Dopo ben tre due ore e mezza di comoda dormita sui sedili posteriori
(ma stanotte non potevo resistere a questo), è giunta l’ora: 5e30, si parte per una giornata
potenzialmente davvero lunga, la cresta integrale del Monte castello di Gaino, col corso A1 2014 del CAI di Carpi..
Toccò anche
a me percorrerla nel lontano 2010 come corsista, in cordata con Monica (amica
di altre arrampicate e boulder, perciò un primo di cordata con cui c’era già un
po’ di feeling): e la ricordo come lunga, estenuante, facile, e..calda. Quanto
caldo patimmo quella volta. Non voglio farmi fregare, oggi con me ho 2litri di
acqua! Berrò il primo sorso in cima..
In realtà
oggi c’è il rischio di prendere l’acqua, altro che sole: bisognerà correre a un
certo punto col temporale che incombe e le prime gocce d’acqua sul calcare. Ma
ottimo calcare, da tagliarsi! Comunque l’orario di partenza presto è stato
volto anche a questo, e dopo una colazione alla pasticceria (che fame)
arriviamo al parcheggio, e lo troviamo pieno.
Nooo, ma
come! Tasto i motori delle auto, sono ancora caldi. Speriamo siano in falesia,
ci illudiamo di questa speranza, e dopo aver raccolto le corde e i corsisti
arriviamo a scoprire che davanti a noi c’è un corso di 13 cordate. Giornata
lunga si prospetta. Questo affollamento combinato alle previsioni di pioggia
nel pomeriggio ci cambiano i piani, e spingono il gruppo B a salire già alla
metà superiore per sentiero.
Un po’ di
ripasso lo sbrigo già in avvicinamento, al resto pensa Gianluca alla base della
parete, mentre filo le corde e mi preparo, che non voglio rimanere
imbottigliato nel traffico. Anche noi siamo 12 cordate.. Pronti via, 8e30, a
destra della partenza originale, per dividerci un po’ e, lo ammetto, provare un
po’ di brio (da sotto sembrava comunque più facile). Tempo nuvoloso, Pizzoccolo
con già il cappello, ma non sembra minaccioso.
Primo tiro tutto spittato, infatti finiamo sulla catena di una via,
almeno siamo una bella e salda cengia: ci siamo già io e Mirko, tra un po’
arrivano i nostri quattro
secondi (Dario e Fiorella con Mirko e Federico e Laura con me), e poi Gianluca con Enrico eCristian. Adesso viene la parte più didattica, bisogna proteggersi con quel che
si trova, e la roccia qui è talmente lavorata che si trova parecchio, non c’è
da temere: clessidre, spuntoni, alberi, fessure.
Intanto alla
nostra sinistra scorrono
Ivan con Annalisa e Alessandro, e
Davide con
Anna e Stefano. Venire a rifare questa
cresta mi faceva molto piacere, è didattica anche per me e soprattutto
ripeterla con un’ottica diversa mi interessava. Poi è lunga. Anche a dire il
vero, mi è rimasta la voglia di salirla di nuovo, ma stavolta con “pari” e
percorrendo tutte le varianti che ci sono (V). Chissà quando riuscirò, anche
perché ormai si va verso la stagione in cui su questo itinerario fai la fine
dell’uovo alla piastra..
Seconda
sosta, forse ora si potrebbe iniziare con la conserva, ma chissà se i tiri
della relazione sono stati davvero rispettati.. Non rischiamo, un tiro in più e
poi vedremo. Le corde tra le varie cordate iniziano ad attorcigliarsi, sposta
quel rinvio, rimetti la corda, cala un po’, inizia a essere il caos, ma è
normale, siamo a un corso ed è il loro primo impatto con questo tipo di
tracciati.
Terza sosta,
volevo salire un altro po’, ma temo non arrivarci con le corde. E ora possiamo
anche partire con della conserva, che le difficoltà calano drasticamente,
finchè non si prendono varianti. Qualche difficoltà a ricordarsi come si fa la
bambola, e..urca quanto pesa la bambola di due mezze corde sul groppone.
Si parte,
giù qualche cordino ogni tanto, e osservo chi sta alla nostra sinistra, chi sta
sopra e sotto di noi, e un po’ di Lago di Garda. A volte questa cresta regala
la possibilità di vedere i propri secondi li sotto all’improvviso, con la linea
di salita che si snoda tra le rocce, in basso e in alto, tra un po di bosco
adesso e il calcare. Tutto ciò crea anche la possibilità di belle foto.
Superata la
sella del non ritorno (il capo disse “ se non ci arrivate entro le 13, tornate
giù”) possiamo procedere per la cresta integrale, il tempo dovrebbe esserci.
Quello dell’orologio almeno, perché il meteo volge sempre più al peggio e fa
dubitare. Ma la roccia qui non è estrema, anche se piove si dovrebbe salire
senza scivolare.
Qualche
passettino cerco di non toglieremo, insomma un po’ di divertimento anche per
noi, e poi Laura e Federico mi pare se la cavino ad arrampicare: basta che non
mi portino giù! Anche per questo mi tengo le scarpette, meglio non rischiare a
un corso. Ad esempio una bella placca superappogiata ma che per la sua
lisciosità la rende temibile, oppure più su un tratto verticale ma molto molto
lavorato, e pure protetto. Altrove, si aggira per il bosco.
Toh, ecco il
gruppo B, o almeno una parte,
Nicola con
Mirco e Stefano, Alfredo con Marco e Stefano, e Marco
con Elena e Stefano. Roberto con Lorenzo e Davide, e Fabio con Luca e Marco
sono già più avanti. Qualche goccia rende titubante la progressione, ma da dove
ormai siamo valuto che la discesa potrebbe essere difficoltosa (già salendo si
smuove il mondo di sassi e pietrisco), poi ormai manca poco e roba facile, la
corda potrebbe aggrovigliarsi in mezzo agli alberi in fase di recupero..
Proviamo ad andare avanti.
Ma Nicola,
dai, con l’impermeabile giallo?! Ma allora vuoi che tiri fuori l’ombrello?
Intanto il Pizzocollo oltre al cappello ha messo anche la sciarpa, ma noi
continuiamo a vagare in mezzo a torrioni di calcare grigio e tagliente.
Si scollina
ed ecco la croce! Bene, ormai ci siamo..circa. La parte “orizzontale” è
comunque lunghina, e ancora con qualche passo, ma tanto le mie fedeli Mythos
sono comode. Anche questo tratto concede delle foto, sia a chi ci sta davanti,
che ai miei secondi. E alla croce vediamo un po’ di gente che ci aspetta.
Ultimi passi
di arrampicata, ed eccoci! Ehi, non è neppure tanto tardi, “appena” le 15,
insomma per un corso è un bel tempo! Contando 1h di discesa, 1h di rifocillo,
arrivo a casa in tempi perfetti, anzi in anticipo! Ce la prendiamo comunque con
calma, finalmente bevo e mangio qualcosa, altro che due litri di acqua. Aspettiamo
Davide che dovrebbe essere l’ultima cordata (Marco e Alfredo mi han detto che
scendevano) poi possiamo andare. Anche perché inizia a piovere!
Per fortuna
le gocce durano poco, ma abbastanza da farci vestire. E come al solito la
discesa è da perdersi, anche io ricordo ai miei tempi con Monica, mille
peripezie a scendere e un giro in tonda della madonna. Partiamo già sbagliando,
poi la imbrocchiamo bene, ma proseguendo occorre gestire una smarrita nei
boschi del Garda! Tutto bene quel che finisce bene, lei per fortuna è avvezza
alle passeggiate nel bosco e per nulla spaventata.
Meglio stare
belli compatti adesso, non disgreghiamo il gruppo. E così eccoci al parcheggio,
l’altra metà del corso sarà già a sorseggiare birra e mangiare. Di sicuro,
perché arriviamo all’auto e io e Nicola troviamo il baule in uno stato che
rende benissimo l’idea di cosa sia accaduto quando Gianluca, Roberto e Mirko
sono arrivati: buttato tutto dentro alla rinfusa e corsi verso l’agriturismo.
Ci arriviamo
anche noi e scopriamo al sorpresa di tre torte preparate dalle ragazze, ottime,
ma non basta, ho una fame.. Alfredo e Marco non ci sono, scopriremo essere poi
tornati a salire, li aspettiamo, e il lasco di tempo che avevo si assottiglia
sempre più. Arrivano e allora possiamo partire, ma non prima di un gentile
brindisi organizzato dai corsisti. Piacevole.
Non facciamo
in tempo ad arrivare alla macchina che tira un vento che piega gli alberi,
gocce grosse come pugni. Per strada troveremo grandine, pioggia, vento,
arcobaleni fino a Verona! Che nube temporalesca gigante! Ma io ben prima di
entrare in autostrada, crollo con Morfeo.
Qui altre
foto (a quantità di foto raccolte è esorbitante, perciò ho inserito solo le
mie.
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