Zero voglia
di mangiarmi di nuovo le mani per non aver azzardato una bella giornata al sole
e sulla neve, raggiungo Mirko ad Affi per poi finire in zona Campiglio a cercare di pellare un pochettino.
Neve altrove zero, non sarà scialpinismo, ma per passare una giornata in
compagnia, allenarsi un po e stare al sole, va bene.
Decidiamo di
prendere il primo troncone di ovovia del Groste: vogliamo tornare a casa
presto, e quindi per risparmiare un po’ di tempo e averne di più per tentare
Cima Roma, “bariamo”. Sapevo ci fosse vento, ma una volta messo piede sulla
pista, urca se fumano le vette!
Ci dirigiamo
verso sud, lontano dalle piste che comunque sono ancora deserte, per seguire
quello che Mirko chiama “sentiero delle dune”: si gironzola sul lato sud delle
piste del Groste, con ottima veduta sul Brenta (Canalone Neri), sulla Presanella
(Scivolo Nord), sul Care Alto,
sul Cevedale.
Dislivello poco, è continuo Sali scendi, beh ovviamente è più un sali.
Sognando altre
salite, ben più selvagge e alpinistiche, continuiamo questo giro
sci-escursionistico, ancora piuttosto riparati dal vento (che continuiamo a
vedere sferzare sulle cime più alte) e quindi anche speranzosi di poter magari
raggiungere Cima Roma. E intanto sbuchiamo finalmente a prendere un po’ di sole
visto che finora eravamo in ombra!
Il fondo è
una trappola, un sottile strato di neve farinosa portata dal vento copre una
lastra dura che nelle inversioni e sui traversi ci fa traballare. La neve
fresca è un sogno.
Avvicinandoci
alle pendici di Cima Groste il vento inizia a farsi sentire, aggiriamo il monte
sul suo lato nord per buttarci nella “vallata” che molto dolcemente dovrebbe
portarci su Cima Roma. Verso Cima Roma. Anche qui c’è molto saliscendi, altri
traversini infidi su roba asfaltata, e il vento che soffia sempre più. Giornata
di sole, ma il cui effetto pacificatore è distrutto dall’impetuosità dell’aria
movente.
Proseguiamo
su una traccia piuttosto marcata, anche se qui han girato un po’ ovunque,
vediamo una croce e la raggiungiamo, ma già nelle due scorse pause abbiamo
dibattuto sul “ma facciamo in tempo se vogliamo tornare per le xx?”. Dalla
croce osserviamo il proseguo, ci sarà almeno 1h in più, rischiamo di far tardi,
e col vento che tira comunque non ce la godremmo, oltre che dover stare attenti
a non volare via.
Si torna
indietro, e ora realizziamo anche che..abbiamo il vento contro! Mi copro perché
l’effetto wind chill è davvero consistente, e inizio a darmi una mossa tra
brevi discese e spinte da fare: non ci siamo tolti le pelli ancora, visto il
terreno che ci aspetta.
Una volta
tornati in vista delle piste possiamo rilassarci, il vento soffia ancora ma è
sopportabile. Qualche altro metro e poi togliamo finalmente quegli strati che
fungono da attrito tra assi e neve, forse un po’ troppo presto, toccherà
spingere qualche metro, e poi eccoci sulla pista.
Pazienza,
era in conto di scendere per di qui, d’altronde non c’è scelta, se non quella
di andare in Austria o stare sul divano. In pista Mirko si prende la sua
rivincita, lui scende svelto, io lento, il contrario che in salita. Ah quanti
crostini ancora da mangiare!
Qui altre
foto.
Qui report.
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