Libertà.
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