mercoledì 15 agosto 2018

Vacanza Vagabonda 5/9: via Kasnapoff alla Seconda Torre del Sella


E dopo qualche giorno trascorso da solo o quasi, eccolo che arriva: Giorgio. Alla carica, voglioso di arrampicare, con ancora quella salita tanto agognata ma che temo e che vorrei tentare se e solo se tutte le altre condizioni fossero favorevoli. E non mi pare lo siano. E allora vada per fare qualcosa in zona Passo Sella

Solo che il ragazzo ne ha un'altra di salita coi controcoglioni: la via Harrer a Punta Grohmann. Già la salita non è uno scherzo, la discesa mi pare pure lei complicata. Ma va bene, andiamo a vedere com'è, il grado dovrebbe essere abbordabile, speriamo si trovi bene la via. Via lunga, si parte presto. E presto vuol dire che il sole deve ancora sorgere, il vento e freddo possono impossessarsi di noi. 

Si passa vicino al Rifugio Valentini e si continua, e intanto scorgiamo un'altra cordata più avanti di noi: ah però! Sulla cresta che si affaccia sulla Val di Fassa il panorama è grandioso, e ora che il sole illumina e colora tutto, la giornata inizia a sorridere di più. Saliamo verso lo spigolo est e poi scendiamo per andare a cercare l'attacco alla base della parete sud. 

Che parete ragazzi, alzi gli occhi e ne manca prima di intravedere la fine. Dopo un po' di titubanze su dove sia l'attacco, decidiamo sia questo con un chiodo. Ma, dall'alto, scendono già pietre: quei due che abbiamo visto stanno salendo la Dimai, e sono ben più in alto di noi e poco delicati pare. Schiantati contro la parete a cercare riparo. Inizio a esser poco convinto. Giorgio parte, sale svelto: la difficoltà dei primi tiri sono trovare la via giusta. Altri sassi. "Giorgio? Sei sicuro?", io sarei già scappato a gambe levate, me lo ricordo bene il Pizzo d'Uccello. Poi la situazione pare calmarsi, inizio a salire anche io, ma verso la fine del tiro si sentono dei bei fischioni, arrivo in sosta e la decisione e unanime: "Giù!". Abbandono di cordino e si scappa, pure allacciarsi le scarpe alla base della via è pericoloso. Ma che cavolo! 

Diventa una gioia tornare al sole sull'erba (la parete seppure a sud era ancora bella all'ombra, angusta, cupa). Un po' meno trovarsi nel bordello della gente che sale ovunque, urla, scalpita, dimostra di non capire un cavolo di dove si trovi, perchè e come. Vabbeh, misantropia portami via. 

Ma ora che fare? Su cosa ripieghiamo? La Kasnapoff alla Seconda Torre del Sella la guardiamo entrambi da tempo, solo che la sua recente notorietà l'ha resa piuttosto affollata in genere. Ma ormia che siamo qui, e con poche idee, andiamo a vedere che dice, se c'è coda o meno. In fondo, Giorgio ha pure già stampato le relazioni.. 

Gente ce ne è, che già sale avanti, e una cordata alla base. Ci lasciano passare perchè gli sembriamo più pronti di loro: se ne pentiranno. Dopo la metà ci raggiungono e gli tocca mettersi ad aspettare chi abbiamo davanti, e anche noi ovviamente. Prima è partito Giorgio, ora parto io. 

Da un'occhiata veloce mi pareva il primo tiro fosse tutto di III. E se così fosse sarebbe una batosta mica da ridere questa fessura e muro verticale che tanto mi impegna. Per fortuna quando arriva il mio amico mi dice che era IV, e che anche lui ha fatto fatica. 

Le cordate davanti a noi ci indicano la strada, anche se una delle lezioni base sarebbe quella di non seguire a gregge chi sta davanti ma metterci del proprio. Saliamo disinvolti, data l'asperità della parete precedente, qui ci si sente più tranquilli, e sbagliamo.. E intanto vola giù pure un friends a Giorgio, mentre mi maledice perchè io gli metto il moschettone mentre lui li infila nel porta materiali. Adieu BD blu del 3.. 

Fino alla quinta lunghezza (Bernardi), la rampa tutto fila piuttosto liscio. Sì, siamo leggermente in coda e aspettiamo la cordata davanti a noi, ma tutto va ancora piuttosto bene: ovvio vorrei essere fuori al più presto dato il cielo non proprio sereno. Siamo sempre all'ombra e abbiamo pure freddo.. 

Ma qui mi sa che stiamo iniziando a sbisciolare un po' per la parete.. Ormai a ogni sosta raggiungiamo Cecilia a Annalisa, mentre il loro capocordata è già avanti. E complice il fatto che non possiamo passargli sopra, ci "fidiamo" delle loro soste e le raggiungiamo ogni volta. 

Arrivo a sostare (la nostra settima sosta) probabilmente troppo avanti rispetto a quanto indicato dallo schizzo (Bernardi), finendo nella nicchia che starebbe a metà del tiro: ma oramai sono qui.. Meglio, così Giorgio ha il passo chiave di IV+ subito alla partenza. 

Studiando bene la situazione, e come si sono mosse le ragazze prima, il mio amico passa e sale..poi..il dramma: va troppo a destra. Col senno di poi, guardando lo schizzo è chiaro che abbiamo sbagliato: ma seguendo gli altri, e vedendo che la sosta è in mezzo a due spigoli, sembrava giusto. Peccato che uno spigolo lo avessimo già passato, e quindi non ci fosse da superare anche l'altro. 

Fatto sta che ci ritroviamo su una piazzola nemmeno troppo scomoda ma con una sosta non proprio bella. In quattro, visto che io ci arrivo quando il capocordata davanti è già andato e con Giorgio che mi dice "ora sono tutti cazzi tuoi": vedo un boulder. 

Prova a partire Annalisa, ma già vedo che il ragazzo davanti ha fatto un tirone lungo con la corda che gli tirava tantissimo. Prova ma non passa, "vola" un po' di volte su questa sosta non esemplare..no good. Cecilia le offre la schiena, ma Annalisa è entrata un po' nel panico: ci sta, questo passaggio non è di certo un IV (lo daremo di VI).

Chiedo e ottengo di passare avanti, così riusciamo a spostarsi su una sosta migliore, sovraccaricare meno questa, e magari riesco a dare una mano a parancare le due malcapitate. Sempre che io riesca a salire però.. Non ci provo nemmeno mezza volta: la combriccola è ilare, con le due ragazze abbiamo già scherzato parecchio nei tiri prima, e ora paventiamo l'alpinismo di una volta, quello delle scale umane.

"Cecilia ci conosciamo da nemmeno un paio d'ore, ma se mi offri la tua schiena, la uso volentieri". Detto fatto, anche se in tutta onestà la uso pure poco: partire non è facile, ma il piede la lo devo spostare se voglio salire. E salgo. Bene, il più è fatto. Ehnno! Proseguo seguendo la corda di chi mi sta davanti (ha urlato di esser tornato in via).

Traverso ascendente verso sinistra, rari chiodi e difficile possibilità di proteggersi: parecchia corda "fuori", cosa non positiva nemmeno per il mio amico padre di famiglia. Ma sono fiducioso di potercela fare, anche se sento le corde che iniziano a tirare. Chiamo il ragazzo per sentire dove sia, è vicino, devo solo salire un altro..cazzo non vengono le corde, e non sono su del III.

Tira come un matto, tienile in mano, cerca di salire, eccolo ed ecco la sosta! Ma da me a lui ci separano 4m di ghiaina su terreno appoggiato: io non riesco a salire con la corda così bloccata. Se scivolo m'ammazzo e tiro giù un fracco di pietre "Mi passi una corda che mi isso?", e così riesco a salire mezzo parancato. La sosta non è poi bellissima manco questa, lavorano quasi solo i friends..

Piazzola larga e comoda. Corda bloccata, fatica immane per recuperare, mi tocca fare il paranco. Manovre da CAI, risate a non finire, ma due braccia ghisate come non mai. Piano piano ci ricompattiamo tutti e tiriamo un sospiro di sollievo. Ora la cima pare vicina e le difficoltà blande. Poveretto il tedesco che ci ha fatto passare alla base e che ora attende a ogni sosta il suo turno vedendo quanto siamo brocchi.. 

Due tiri e siamo in cima. Due tiri spensierati dopo le fatiche precedenti e la paura del "dove diavolo siamo finiti?!". Meno male doveva essere un ripiego: non è stata mica banale! Almeno la discesa lo sarà, se mi ricordo bene

Di nuovo tutti insieme in cima, a ridere e scherzare e mangiare qualcosa. Mi pareva tutti avessimo comunque fretta visto il cielo, quindi dopo poco io e Giorgio ci avviamo per scendere verso la prima doppia, convinti che ci avrebbero seguito. E invece a malincuore i due toscani e la modenese restano indietro: niente birretta insieme ahime.. 

La discesa è un po' tortuosa, qualche doppia per evitare di disarrampicare del II grado esposto. Meno male siamo tra gli ultimi a scendere, così nessuno ci lancia pietre in testa, che io sono già abbastanza traumatizzato dai fischi gravitazionali. 

Impossibile arrivare all'auto in tempo per poter scendere a prenderci la colazione per domani, toccherà fare coi biscotti che mi sono portato di scorta da casa. Ed è meglio mettere a posto la roba adesso, che dopo cena non ne avremmo voglia mezza: alla fine non abbiamo scalato la Punta Grohmann ma abbiamo trottato parecchio oggi. Una bella pizza ci sta, poi a nanna al nostro "chalet fiat".

Qui altre foto.
Qui qui report.
Relazioni a bizzeffe su web e su guide (Bernardi, IV grado, ...), ma come detto..tante varianti e soste intermedie e chiodi e protezioni sparse...

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