Continuiamo la spasmodica ricerca di
acqua solida da poter spicozzare e ramponare a modo, ma le nostre
speranze e i nostri sforzi non vengono ascoltati. Le previsioni sono
pessime, dovrebbe nevicare o piovere quasi dappertutto, e meno male,
così i miei amici abbandonano l’idea di fare roccia (non inusuale
in questo caldo gennaio) e di indirizzarsi su ghiaccio, che tanto
anche se nevica mica ti frega (se non hai rischio valanghe..).
Nicola incita Fiorella a picchiare duro
con quelle picche, Giorgio inizia la sua salita, e ben presto
Fiorella torna alla base calata da Nicola, che poi attrezza la doppia
e mentre si cala fa un bel reportage a Giorgio sul tratto verticale.
Ben presto la mia cordata si ricongiunge in sosta, e anche io adotto
la scelta di calare Giorgio per far prima.
Alle 3 ci si trova, compagnia insolita
oggi: io, Nicola, Mirko, Paolo, Giorgio, Fiorella. La colazione è
salva grazie al bar super imbandito che ci viene in mente sbranammo
anche l’anno passato prima della Val Paghera. Ma quanto piove.. Anche in alto.. No good.. Ok
avvicinamento e scalata sotto la neve, ma non sotto la pioggia.. Per
fortuna salendo ancora un po’ la pioggia diventa neve, fitta, e il
povero mezzo necessita delle catene.
Finalmente al parcheggio, non ancora
pronti, frontali accese..ma per poco, ormai un po’ di luce c’è,
e per risalire la pista non ci sono troppe difficoltà di
orientamento: anche se a metà qualche dubbio ci assale, ma siamo
sulla strada giusta! Infatti ancora qualche metro e spunta il pianoro
col lago. E in un momento di fugace vista, appaiono le cascate la in
fondo, poi scompaiono nelle nubi basse.
Oh fantastico, con la neve, gli alberi
vestiti dalla dama bianca, sembra quasi inverno. Peccato il lago non
sia per nulla ghiacciato, la neve bagnata fradicia, e non certo
abbondante! 10cm di fresca, a dir tanto. Montiamo su le ciaspole ,
cosi ci alleggeriamo la schiena, e poi più su serviranno. Un cagnone
esce a giocare con noi in mezzo alla neve, tra bestie ci si capisce.
Ma anche il cane resta sgomento di fronte a un bizzarro trenino.
Ci si incammina, sotto la neve un lago
d’acqua, a ogni passo la ciaspola scompare nell’acqua liquida e
lo scarpone la segue per un pezzo di tragitto. Che schifo..
Incredibilmente Nicola diventa il battitore traccia ufficiale, ma
siamo in piano e con 10cm di neve, gli piace vincere facile.
Ci si diverte a “forzare” lo
scarico della neve dai rami sopra le teste delle persone, e io che
volevo farlo al ritorno per non sentire le cazziate delle vittime
papabili. Ma il vero terrore non sono questi scherzi da infanti, il
vero terrore è che fa caldo. Salgo in maglietta, anche se nevica
niente giacca, morirei di caldo sotto, e tanto un cambio asciutto
nello zaino ce l’ho (ci ho visto lontano io!). Inverno che non
arriva.
La camminata è piacevole, ma la coltre
inizia a ispessirsi, e non resisto a non passare davanti a pestare il
manto immacolato, a voler scoprire in prima persona il prossimo
angolo che si nasconde dietro il pino. Si potrebbe dire che l’uscita
vale già questa ciaspolata nel bianco e nel selvaggio, mancava
dall’anno scorso qualcosa del genere, ma la realtà è che avrei
parecchia voglia di fare ghiaccio anche!
Il bosco si dirada, la neve ormai ha
raggiunto un buon mezzo metro di spessore, la ciaspola pesta la neve
che si ribalta su essa costringendo a sollevare tutto il peso, ‘na
fatica..ma bella! Ci si districa in mezzo alle cunette e
avvallamenti, si ode un albero che si spezza, ma il posto è stato
scelto in quanto tranquillo sotto il punto di vista delle lavatrici a
liquido “consistente”.
Da lontano Il Flusso non sembra un 2+,
io che lo deridevo e puntavo alla Madre. La Madre invece ci sta tutto
che sia un 4, si vedono delle belle sezioni verticali. È questo
caldo che non mi piace. Ci raggiungono altri due, senza ciaspole, ma
con il pistone che abbiamo tracciato noi devono essere abbastanza
comodi anche senza: loro deviamo per la Candeletta, ben presto Mirko
(che quando sta davanti più volte sembra scompaia negli 80cm di
fresca) e Paolo tagliano a destra per la Madre, noi quattro dritti a
Il Flusso.
Le cascate sono belle pregne di neve,
sopra Il Flusso c’è uno scivolo bello carico che non mi ispira
fiducia. Alla base creo un bello spiazzo comodo pestando tutto quello
che posso pestare, poi appena ho una picca in mano provo il ghiaccio,
che non sembra ottimale, ma proviamo.
La fase di preparazione bella lunga,
complice una fame pressante che devo sfogare, parte prima Nicola con
Fiorella a fargli sicura. Gli tocca ripulire parecchio dalla neve, e
lo vedo muoversi con circospezione, non deve proprio essere facile, e
d’altronde l’essersi dimenticato i ramponi migliori nell’altra
sacca non giova. Inizio a sospettare che le condizioni non siano
proprio buone..
Dopo un po’ provo a guardare se
riesco a partire anche io, ma Nicola mi fa subito cambiare idea visto
la neve che scarica giù. Lo vedo che prova a salire dritto, ma poi
ripiega a sinistra per poi ritagliare a destra, adesso vado che se no
facciamo notte. E inizio a capire il suo disagio nel salire..
Non si vede dove si mettono i piedi, il
ghiaccio è bello bagnato e non ispira fiducia. E onestamente, il 2+
della relazione non lo vedo proprio, e anche dal basso della mia
scarsezza, mi pare un bel 3 pieno. Salgo guardingo, ormai sono
shockkato dalle numerose salite in cattive condizioni compiute
finora, l’inverno non vuole arrivare.
Dove Nicola ha traversato io traverso
meno e salgo dritto, qui direi ci stia anche il 4 forse, saranno 2
metri, ma sono drittini. Intanto Paolo e Mirko sono giù da noi:
hanno fatto solo 5m di salita. Partito Mirko una spicozzata ha creato
uno zampillo stile cartone animato che lo bagnato tutto, e scendi a
mettere qualcosa di asciutto. Poi Paolo, ma scariche di neve gli han
fatto cambiare idea. Se ne vanno verso il rifugio.
Arrivo in sosta, fradicio, i guanti
passati (ok, scelta sciocca non mettere quelli impermeabili ma solo
idrorepellenti, ma sembra che li abbia pucciati in un lago!) riprendo
il controllo della temperatura e faccio qualche foto. A guardare in
giu sembra che sia passata una lumaca a lasciare la scia sul flusso
ghiacciato, che ripulita dalla neve gli abbiamo dato!
Fiorella sale, Giorgio quasi pronto a
partire, Nicola ha già decretato che si scende, non abbiamo il tempo
per fare anche un altro tiro. In realtà c’è anche il fatto che
qui siamo protetti dalle scariche di neve, ma se si sale ancora tocca
andare esposti a quei parecchi metri cubi di neve sulle nostre teste.
Poi insomma, le condizioni non sono proprio gustose, e aver visto
Paolo e Mirko fuggire verso il rifugio lascia pensare.
Partenza lenta, ma fine veloce. Intanto
Nicola, incorreggibile, da qualche lezione alla base alla neofita
Fiorella. Una volta giù e con la corda già su nell’anello di
calata, la bionda riprova la salita, più dritta per evitare
eventuali pendoli, mentre io metto via un po’ di roba e in seguito
provo i ramponi di Giorgio. Mi sposto verso il ghiaccio per provare a
salire qualche metro, e pom! Un bel blocco di ghiaccio scende
dall’alto per impattare la mia spalla destra: con la coda tra le
gambe torno allo spiazzo.
Poi per fortuna c’è tempo per farmi
salire anche a me in moulinette per provare i Blade Runner di
Giorgio, tutta un’altra cosa rispetto ai miei ramponi, mi sa che
anno prossimo li cambio. Intanto mi gusto questa salitina
supplementare che non mi spiace affatto!
Bon basta, è ora di fare su le canne e
scendere verso valle, solo che dopo che mi hanno calato..la corda non
viene giù. E tira Nicola, e tira Giorgio, vedo già negli occhi di
Nicola la preoccupazione “che due palle, sta a vedere che mi tocca
tornare su, così salta il teatro!”: e invece Fiorella e Giorgio si
mettono a tirare come dei matti, riescono a sbloccarla e..effetto
rinculo, si tuffano nella neve fresca.
Lasciamo questo bel luogo (solo oggi)
solitario con la voglia di tornare quando le condizioni saranno un
po’ migliori, ma con la contentezza di aver passato finalmente una
giornata invernale in mezzo a della neve. E il terzo tempo al
parcheggio non ci fa mancare nulla come al solito: birra panini
prosecco panettone! Giornata salva, avanti un’altra.
Qui altre foto.
Qui report.
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