domenica 11 maggio 2014

Seconda Uscita Corso A1: Cresta del Monte Castello di Gaino

Dopo ben tre due ore e mezza di comoda dormita sui sedili posteriori (ma stanotte non potevo resistere a questo), è giunta l’ora: 5e30, si parte per una giornata potenzialmente davvero lunga, la cresta integrale del Monte castello di Gaino, col corso A1 2014 del CAI di Carpi.. 
Toccò anche a me percorrerla nel lontano 2010 come corsista, in cordata con Monica (amica di altre arrampicate e boulder, perciò un primo di cordata con cui c’era già un po’ di feeling): e la ricordo come lunga, estenuante, facile, e..calda. Quanto caldo patimmo quella volta. Non voglio farmi fregare, oggi con me ho 2litri di acqua! Berrò il primo sorso in cima..
In realtà oggi c’è il rischio di prendere l’acqua, altro che sole: bisognerà correre a un certo punto col temporale che incombe e le prime gocce d’acqua sul calcare. Ma ottimo calcare, da tagliarsi! Comunque l’orario di partenza presto è stato volto anche a questo, e dopo una colazione alla pasticceria (che fame) arriviamo al parcheggio, e lo troviamo pieno.
Nooo, ma come! Tasto i motori delle auto, sono ancora caldi. Speriamo siano in falesia, ci illudiamo di questa speranza, e dopo aver raccolto le corde e i corsisti arriviamo a scoprire che davanti a noi c’è un corso di 13 cordate. Giornata lunga si prospetta. Questo affollamento combinato alle previsioni di pioggia nel pomeriggio ci cambiano i piani, e spingono il gruppo B a salire già alla metà superiore per sentiero.
Un po’ di ripasso lo sbrigo già in avvicinamento, al resto pensa Gianluca alla base della parete, mentre filo le corde e mi preparo, che non voglio rimanere imbottigliato nel traffico. Anche noi siamo 12 cordate.. Pronti via, 8e30, a destra della partenza originale, per dividerci un po’ e, lo ammetto, provare un po’ di brio (da sotto sembrava comunque più facile). Tempo nuvoloso, Pizzoccolo con già il cappello, ma non sembra minaccioso.
Primo tiro tutto spittato, infatti finiamo sulla catena di una via, almeno siamo una bella e salda cengia: ci siamo già io e Mirko, tra un po’ arrivano i nostri quattro secondi (Dario e Fiorella con Mirko e Federico e Laura con me), e poi Gianluca con Enrico eCristian. Adesso viene la parte più didattica, bisogna proteggersi con quel che si trova, e la roccia qui è talmente lavorata che si trova parecchio, non c’è da temere: clessidre, spuntoni, alberi, fessure.
Intanto alla nostra sinistra scorrono Ivan con Annalisa e Alessandro, e Davide con Anna e Stefano. Venire a rifare questa cresta mi faceva molto piacere, è didattica anche per me e soprattutto ripeterla con un’ottica diversa mi interessava. Poi è lunga. Anche a dire il vero, mi è rimasta la voglia di salirla di nuovo, ma stavolta con “pari” e percorrendo tutte le varianti che ci sono (V). Chissà quando riuscirò, anche perché ormai si va verso la stagione in cui su questo itinerario fai la fine dell’uovo alla piastra..
Seconda sosta, forse ora si potrebbe iniziare con la conserva, ma chissà se i tiri della relazione sono stati davvero rispettati.. Non rischiamo, un tiro in più e poi vedremo. Le corde tra le varie cordate iniziano ad attorcigliarsi, sposta quel rinvio, rimetti la corda, cala un po’, inizia a essere il caos, ma è normale, siamo a un corso ed è il loro primo impatto con questo tipo di tracciati.
Terza sosta, volevo salire un altro po’, ma temo non arrivarci con le corde. E ora possiamo anche partire con della conserva, che le difficoltà calano drasticamente, finchè non si prendono varianti. Qualche difficoltà a ricordarsi come si fa la bambola, e..urca quanto pesa la bambola di due mezze corde sul groppone.
Si parte, giù qualche cordino ogni tanto, e osservo chi sta alla nostra sinistra, chi sta sopra e sotto di noi, e un po’ di Lago di Garda. A volte questa cresta regala la possibilità di vedere i propri secondi li sotto all’improvviso, con la linea di salita che si snoda tra le rocce, in basso e in alto, tra un po di bosco adesso e il calcare. Tutto ciò crea anche la possibilità di belle foto.
Superata la sella del non ritorno (il capo disse “ se non ci arrivate entro le 13, tornate giù”) possiamo procedere per la cresta integrale, il tempo dovrebbe esserci. Quello dell’orologio almeno, perché il meteo volge sempre più al peggio e fa dubitare. Ma la roccia qui non è estrema, anche se piove si dovrebbe salire senza scivolare.
Qualche passettino cerco di non toglieremo, insomma un po’ di divertimento anche per noi, e poi Laura e Federico mi pare se la cavino ad arrampicare: basta che non mi portino giù! Anche per questo mi tengo le scarpette, meglio non rischiare a un corso. Ad esempio una bella placca superappogiata ma che per la sua lisciosità la rende temibile, oppure più su un tratto verticale ma molto molto lavorato, e pure protetto. Altrove, si aggira per il bosco.
Toh, ecco il gruppo B, o almeno una parte, Nicola con Mirco e Stefano, Alfredo con Marco e Stefano, e Marco con Elena e Stefano. Roberto con Lorenzo e Davide, e Fabio con Luca e Marco sono già più avanti. Qualche goccia rende titubante la progressione, ma da dove ormai siamo valuto che la discesa potrebbe essere difficoltosa (già salendo si smuove il mondo di sassi e pietrisco), poi ormai manca poco e roba facile, la corda potrebbe aggrovigliarsi in mezzo agli alberi in fase di recupero.. Proviamo ad andare avanti. 
Ma Nicola, dai, con l’impermeabile giallo?! Ma allora vuoi che tiri fuori l’ombrello? Intanto il Pizzocollo oltre al cappello ha messo anche la sciarpa, ma noi continuiamo a vagare in mezzo a torrioni di calcare grigio e tagliente.
Si scollina ed ecco la croce! Bene, ormai ci siamo..circa. La parte “orizzontale” è comunque lunghina, e ancora con qualche passo, ma tanto le mie fedeli Mythos sono comode. Anche questo tratto concede delle foto, sia a chi ci sta davanti, che ai miei secondi. E alla croce vediamo un po’ di gente che ci aspetta.
Ultimi passi di arrampicata, ed eccoci! Ehi, non è neppure tanto tardi, “appena” le 15, insomma per un corso è un bel tempo! Contando 1h di discesa, 1h di rifocillo, arrivo a casa in tempi perfetti, anzi in anticipo! Ce la prendiamo comunque con calma, finalmente bevo e mangio qualcosa, altro che due litri di acqua. Aspettiamo Davide che dovrebbe essere l’ultima cordata (Marco e Alfredo mi han detto che scendevano) poi possiamo andare. Anche perché inizia a piovere!
Per fortuna le gocce durano poco, ma abbastanza da farci vestire. E come al solito la discesa è da perdersi, anche io ricordo ai miei tempi con Monica, mille peripezie a scendere e un giro in tonda della madonna. Partiamo già sbagliando, poi la imbrocchiamo bene, ma proseguendo occorre gestire una smarrita nei boschi del Garda! Tutto bene quel che finisce bene, lei per fortuna è avvezza alle passeggiate nel bosco e per nulla spaventata.
Meglio stare belli compatti adesso, non disgreghiamo il gruppo. E così eccoci al parcheggio, l’altra metà del corso sarà già a sorseggiare birra e mangiare. Di sicuro, perché arriviamo all’auto e io e Nicola troviamo il baule in uno stato che rende benissimo l’idea di cosa sia accaduto quando Gianluca, Roberto e Mirko sono arrivati: buttato tutto dentro alla rinfusa e corsi verso l’agriturismo.
Ci arriviamo anche noi e scopriamo al sorpresa di tre torte preparate dalle ragazze, ottime, ma non basta, ho una fame.. Alfredo e Marco non ci sono, scopriremo essere poi tornati a salire, li aspettiamo, e il lasco di tempo che avevo si assottiglia sempre più. Arrivano e allora possiamo partire, ma non prima di un gentile brindisi organizzato dai corsisti. Piacevole.
Non facciamo in tempo ad arrivare alla macchina che tira un vento che piega gli alberi, gocce grosse come pugni. Per strada troveremo grandine, pioggia, vento, arcobaleni fino a Verona! Che nube temporalesca gigante! Ma io ben prima di entrare in autostrada, crollo con Morfeo.

Qui altre foto (a quantità di foto raccolte è esorbitante, perciò ho inserito solo le mie.
Qui video di Nicola.

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