Ieri sera
troppo cotti per mettersi a guardare cosa fare domani (oggi). Troppo freddo per
fare colazione al fornellino, tanto vale andare all'ottimo e gentilissimo Bar Osvald, dove
decidiamo anche cosa fare. Io personalmente, Ciavazes e Torri del Sella le
evito a priori: untezza e folla. Ma va beh, oggi proviamo, sono fiducioso in Riccardo e nel suo
"vedrai che oggi non ci troviamo nessuno". C'ha ragione.
Nella
speranza che l'esposizione sudovest ci regali brividi di caldo, alle 8e30 siamo
in marcia per l'attacco, mentre altre cordate si preparano sono già partite: vivo
nell'angoscia di ingorghi sulla via. Il mio amico che ha già salito tre delle quattro
torri, mi guida verso l'attacco, che però facciamo un po' fatica a trovare con
sicurezza: lo zoccolo basale è piuttosto uniforme, ma in alto si intuisce bene
dove ci sia da andare.
Riccardo
parte, e infatti mi concatena L1 e L2. Eccomi fregato, così mi tocca il tiro
chiave. Ma già il mio prossimo tiro sarà al cardiopalma. Ora, va bene che mi
complico la vita, però..
Prendo la fessura di petto, prova e riprova, ho ancora
un po' di male alle braccia da ieri e su questo strapiombo con niente le sento
cantare. Alla fine riesco a passare, soccia ma sarà un VI questo! Riccardo
invece passa a destra. Azz.
Bramando il
sole, Riccardo riparte, il percorso si fa logico e i punti di riferimento
netti: oggi la via è un po' meno da cercare, anche se le orecchie dritte
servono sempre.
Il prossimo tiro che devo fare io mi lascia un po' titubante
sulla direzione corretta da prendere: parete uniforme, ma lassù deve esserci
una marcata cengia, e così è. Anche il sole inizia ad assisterci, ma..timido.
Le nuvole incombono.
Sul nostro
L5, Riccardo deve traversare su roba facile ma in discesa ed esposta:
"ehi, dopo mi recuperi lentamente, disgraziato!". Lo sento che ormai è
già sopra di me: ieri il meteo era dato ben più stabile di oggi, giornata in
cui dobbiamo invece non perdere tempo per poter arrivare all'auto asciutti.
A S5 siamo
sotto il tiro chiave, che tocca a me. 40m di diedro fessura di IV IV+
sostenuto: gran bel tiro! Verticale e strapiombante, come i migliori diedri
sanno fare. Medito sulle maledette placche, che negli anni 30 non potevano
certo esser superate con gli scarponi: queste formazioni rocciose invece si,
scarponi e braccia!
Arrivo in
sosta bello contento, soddisfatto. E in più, manca poco all'uscita, che non
guasta visto l'addensarsi di nuvole. Gente sulla prima torre scende
allegramente, pascola, schiamazza: la solitudine sulla nostra via è interrotta
da ciò. ma già salire una delle Torri del Sella senza altre cordate, è qualcosa
di raro.
Con un giro
verso destra, il mio amico supera il tratto friabile che tanto lo intimoriva e
sperava di lasciare a me: così impari a concatenare i primi due tiri. Meglio
sbrigarci che sento le prime gocce, e calarsi da qui credo non sarebbe cosa
facile. In più dai, manca davvero poco!
Arrivo in
sosta per il tiro finale che deposita sulla cengia quasi sommitale: rinuncio al
voler salire in vetta, meglio non perdere tempo e dalla cengia scendere. Parto
per un nuovo diedro, meno sostenuto ma dalle difficoltà simili. Solo che piove.
Roccia bagnata su cui fare aderenza..anche no!
Ci provo,
sangue freddo, metto giù nulla per esser più rapido. Poi sento qualcosa che
picchietta sul casco, insiste, "Ricky, ma chi cavolo è lassù che manda giù
tutta questa ghiaia?!" "Pelle, è grandine". parolina magica per mettermi
il turbo e dopo due tentativi col piede che sliccia, azzerare sul chiodo per
esser rapido. Ma questa me la perdonate, con roccia bagnata in un diedro si
può!
Salgo
troppo, vedo la cengia laggiu, arriva Riccardo che mi sono già messo la giacca:
non piove ad acquazzone ma ci si bagna. Ormai tanto vale salire in cima e
calarsi dall'altra parte, così facciamo, con altri due tiri perchè la corda
tira troppo al mio amico.
Alle 13e15
siamo in cima, non piove più ma poco ci manca. Osserviamo gente sulla Terza
Torre, come vorrei non esser la! Mangiamo e beviamo alla svelta, tutto il possibile
nello zaino in modo che non si bagni. La doppia che troviamo subito,la facciamo
in moulinette per fare prima: a Riccardo il "fare prima" suona come
un "ti faccio scendere ai 50 km/h", accidenti a te.
Sbagliando
la discesa, ci tocca risalire, poi la si trova. Discesa non banale, tratti di
II e passi di III, ma almeno le due doppie che c'erano una volta non si trovano
più: un tratto attrezzato e poi semplice camminata fino al Passo Sella.
Osservando una Marmolada nuda.
Oggi
facciamo i nobili. Essendo anche presto, ci concediamo 3h al Dolaondes a massacrare i nostri polpastrelli in ammollo, e poi alla Gran festa da d Ista a
mangiare e bere come veri montanari, e come veri alpinisti dormire in tenda
sulla strada verso la meta di domani.
Qui altre
foto.
Qui report.
Qui guida
Nessun commento:
Posta un commento