domenica 2 settembre 2012

Roccia sul mare, e noi sulla roccia e nel mare: Spigolo dei Chiavaresi

Tutta settimana che ci scambiamo mail speranzose ma già col sentore del “non facciamo un cazzo questo weekend”, e invece sabato sera dal ritorno dal giro in MTB una mail mi rivela che in quattro si tenta la Liguria o la Toscana, oh bene, questo sì che chiama fare i kamikaze! Visto il meteo.. Già, perché se prendi l’acqua in MTB, puoi anche continuare e finire tutto il giro, ma se sei in parete, due gocce ed è meglio filar via!

Ma non c’è niente da fare, quando Nicola organizza, qualche sorpresa c’è sempre. Siamo dopo Sestri Levante, vogliamo salire lo Spigolo dei Chiavaresi e falesie annesse, caratteristico e bello spigolo a picco sul mare, tantoché i primi spit son tali da fare avvicinamento in barca volendo. Ma noi la barca non l’abbiamo, perciò seguiamo la guida che parla di avvicinamento dagli scogli lato “Ligure”.
Curiosità alle stelle (io mi son già messo addosso il costume, spero riuscire a fare anche il bagno oggi!), e appena siamo vicini alle onde con la corda sulle spalle e l’imbraco in vita, non vediamo l’ora di attaccare. Ma questo avvicinamento non è una camminata tra gli scogli, un po’ di facile ma pur sempre esposta arrampicata in traverso, un tratto attrezzato con una corda che ha solo i trefoli, e poi..ma dove si passa adesso? E anche se superiamo questo, la dove si va? Sembra un po’ franato.. lo sconforto ci abbatte, che mezze seghe, torniamo indietro con le pive nel sacco..
Da notare un passaggino infido. Infido per via delle onde, perché se becchi quela sbagliata, il suo infrangersi sugli scogli come minimo ti bagna con gli schizzi fino al ginocchio. Tutti a studiare le onde, aspettando quella giusta, che a differenza dei surfisti è quella più bassa! Solo uno di noi si bagna, indovinare chi..
Beh, proviamo a vedere se ci si arriva dall’alto, superiamo la seconda galleria e vediamo di la. Toh, dei bolli blu, magari è la volta buona, magari di qui si va. Cammina saltellando tra gli scogli, ma lo spigolo da questo lato è bello lontano. Finiscono i bolli, scaliamo un po questo canale, ma adesso? Qui è peggio che di la.. Ma vaffa. “Ragazzi, ma voi volevate arrampicare oggi? Io ho portato il costume”.
Altre pive nel sacco, allora continuiamo con queste gallerie (che ci fan perdere mezzora ogni volta) e andiamo alla ricerca delle falesie di Moneglia. L’idea è: proviamo quei 5b corti, per capire come è gradata la falesia, poi se sono umani questi gradi ci caliamo sul Paretone di Moneglia e facciamo quella via di tre tiri. Il tutto per non rischiare di calarsi e poi scoprire che quel 5c dell’uscita è un 6c di Stallavena, allora sì che avremmo solo il ritorno a nuoto come possibile..
La mezzora di avvicinamento è prima una salita poi una repentina discesa verso il mare, dove le pareti danno a picco. Cerchiamo in giro, e ben presto capiamo che il solo modo per accedere ai settori della falesia è la calata in doppia, e di conseguenza l’unico modo per uscire dalla falesia è farsi la via che finisce col 5c. Azzo! Ma ormai siam qui, abbiamo già troppe pive, quindi attrezziamo una sosta di calata dove siamo, due cordate indipendenti per fare almeno da secondi il tiro che sta sotto. “Speriamo che quella sosta sia su una roccia, non su un sasso nella terra”.
Arenaria spettacolare, continuamente erosa dai venti e dal sale, perciò bella grippante, altro che Pietra! Tiro carino, 5c ben abbordabile direi, spittato bene. Si potrebbe scendere e farla tutta, ma se poi piove siamo fregati. Allora, dopo esserci fatti a turno questo tiro e quello a fianco, si ritorno all’attacco dello Spigolo dello Chiavaresi, “l’acceso deve per forza essere il primo che abbiamo provato, bisogna solo avere più coraggio!”
Riparcheggiamo, adesso siamo determinati, agguerriti, con una corda in più per attrezzare una fissa nel caso in quel traverso che non abbiamo provato prima, al ritorno ci trovassimo in difficoltà. Daimo su! La prima parte ormai la conosciamo, ma esser così vicini all’acqua del mare per praticare uno sport che ho sempre e solo vissuto (beh, escluso “chi vuol esser lieto” sia al Muzzerone) ben lontano dalla salsedine, è un’emozione. E giungiamo al punto dell’abbandono di poche ore fa. Bah, si poteva superare qui agilmente. Evvai, ci si avvicina.
Arriviamo al traverso.. finito il traverso adesso notiamo una cengia che dovrebbe condurre agevolmente alla parete. Su questa parete invece notiamo un po’ di spit. Nicola parte indomito, inizia a metter giù rinvii e farci scorrere la corda che sarà la nostra fissa. E adesso iniziamo a temere di non avere abbastanza rinvii! Sarebbe la beffa! Il tratto è divertente, facile ma sempre esposto, e i traversi in arrampicata anche se facili sono sempre ostici.
Nicola sta la, dove voltando l’angolo dovrebbe stare la parete dello spigolo. Ci arriviamo tutti, e invece per arrivare alla parete dello spigolo c’è da traversare ancora un po’ disarrampicando, poi saltare sulla lama dove giace la parete dello spigolo (che è letteralmente staccata dal resto!). Vado io, galvanizzato e ringalluzzito dal profumo di vittoria. Per passare da questa parete all’altra devo usare delle posizioni che nemmeno in palestra ho mai visto, ma si va. Ed eccomi, che figata.
Il colpo d’occhio è spettacolare, guardo alla mia destra e oltre allo scivolo di roccia c’è solo il mare, che con le sue onde si infrange sotto i miei piedi. Che acqua pulita! Potrei lanciarmi giù.. Gianluca, da capocordata con Roberto, mi raggiunge e supera per andare al vero attacco dello spigolo (c’è da traversare ancora); arriva Nicola, legato con me che va avanti. Arriva all’attacco, lo supera, inizia a salire. Si ferma verso metà e mi chiede “vuoi che faccio sosta, vuoi finire te il tiro?” “Nicola, vai tranquillo, ho fatto i Lyskamm io!”, traversata che lui mi invidia un sacco, perciò mi manda a cagare e prosegue.
In cima il mio compagno di cordata si prende un caffè, fa qualche foto, ordina una pizza e si legge un libro. Poi finalmente mi da l’ok per partire, io che sono strepitante, che dopo i due spigoli (qui e qui) di quest’estate nutro un amore sconfinato verso questo tipo di itinerari di arrampicata.
Che bello, che strano. Ci siamo smazzolati tutta questa strada per un tiro da secondi a Moneglia, un avvicinamento alpinisticamente marino e un monotiro di spigolo a picco sul mare. Forse un po’ pochino come quantità, ma come qualità no!
Tutti in cima, foto e via giù in doppia a riprendere la corda fissa, ritraversare, risaltare sugli scogli, ritraversare la corda senza calza, risaltare sugli scogli sperando che le onde non ci faccino il bagno, e infine arrivare all’auto. Bella li, stretta di mano generale, l’abbiam messo nel sacco lo Spigolo dei Chiavaresi!
E come speravo la giornata finisce con un bagnetto (non di pioggia, di quella solo qualche goccia dopo la doppia), primo e ultimo dell’anno per me, giunto ormai insperato. Acqua calda e fuori nuvoloso, si sta da re! Ci guardiamo in faccia: da tornarci in questa zona, da ripetere l’arrampicata sull’acqua! (in realtà, la giornata finisce con la birrozza made in casa Roberto..)

Qui altre foto.
Qui le foto di Nicola.
Qui report.

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