Complici
vicende personali che hanno afflitto entrambi, quest'anno io e Riccardo non
riusciamo a farci la settimana dolomitica di agosto, rimandando a settembre la
possibilità di fare qualche giorno ad arrampicare insieme. Finalmente giunge il
momento, ma più di tre giorni non si riesce a fare: almeno saranno tre giorni
in tre pareti rinomate ma comunque da soli!
Partenza
senza levatacce, l'idea del Massiccio
del Catinaccio viene presto abbandonata per l'esposizione e gli
avvicinamenti: andiamo nel regno di Bernardi, che con le sue guide ci fornisce sempre ottimi spunti.
E siccome dal tentativo a Federica quella parete m'è rimasta come un cruccio nella testa, propongo di andare a
fare "il Pilastro del Sibilo": grado abbordabile, la prima via del
visionario Iacopelli, esposizione che direi sia l'ultimo weekend che si possa sfidare, e Lago Pisciadu che Ricky
non ha mai visto.
Si
parcheggia a Passo Gardena, molto meglio che al parcheggio della Ferrata tridentina 8anche se
tocca pagare 5 euro..): è la terza volta che solco questo sentiero, e
rapidamente in poco più di mezzora siamo alla base del Mur de Pisciadù
Occidentale, timorosi di trovarlo bagnato. Ma quella umida non è la fessura da
risalire, si sta più a destra dove è asciutto. Molto bene.
Parte Ricky,
mentre una cordata che saliva una via sportiva ancora più a destra, viene a
ripiegare su Acquafun. Il primo tiro pareva il più duro, e quindi da buon
compagno di cordata scarso l'ho lasciato a lui: mamma che fredda la roccia!
Mamma che psico la sosta!
E andiamo su
L2, a vagare a caso, riuscnedo a metter giù tre protezioni in 50m. Roccia ultra
compatta e non trovo nulla di già in sede: si credeva una vietta tranquilla, e
invece col cavalo! Vago alla ricerca della sosta, che dovrebbe essere a destra
di Acquafan secondo lo schizzo. Ma non c'è. Gira gira, fuck, la faccio su uno
spit.
Infatti
viene più logico che la via prosegua a sinistra, e così è, Riccardo risale
facilmente e trova il chiodo alla base del diedro umido che tocca a me: insomma
il mio amico mi rende il favore di averlo fatto partire per primo! Lui che odia
i diedri, se umidi poi. E in effetti mi da del filo da torcere. S4 poi non la
trovo: la nicchia è questa per forza, ma nulla. Devo continuare a salire e
sperare di trovare qualcosa.
Col tiro
alla fune sui maroni, raggiungo tirando su quello che sembra un tir con
rimorchio, uno spuntone dove unisco tutti i cordini che ho per completare la
sua circonferenza. E i prossimi tiri saranno tutti da cercare, con uno schizzo
che non corrisponde molto all'ambiente (alquanto "monotono" a dirla
tutta), ma puntiamo la direzione sperando di non sbagliare.
La base del
paretone giallo sotto la piramide ci rincuora, due clessidre di cui una con
cordino: due tiri e siamo sullo spigolo, da li non si sbaglia più. Con un buon
fiuto ci arriviamo bene, ma che caga metter giù così poche protezioni e su bei
tratti in traverso! La vista dei due spit alla fine del mio L8 è come vedere la
Madonna.
I prossimi
tiri saranno eccezionali: oddio, anche in basso non erano per nulla male, solo
la parte mediana dove tocca vagare dove ti porta il cuore alla ricerca del
passaggio per raggiungere la base dello spigolo.
Riccardo
parte e già gode: bei maniglioni lo portano verticalmente verso l'alto. Tocca a
me: l'esposizione sullo spigolo, le difficoltà continue, il sapere che manca
poco alla fine, o meglio al compimento della via, creano quel mix in cui la
paura viene sovrastata dal divertimento.
Arrivo in
sosta, e scopro che ho fatto male i conti: azz, non è una passeggiata il
prossimo e ultimo tiro! Parto cercando la quiete interiore: passaggino un po'
così, poi più facile verso l'alto ma..non vedo lo spit. Proseguo, mi pare
logico, ma non mi torna con lo schizzo di Bernardi: apro quello di Iacopelli e
scopro che lui è uscito di qui, vedo anche i cordini, ma è VI-! Col cavolo!
Torna giù ed
ecco lo spit. Sì ma..si passa di lì?! Traverso sul niente con sotto lo
strapiombo, un buco del culo che non ci passerebbe uno spillo. E non è finita.
Grande esposizione sullo spigolo, una placca leggermente bucata, biditi l'unica
speranza, sbuffi di concentrazione. E la corda che tira pure! Fatica e
speranza, arrivo sul terrazziono dove due spit sono la visione della felicità.
e la corda che tira mi ha duplicato i maroni.
Guardo giù,
altro che verticale, strapiomba. Arriva Riccardo, due passi e siamo sul pianoro
lunare del mezzo Sella, ad ammirare il panorama e la pioggia laggiu in valle
che non vorremmo prendere. Si viaggia veloci verso il Rifugio Pisciadu.
Birra e
panino vista dolomiti, what else?
Il Lago
Pisciadu è molto più secco di quando ci sono passato per l'Alta Via, che
tristezza. Scappando da un temporale che non pare imminente, ma meglio non
solleticarlo, scendiamo rapidi per l'unta ferrata della Val Setus, e in seguito
veloci per il Passo Gardena.
Spesa e
cenone che abbiamo una fame della madonna. In pantaloni corti e sandali fa
frescotto, il riso lo mangiamo poi in auto! Il tempo di montare la tenda e inizia
a piovere: poesia e ninna nanna per il sonno..ma non esagerare che domani
dobbiamo arrampicare!
Qui altre
foto.
Qui report.
Qui la guida
di Iacopelli (apritore) e qui di Bernardi: le due vie sono diverse. Nella parte
bassa Bernardi sta molto più a sinistra. Sulla cengia..va dove ti porta il
cuore in ogni caso. Do però merito a Bernardi di aver cambiato l'uscita
addomesticandola a un grado più allineato al resto della via (V invece che VI-).
Però..la via non è quella dell' apritore.
Nessun commento:
Posta un commento