Ci si trova senza ancora saper bene
dove andare: non è il migliore degli inizi, ma ne verrà fuori lo
stesso una spensierata giornata, una via plaisir e finalmente le
corde nuove! Siamo io,
Fiorella, Paolo e Ivan, destinazione Arco, il regno dalle migliaia di
vie, dove io ne conosco due o tre, ma gli altri ben di più per
fortuna. Parete di San Paolo, ma prima colazione aspettando il sole
inizi a scaldare.
En marche, ma in auto alla ricerca
visiva di dove sia la via sulla parete, è qui, è li, è la, una
semi peripezia per parcheggiare e finally, alle 9 ci mettiamo in
cammino, dopo che Fiorella ha fatto dodici giri andata ritorno
all'auto per cose dimenticate.. Sembra non iniziare mai questa
salita.
Parte Paolo che come al solito sgomita
per il parto io parti tu, vai te così non ci rompi l'anima, e dopo
Ivan salgo io con Fiorella che mi fa sicura. Primo tiro facile con
buoni appigli, e che regala un po' di sole che scalda bene, alla
sosta sotto non si stava così tiepidini.. Mentre osservo Ivan che
sale sul secondo tiro mi rendo conto che la relazione del libro e
quella su web sono un po' diverse.
Arriva Fiorella, che si appresta a
seguire le orme della cordata che ci precede, su un primo tratto
leggermente di forza e su un secondo un po' più di equilibrio,
sempre ben ammanigliato e piacevolmente al sole. La chiodatura scarsa
(ma sufficiente) permette di non rendere obbligata la salita, e così
ognuno segue un po' la via che crede, che
Alla seconda sosta ci permettiamo due
risate, ora che carburo la consueta allegria che mi porta questo
sport si inizia a far strada a mo di ariete nelle preoccupazioni
della vita quotidiana che pian piano scemano lontane dalla mia testa:
si scrive “alpinismo”, si legge “voglia di evadere”.
Sul terzo tiro si trova un passaggio un
po' da impegnarsi, di fiducia, e infatti ci resto un pochino a
riflettere sul come farsi: ma sono io che sono scarso e timoroso, si
fa si fa! Arrivo dopo una placchettina sotto un bel tetto, che mi
invoglia a provare: tasto un pochino ma non trovo belle manette,
forse non cerco abbastanza, tuttavia mi pare chiaro che in realtà la
via traversa verso destra, c'è un cordone, lo seguo e sbuco su una
rampa terrosa in vista di Paolo. Lui è salito dritto sul tetto, una
variante di VI.
Recupero Fiorella con sforzo immane
visti i giri che fa la corda, con Paolo che impreca a Ivan che sta
concatenando i prossimi due tiri. Paolo che dimenticherà un cordino
sull'albero che io crederò della via e che quindi resterà lì per i
prossimi passaggi. Fiorella segue le orme di Ivan concatenando anche
lei, io seguo cercando pure di complicarmi la vita su questi balzelli
rocciosi che intervallano una salita poco gratificante e vegetativa.
Poi vicino alla sosta il terreno si fa infido, alla faccia dei
blocchi instabili, un appoggio cede e rimedio qualche graffio, ma
fossi stato da primo..
Meno male Fiorella ha concatenato, così
mi becco il tiro più bello della via, prrr! (dai Fiorella
scherzo..). Si parte con uno strapiombo un po' da cercare, la prima
parte è una formazione rocciosa a blocchi che spuntano dalla
montagna come a voler scappare da essa. Poi la verticalità si
appiattisce, ma anche i blocchi che lasciano a una parete esposta e
aerea, ma sempre ben ammanigliata. Davvero carino.
Arrivo in sosta, da qui si potrebbe
uscire verso destra, ma esiste anche l'uscita diretta, che infatti
Ivan sta affrontando mentre recupero Fiorella. Ma che fatica che fa..
Mi concentro sulla mia seconda e sul farle qualche foto quando sbuca
dalla parte verticale. Poi vedo che parte Paolo, il suo primo aveva
già munto a dovere, ma quando vedo che anche lui usa i rinvii per
issarsi capisco che deve essere davvero duro quel diedro
strapiombante.
Arriva Fiorella, io non c' ho voglia di
salire da primo quel tiro, se vuoi farlo tu avanti. Ci pensa un
pochino, poi “dai, so che me ne pentirò ma ci provo”. Intanto
arrivano Paolo e Ivan a osservarla. Resting, azzero, lancio con
rinvio in mano a prendere lo spit al volo, ecc, ma supera quel tratto
che Paolo definirà un buon 6b, altro che VI (spittato comunque).
Brava Fiorella.
Eh, me tocca anche a me, dopo il freddo
patito in sosta (il sole era ben oscurato da un albero, accidenti).
Andiamo, al massimo azzero pure io, e infatti azzero a volontà,
troppo duro per le mie scarse capacità e per il freddo che mi è
venuto addosso. Mi appendo anche un attimo per fare qualche bella
foto però.
Eccoci fuori dalla via, tutti e
quattro, si beve e mangia qualcosa di veloce e poi giù. Ma verso sud
o verso nord? Discesa alpinistica o facile ma lunga? Alpinistica of
course, e tra cengie un po esposte, passaggi in mezzo a massi a mo di
camino, corde fisse su placche scivolose, si torna alla macchina per
terminare con un po' di shopping natalizio ad arco, due mezze corde
nuove ci volevano.
Qui la relazione seguita (quella sul
libro delle vie ad Arco è diversa).
Qui altre foto.
Qui report.
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